Mobilità elettrica
Sedurre il consumatore
Gli operatori si rivolgono a chi si muove nei centri urbani per lavoro: il vero cambio di rotta può partire da chi è sensibile verso l’ambiente
Photo: Auto elettrica Mitsubishi i-MiEV
Incentivi, innovazioni tecnologiche e un mercato che si propone di raggiungere i livelli degli altri paesi europei. Il target: quella fetta di pubblico dotata di una spiccata sensibilità verso l’ambiente e la qualità della vita in generale
Un vero e proprio cultore del cambiamento all’insegna dei veicoli elettrici è Thierry Boch, ideatore del neo nato marchio E-move.me e ceo di E-holding, il primo orientato ai privati, il secondo al business to business. Il brand produce veicoli elettrici dedicati alla mobilità urbana, dagli scooter alle city car. «Il nostro obiettivo è quello di provare a sedurre il pubblico, specie quella fetta dotata di una spiccata sensibilità verso l’ambiente e la qualità della vita in generale, portandolo a identificarsi nel ruolo degli early adopter, cioè coloro che per primi godono della possibilità di potersi muovere fra le bellezze dei centri storici anche e soprattutto per lavoro»
Quindi anche per il manager francese, il terreno maggiormente fertile sarà quello aziendale. «Esistono già realtà particolarmente dotate di un forte senso di social responsability – continua Boch – che contemplano un bilancio di sostenibilità a fine anno o che fanno grandi sforzi per incentivare i comportamenti propri e dei propri manager verso la riduzione dell’inquinamento ambientale. Per questo uno degli obiettivi che ci poniamo è quello di proporci nei confronti di queste realtà, come dei veri e propri personal mobility manager: studiamo soluzioni per la realizzazione di punti di ricarica dedicati presso abitazioni o in azienda, per l’installazione di impianti che generano energia da fonti rinnovabili. Il tutto con focus dedicato a chi si muove nei centri urbani per lavoro. È lì che ci sono i problemi più grossi da affrontare ed è da lì che deve partire l’input decisivo per dare il via al cambiamento».
Ancora più particolare il discorso che riguarda le auto elettriche. Le case produttrici stanno svolgendo un lavoro immane di promozione dei prodotti, le risposte sono però ancora poco significative. Tra queste si possono citare FoxilFree, azienda mantovana che ha aperto da pochissimo in Europa una concessionaria di soli veicoli elettrici e che propone una speciale pensilina fotovoltaica per ricaricare le auto grazie all’energia del sole.
Così come fa anche Belumbury: «Per molte amministrazioni locali, coinvolte nella crisi economica di questi tempi, non è semplice dirottare fondi ed intenzioni verso progetti di mobilità ad impatto zero. Qualche sforzo è stato profuso, ma si tratta solo di punte di iceberg – dice Nando Bianchi, auto motive sector manager dell’azienda-.
E poi è inutile negarlo: prima delle auto elettriche ci sono grandissimi interessi e pressioni politiche che frenano il mercato. D’altronde l’e-car è stata brevettata addirittura prima del motore a scoppio (pare tra il 1832 ed il 1839, quando l’imprenditore scozzese Robert Anderson inventò la prima carrozza elettrica, nella sua forma più rudimentale —ndr). Se si fosse voluto privilegiare questo tipo di mercato, sarebbe già successo da tempo».
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Gabriele Cavallaro
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