Più vicina una soluzione per il clima

Evitare la catastrofe climatica. È l’obiettivo del rapporto “Pathways to Deep Decarbonisation” presentato l’8 luglio scorso alle Nazioni Unite: quasi trecento pagine di dossier, elaborato da una trentina tra i maggiori istituti di ricerca del mondo, nelle quali vengono definiti i passi da attuare per mantenere il surriscaldamento del Pianeta al di sotto dei 2°C. Per raggiungere questo traguardo è necessario che entro la seconda metà del secolo le emissioni di gas serra (Ghg) vengano azzerate; a sua volta, ciò richiederà una profonda trasformazione dei sistemi energetici entro la metà del secolo attraverso un deciso calo dell’intensità di carbonio in tutti i settori dell’economia, una transizione definita “decarbonizzazione profonda”, si legge nella presentazione del rapporto.

Dopo i recenti fallimenti dei negoziati globali sul clima, il dossier rappresenta un’importante base di partenza in vista del summit previsto a New York il 23 settembre; anche perché afferma un presupposto per niente scontato: che sia possibile contenere il riscaldamento sotto i 4-5 gradi.
Si tratta della prima iniziativa del genere che traccia dei piani concreti sui vari temi che sono stati discussi nelle ultime due decadi nei negoziati delle Nazioni Unite sul clima, ha spiegato Jeffrey Sachs, direttore del Sustainable Development Solutions Network. Nel documento vengono infatti presentate azioni concrete che le 15 maggiori economie, cui vanno imputati circa i due terzi delle emissioni globali, devono adottare per evitare che i cambiamenti climatici già in atto diventino incontrollabili e devastanti.
“Le soluzioni non sono così complesse come trovare la particella di Higgs o come il progetto sul genoma umano – ha dichiarato Sachs -. Quello che dobbiamo fare è importante, questo è vero, ma non così difficile: è alla nostra portata, semplicemente non ci stiamo ancora investendo”.
Tre le strategie di base per portare l’attuale sviluppo socio-economico ad una reale e profonda decarbonizzazione: conservazione ed uso efficiente dell’energia; produzione di energia elettrica rinnovabile e senza uso di combustibili fossili; impiego di un mix di energia elettrica (non da fonti fossili), biocarburanti, idrogeno e altre fonti in sostituzione dei combustibili fossili nei settori dei trasporti, del riscaldamento e dell’industria.
Per ognuno dei 15 Paesi oggetto dello studio (Usa, Australia, Brasile, Gran Bretagna, Canada, Cina, Francia, Germania, India, Indonesia, Giappone, Messico, Russia, Sud Africa, Corea del Sud) vengono individuati gli obiettivi da raggiungere. Per l’Australia, ad esempio, è prevista la sostituzione del carbone con un sistema a griglie integrate che copra con le rinnovabili la totalità del fabbisogno energetico. La ricetta per la Cina indica invece circa mille GW di energia solare entro il 2050 ed altrettanta di eolica, di cui il 70% realizzabile offshore.