Progetto di ricerca
Un reattore mangia plastica
Un gruppo di ricercatori dell’Università di Cordoba punta su un reattore per convertire plastiche industriali in nanotubi di carbonio e idrogeno
Photo: Jp
E’ stato messo a punto un processo mangia plastica ovvero un reattore e una trasformazione mista che unisce il plasma, lo stato della materia che si ha quando le molecole passano in un intenso campo elettromagnetico, e la Co2. Risultato, nuovi materiali.
César Jiménez Sanchidrián il responsabile del progetto Valorizzazione dei rifiuti plastici industriali e urbani con Co2 e catalisi di plasma per ottenere idrogeno e nanotubi di carbonio, su cui sta lavorando un gruppo di ricercatori dell’Università di Cordoba in Spagna, spiega che: “Il carbonio si trova in natura sotto forma di energetica e come inerte. In quest’ultimo caso è nota come Co2 e da origine a inquinamento ambientale visto che insieme ad altri gas è responsabile dell’effetto serra. Il nostro team di ricerca lo usa come reagente mischiandolo con rifiuti plastici al fine di avere nanotubi”.
La tecnica impiegata combina la fisica del plasma alla catalisi e i risultati sono sostanze chimiche, nanotubi e combustibile. In concreto i ricercatori hanno ottenuto nanontubi di carbonio di dimensioni nanometriche che si caratterizzano per essere compatti o tubolari. Un primo tipo è una polvere marrone, un secondo tipo ha colore verdastro e il terzo è piuttosto filamentoso, ma all’ aumentare della temperatura del plasma diventa maggiormente filamentoso.
I vantaggi ambientali del progetto rimandano all’eliminazione dei rifiuti plastici e della Co2 che diventano fonte di materia prima per dar luogo ad altri elementi. Come sottolinea Jiménez Sanchidrián “la plastica si è particolarmente diffusa perché duratura, eppure proprio questa caratteristica è il nostro problema principale nei processi di riciclo.Attaccarla chimicamente è complicato quindi dal punto di vista ambientale è molto importante sbarazzarcene senza innescare problemi. Il reattore di plasma che abbiamo costruito lo fa”. Inoltre, aggiunge che non vanno trascurati i vantaggi energetici “poiché si tratta di un processo che genera idrogeno a partire da rifiuti. Allo stesso modo si ottengono nuovi materiali in forma di nanotubi”
Saranno questi materiali a caratterizzare il futuro? Secondo Jiménez Sanchidrián il materiale delle meraviglie sarà il grafene che: “Ha proprietà straordinarie di conduzione dell’elettricità, di isolamento e di protezione delle superfici. Nel settore edile ad esempio potrebbe ricoprire gli edifici antichi e moderni proteggendoli dall’inquinamento”.
Conclude chiarendo che “il grafene isolato non è solo nero quindi non lasciamoci spaventare da città del futuro dal colore inquietante”.
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L'autore
Anna Simone
Anna Simone è una Sociologa Ambientale e si occupa di tematiche ambientali dal punto di vista sociale e culturale, contestualizzando quello che succede al posto in cui è successo per comprenderlo, analizzarlo e spiegarlo. È autrice del blog Ecospiragli.
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