Tekneco #11 – Mobilità
L’etichetta europea
Il primo novembre 2012 è entrata in vigore la regolamentazione europea sull’etichettatura degli pneumatici. Garantiti i risparmi per auto con pneumatici migliori
La maggior parte degli automobilisti normalmente sceglie le gomme da montare in base al costo, mancando anche delle capacità tecniche per valutare il prodotto più adatto alle proprie esigenze. Parametri come il consumo, l’impatto ambientale e acustico e, soprattutto, la sicurezza per quanto importanti non vengono tenuti nella giusta considerazione. Da pochi mesi a questa parte c’è però una novità importante che di certo aiuterà ad indirizzare gli acquisti in modo più consapevole.
Il primo novembre 2012 è entrata in vigore la regolamentazione europea sull’etichettatura degli pneumatici: la norma prevede che tutti gli pneumatici prodotti a partire dal primo luglio 2013 dovranno essere venduti con un’etichetta che ne attesti le caratteristiche in termini di consumo di carburante, aderenza sul bagnato e rumorosità. Come già per frigoriferi e lampadine, dunque, anche le gomme per le auto e per i veicoli commerciali leggeri e pesanti devono ora essere accompagnate da una tabella grafica che esponga, in modo chiaro anche per i non addetti ai lavori, le caratteristiche fondamentali del prodotto.
Il percorso di questa norma è stato lungo e laborioso. Nel Piano di azione per l’efficienza energetica del 2006 (COM(2006)545), la Commissione europea aveva già annunciato che, nell’ambito delle strategie per ridurre il consumo di carburante e le emissioni di CO2, di lì a due anni sarebbe stata avanzata una proposta di etichettatura degli pneumatici. La regolamentazione in materia è stata poi effettivamente approvata sul finire del 2009 (CE 1222/2009) e modificata nel 2011 (228/2011), per entrare finalmente in vigore pochissimi mesi fa.
Il tema della scelta dello pneumatico è tutt’altro che trascurabile in un’ottica non solo di sicurezza, ma anche di risparmio energetico e riduzione dell’impatto ambientale: in un’automobile, circa il 20% del consumo di carburante è imputabile alle gomme, il che vuol dire che un pieno su cinque letteralmente rotola via…. In particolare, questo consumo è legato in gran parte (circa 16%) alla cosiddetta resistenza al rotolamento, che è il primo parametro previsto dalla neonata etichetta europea. Semplificando, si può immaginare la resistenza al rotolamento come una forza che si contrappone all’avanzamento della vettura: chiaramente quanto maggiore è tale resistenza tanto più energia, e quindi carburante, servirà per contrastarla, e maggiori saranno gli scarichi di biossido di carbonio in atmosfera.
L’etichetta prevede sei classi, dalla A alla G. Nella realtà i consumi dipendono da fattori molto variabili, ma in base a delle stime di massima è stato possibile quantificare in 300 euro il risparmio di un’auto che monta pneumatici della classe migliore (la A) rispetto ad una con pneumatici di classe G; con una percorrenza annua di 15.000 km, il risparmio ottenuto con una classe A è di circa 60 litri di carburante. Il secondo parametro dell’etichetta riguarda l’aderenza su fondo bagnato, e quindi è strettamente legato alla sicurezza. I dati sono impressionanti: rispetto ad una vettura equipaggiata con gomme di classe G, un veicolo simile che monta pneumatici di classe A si fermerà ben 18 metri prima; il calcolo è stato effettuato sulla base di una velocità di 80 km/h (in base ai metodi di prova previsti dallo stesso regolamento europeo del 2009), ben inferiore alle andature generalmente tenute in autostrada, dove lo scarto potrebbe essere quindi ancora maggiore.
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L'autore
Stefania Marra
Stefania Marra, giornalista professionista dal 1994, è stata per circa dieci anni caporedattrice della rivista Modus vivendi. Dal 2005 gestisce il modulo pratico di giornalismo al Master di comunicazione ambientale (CTS/Facoltà di Scienze delle comunicazioni Università La Sapienza). Scrive soprattutto di storia sociale dell'alimentazione e di ambiente, settore per il quale ha ricevuto diversi premi giornalistici.
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