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Sentenze

Eternit senza giustizia

La motivazione della sentenza del processo Eternit dimostra l'assoluta inadeguatezza della legislazione italiana in materia d'inquinamento

Scritto da il 23 febbraio 2015 alle 21:16 | 0 commenti

Eternit senza giustizia

Arriva la sentenza del processo Eternit e da una prima lettura emerge l’assoluta inadeguatezza dell’intero sistema legislativo italiano in materia d’inquinamento. «Per effetto della constatazione della prescrizione del reato, intervenuto anteriormente alla sentenza di primo grado, cadono altresì tutte le questioni sostanziali concernenti gli interessi civili e il risarcimento dei danni», scrive in  uno dei passi più importanti della sentenza la Corte di Cassazione, dandone le motivazioni. Il processo Eternit, infatti, si è concluso con la prescrizione del reato di disastro contestato all’imprenditore svizzero Strephan Schmidheiny. «Il giudice, infatti, in base al codice di procedura penale, ha potestà a provvedere sulle domande civili all’esistenza di una sentenza di condanna agli effetti penali, almeno di primo grado», prosegue il dispositivo, ma l’atto d’accusa maggiore è quello relativo alla politica e al suo ruolo. «C’è stata una lentezza della risposta politica ai problemi legati all’amianto», scrivono i giudici nelle motivazioni che aggiungono – «Nel processo Eternit la Corte d’Appello ha inopinatamente aggiunto all’evento costitutivo del disastro eventi rispetto a esso estranei e ulteriori, quali quelli delle malattie e delle morti, costitutivi semmai di differenti delitti di lesioni e omicidi. – cosa che avrebbe fatto entrare nel reato di disastro «lesioni e morti» e così facendo i giudici d’Appello avrebbero «abbracciato la tesi che implicherebbe che l’art. 434 del codice penale rende punibile con una pena massima sino a 12 anni la condotta di colui che dolosamente provoca, con la condotta produttiva del disastro, plurimi omicidi, ovverosia, in sostanza, una strage. Una cosa insostenibile dal punto di vista sistematico, oltre che contraria al buon senso». E così oltre al danno anche la beffa. Alle vittime non è dovuto nemmeno il risarcimento per il danno come afferma in maniera esplicita la Cassazione.

«Per effetto della constatazione della prescrizione del reato, intervenuto anteriormente alla sentenza di primo grado, cadono altresì tutte le questioni sostanziali concernenti gli interessi civili e il risarcimento dei danni», si legge nelle motivazioni e le reazioni alla motivazione della sentenza non si sono fatte attendere. Per il M5S è «durissima la motivazione della sentenza della Cassazione sul processo Eternit che mette in dubbio l’intera impalcatura della procura di Torino. Abbiamo presentato un emendamento alla legge su ecoreati per legare la prescrizione – che comunque abbiamo raddoppiato – anche agli effetti del reato. Esistono reati istantanei con effetti permanenti. Questa modifica cambierebbe l’inizio della decorrenza dei termini andando ad incidere proprio su reati come quelli legati all’amianto, che comportano malattie, come il mesotelioma pleurico, con decenni di latenza. Non basta quindi, come auspica il Pd, allungare i termini della prescrizione ma bisogna legarla agli effetti del reato».

«Sul processo Eternit era forse possibile un’interpretazione diversa delle norme anche da parte della Cassazione, ma la lettura delle motivazioni della sentenza dello scorso novembre, con cui è stata annullata per prescrizione la condanna all’imprenditore Schmideiny, conferma l’assoluta inadeguatezza del reato di ‘disastro innominato’ per affrontare i reati contro l’ambiente e tutelare la salute dei cittadini. – ha commentato Ermete Realacci, presidente della Commissione Ambiente Territorio e Lavori Pubblici della Camera – Dalle motivazioni arriva anche la conferma della necessità che il Senato approvi in tempi rapidi e nella miniera migliore la legge sugli ecoreati. Con questo provvedimento sul rafforzamento dell’azione penale in ambito ambientale, nato a partire da una mia proposta e da quelle analoghe dei colleghi Micillo (M5S) e Pellegrino (Sel), e che era stato approvato un anno fa dalla Camera, si introducono -sottolinea- nuovi strumenti che renderanno più efficace il contrasto alle illegalità e alle ecomafie». E i diretti interessati come il Sindaco di Casale Monferrato non si stupiscono.

«Le motivazioni della sentenza Eternit non sorprendono perché è quanto già avevamo immaginato al momento della lettura del dispositivo, ora ciò che auspichiamo è che il Parlamento approvi il prima possibile il disegno di legge che integra il codice penale in tema di disastro ambientale. – afferma il sindaco di Casale Monferrato, Titti Palazzetti - La Cassazione ha voluto dare un’interpretazione molto letterale. Quella norma infatti risale al 1930 e non considera alcune conseguenze, come per esempio quelle cancerogene che possono manifestarsi negli anni successivi, per questo attendiamo che il Parlamento proceda rapidamente all’approvazione del ddl». Difficile che ciò accada in tampi brevi significherebbe dare giustizia a quanti, e sono molti, attendono da anni chiarezza su molti siti inquinati in Italia. E sono circa sei milioni.


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L'autore

Sergio Ferraris

Sergio Ferraris, nato a Vercelli nel 1960 è giornalista professionista e scrive di scienza, tecnologia, energia e ambiente. È direttore della rivista QualEnergia, del portale QualEnergia.it e rubrichista del mensile di Legambiente La Nuova Ecologia. Ha curato oltre cinquanta documentari, per il canale di Rai Educational Explora la Tv delle scienze. Collabora con svariate testate sia specializzate, sia generaliste. Recentemente ha riscoperto la propria passione per la motocicletta ed è divenatato felice possessore di una Moto Guzzi Le Mans III del 1983.


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