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Troppa polvere nera nell’aria di Milano | Tekneco

INQUINAMENTO

Troppa polvere nera nell’aria di Milano

Si chiama carbonio elementare ed è nell’aria che respiriamo, con concentrazioni diverse in relazione ai luoghi e alle stagioni. I dati in un’importante ricerca

Scritto da il 31 dicembre 2014 alle 8:00 | 0 commenti

Troppa polvere nera nell’aria di Milano

Nell’aria che respiriamo tutti i giorni è presente una sottile polvere nera, chiamata carbonio elementare (più noto con il termine inglese black carbon), che è oggetto di una ricerca, la prima in Italia, effettuata da un team di ricercatori del Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr) e di alcune università ed enti. «Questo inquinante, dannoso sia per l’ambiente che per la salute, assieme al carbonio organico costituisce la frazione carboniosa del particolato atmosferico, una componente importante di quest’ultimo, fino al 40 per cento della massa», spiega Sandro Fuzzi dell’Istituto di scienze dell’atmosfera e del clima di Bologna (Isac-Cnr). Il carbonio elementare nel particolato atmosferico sta assumendo una sempre maggiore rilevanza a livello ambientale, tant’è che la Commissione europea ne raccomanda il monitoraggio. Recentemente, studi epidemiologici hanno fatto sì che l’Organizzazione mondiale della sanità puntasse gli occhi su questo inquinante emergente per i suoi effetti dannosi ai danni dei sistemi respiratorio e cardiovascolare, oltre che per i possibili effetti cancerogeni, ha spiegato il ricercatore del Cnr.

I dati sono ancora limitati e non omogeneamente distribuiti sul territorio. «L’importante quadro di insieme a livello nazionale ha permesso di evidenziare che le concentrazioni di carbonio elementare nei siti trafficati sono più di cinquanta volte maggiori rispetto ai siti remoti di alta montagna. Un altro dato importante è che le concentrazioni di carbonio organico ed elementare nella Pianura Padana in inverno sono tre-quattro volte maggiori rispetto a quelle estive», continua il ricercatore. «Questo a causa dell’intensità di alcune sorgenti quali il riscaldamento domestico durante la stagione fredda e delle frequenti condizioni di stabilità atmosferica, con scarso ricambio delle masse d’aria, che favoriscono l’accumulo degli inquinanti».
Sempre nel periodo invernale, le concentrazioni di carbonio organico nei siti urbani della Pianura Padana arrivano fino a 12 mgm-3 nella città di Milano (in via Pascal), risultando mediamente doppie rispetto a siti urbani della Puglia, dove raggiungono massimi di 8 mgm-3 nelle città di Lecce e Bari. Questi valori stagionali a Milano sono superiori del 30 per cento anche a quelli misurati in una grande città come Roma e corrispondono a percentuali di sostanza carboniosa che arrivano al 47 per cento della massa totale dell’aerosol atmosferico (il composto di particelle in sospensione nell’aria).
Il lavoro, coordinato dalla Società italiana di aerosol presieduta da Roberta Vecchi dell’Università di Milano, è stato condotto da tre Istituti del Cnr, l’Isac di Bologna, l’Istituto sull’inquinamento atmosferico, l’Istituto di metodologia per l’analisi ambientale e da sette università italiane – Statale, Bicocca e Politecnico di Milano, atenei di Genova, Perugia, Bari e del Salento – dall’Arpa-Lombardia e dal Centro comune per la ricerca della commissione europea.


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L'autore

Stefania Marra

Stefania Marra, giornalista professionista dal 1994, è stata per circa dieci anni caporedattrice della rivista Modus vivendi. Dal 2005 gestisce il modulo pratico di giornalismo al Master di comunicazione ambientale (CTS/Facoltà di Scienze delle comunicazioni Università La Sapienza). Scrive soprattutto di storia sociale dell'alimentazione e di ambiente, settore per il quale ha ricevuto diversi premi giornalistici.


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