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Elettrodomestici nati per morire

impatto ambientale

Elettrodomestici nati per morire

Obsolescenza programmata: è la durata “a orologeria” degli elettrodomestici, con gravi impatti ambientali. Non è provata ma se ne discute da tempo

Scritto da il 21 ottobre 2014 alle 8:00 | 0 commenti

Elettrodomestici nati per morire

È capitato un po’ a tutti. Ti si guasta improvvisamente il frigo, la lavatrice, il televisore, e quando vai a prendere la garanzia scopri che è scaduta da un giorno o una settimana. C’è chi la chiama Legge di Murphy, correlando le vicissitudini dell’elettrodomestico con la sfortuna, ma molti – ecologisti in prima linea – sono convinti si tratti della famigerata obsolescenza programmata. In pratica, si tratterebbe di un complotto ordito dai produttori per fare il modo che l’elettrodomestico faccia il suo lavoro e anche una bella figura per un certo periodo di tempo, per poi implodere e lasciar spazio al nuovo modello. Non ci sono prove decisive (a parte una storica, che risale al 1924) che sia davvero così, anche se le statistiche e l’esperienza personale di ogni consumatore parlano chiaro. E c’è chi tenta di porre un freno a questa pratica, estremamente dannosa anche dal punto di vista ambientale.

A fine settembre in Francia è stato approvato un emendamento, presentato da tre deputati ecologisti (Eric Alauzet, Denis Baupin e Cécile Duflot), che configura l’obsolescenza programmata come una truffa, punibile anche con la reclusione. C’è stata l’approvazione alla Camera, ma difficilmente questa norma vedrà la luce – in Italia fu presentata un anno fa dal parlamentare di Sinistra Ecologia Libertà Luigi Lacquaniti, e non è stata mai neanche discussa -, e resta comunque il problema di dimostrare il reato.
Certo, è innegabile che gli elettrodomestici dei tempi della nazionale del 4 a 3 alla Germania durassero di più; anzi, qualcuno è ancora in vita, anche se inutilizzabile perché assorbe più energia di quanto ne regga il contatore di casa… Ma i tecnici ci spiegano che la tecnologia è enormemente cambiata, e ora viviamo l’epoca del piccolo, leggero e super-efficiente; il rovescio della medaglia è che gli attuali sistemi sono delicati: «L’architettura hardware dei microprocessori attuali è ormai su grandezze di micrometri, millesimi di millimetri – ha spiegato a La Stampa Andrea Bondi, ingegnere e manager dell’area energia di Trento Rise -. Su queste dimensioni e con queste prestazioni, c’è poco da fare: la tecnologia consente e sopporta un certo numero di passaggi di corrente tra i circuiti, che con il tempo diventano soggetti a guasti».
Quando si parla di computer, telefonini e simili c’è anche il problema dello sviluppo tecnologico dei software con cui, nell’epoca della rete, non possiamo non confrontarci. La risposta, su cui si sta lavorando, sono le tecnologie “self-adaptive”, in grado di adattarsi da sole al contesto di lavoro.
Serge Latouche, padre della “decrescita serena”, rincara la dose: siamo anche vittime dell’obsolescenza psicologica, creata dalle pubblicità e dal contesto sociale, che spingono ad avere sempre l’ultimo modello: un guasto diventa quindi un’ottima scusa per un nuovo acquisto. I dati dell’Agenzia francese per l’ambiente rivelano che gli acquisti di apparecchi elettronici sono aumentati di sei volte tra il 1990 e il 2007, mentre nello stesso periodo la spesa per le riparazioni è scesa del 40%. Si innesca così una spirale deleteria per l’ambiente: non si prova neanche a riparare l’apparecchio guasto, se ne compra uno nuovo facendo aumentare la produzione sia di rifiuti che di nuove macchine, con il relativo impatto legato al consumo di risorse ed energia, alle emissioni, ai trasporti e così via.


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L'autore

Stefania Marra

Stefania Marra, giornalista professionista dal 1994, è stata per circa dieci anni caporedattrice della rivista Modus vivendi. Dal 2005 gestisce il modulo pratico di giornalismo al Master di comunicazione ambientale (CTS/Facoltà di Scienze delle comunicazioni Università La Sapienza). Scrive soprattutto di storia sociale dell'alimentazione e di ambiente, settore per il quale ha ricevuto diversi premi giornalistici.


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