Case a energia quasi zero, via libera dal Senato
La direttiva europea sull'edilizia sostenibile si avvia al recepimento in Italia. Mentre la Germania e altri Paesi vanno oltre con i progetti
Semaforo verde, al Senato, per il disegno di legge S.2322 contenente Disposizioni per l’adempimento di obblighi derivanti dall’appartenenza dell’Italia alle Comunità europee – Legge comunitaria 2010, provvedimento che prevede, nei suoi allegati, il recepimento di alcune norme comunitarie in materia di edilizia sostenibile ed efficienza energetica, in particolare la Direttiva 2010/31/UE, mirata a promuovere la realizzazione di edifici “a energia quasi zero”.
La direttiva – che a questo punto deve passare al vaglio della Camera – prevede che gli Stati membri dell’Unione Europea debbano lavorare per promuovere il miglioramento della prestazione energetica degli edifici e fissa la scadenza del 21 dicembre 2020: entro tale data, ogni Stato dovrà fare in modo che gli edifici di nuova costruzione siano ad altissima prestazione energetica, con un fabbisogno energetico molto basso o quasi nullo (…) coperto in misura molto significativa da energia da fonti rinnovabili, compresa l’energia da fonti rinnovabili prodotta in loco o nelle vicinanze” (per gli edifici pubblici, la scadenza è anticipata di due anni, ossia al 31 dicembre 2018).
L’attenzione al grado di sostenibilità dell’edificio è stata inoltre estesa al mercato, ai fini della trasparenza nei confronti degli acquirenti che dovranno essere messi in condizione di conoscere la classificazione di un immobile: è stato infatti previsto che l’indicatore di prestazione energetica che figura nell’attestato dell’edificio o dell’unità immobiliare, debba essere riportato in tutti gli annunci immobiliari.
Ciò che la normativa europea renderà obbligatorio entro il 2020 è tecnologicamente attuabile e, in alcuni casi, già superato: un esempio si trova a Berlino, dove al numero 87 di Fasanenstrasse sta prendendo il via una sperimentazione, che consisterà nel collocare una famiglia media di quattro persone in una Energie-Plus Haus, una casa in grado di produrre due volte l’energia che consuma. L’edificio, realizzato con materiali riciclabili, ha le facciate esterne rivestite con pannelli fotovoltaici e grazie ad un impianto con una pompa geotermica è possibile avere riscaldamento e produrre altra energia elettrica. Con il surplus accumulato, sarà possibile provvedere serenamente a fare il pieno all’auto elettrica che la famiglia riceverà in dotazione.
Ma una casa ecocompatibile, oltre che energeticamente efficiente, può anche essere biodegradabile: sono così le abitazioni di Kovcheg, un villaggio russo circondato da una foresta, costruite con materiali assolutamente naturali che garantiscono l’equilibrio termico come legno, paglia, argilla, canapa e lino, dove a scuola si insegnano le regole per la raccolta differenziata dei rifiuti e gli abitanti si dedicano ad attività green, come l’apicoltura e la coltivazione di orti biologici.
In Italia, fra le case del futuro, potrebbero trovare posto abitazioni a forma di uovo, anzi di Kasauovo: si tratta del progetto per un modulo abitativo prefabbricato pensato con obiettivi efficienza energetica, recupero e riciclo delle acque, benessere termoigrometrico, versatilità progettuale, sicurezza antisismica, bassi costi di gestione e di realizzazione. Fra le soluzioni tecniche e progettuali, il “guscio” esterno termoisolante, una doppia membratura che funziona come una parete ventilata o un sistema integrato di recupero energia eolica e solare in copertura, un sistema di recupero delle acque reflue e di quelle meteoriche.
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L'autore
Dario Bonacina
Tecnico informatico, è collaboratore di alcune aziende industriali e si interessa di Internet e di tecnologia, con riguardo al loro impatto a livello economico e sociale, nonché di comunicazione e telecomunicazioni. E' autore di servizi e articoli per varie testate, emittenti radiofoniche e siti di informazione tecnologica.
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