Tekneco #14 – Biopolimeri
Bioplastiche: un piatto che vale un’Olimpiade
Persino alle olimpiadi di Londra piatti e bicchieri erano in bioplastiche italiane. Una guida su quali prodotti sono oggi realizzati con questi materiali e quali sono compostabili
Articolo a firma di Letizia Palmisano
Gli ambiti di utilizzo delle bioplastiche sono molteplici e talmente vasti da trovare applicazione sia per la realizzazione di prodotti monouso che di beni durevoli. Va peraltro sottolineato che, per poter definire un prodotto biodegradabile e compostabile, non è sufficiente che lo stesso sia realizzato utilizzando bioplastiche, ma è necessario che si adottino le procedure appositamente previste.
Packaging
Tra le tipologie di prodotto che vengono più frequentemente realizzate con biopolimeri vi sono gli imballaggi e ciò ha spinto l’Unione europea ad emanare un’apposita normativa (EN13432), che indica i parametri di biocompostabilità per il packaging.
La famiglia degli imballaggi “bio” spazia da quelli destinati ai prodotti alimentari freschi (come ad es. frutta, verdura, formaggi, biscotti, cereali) alle carte da bancone ‘spalmate’ di bioplastiche, dalle retine estruse e tessute – tipicamente utilizzate per confezionare agrumi ed aglio – agli imballi per usi non alimentari come, a titolo esemplificativo, carta igienica, rotoli da cucina, fazzoletti, riviste, fino ai pannolini, agli assorbenti, ai rasoi e ai cellulari. Nel settore del packaging rientrano, inoltre, i film a bolle e gli espansi, come i riempitivi antiurto per il confezionamento di prodotti fragili.
Uno degli utilizzi più conosciuti è, poi, quello relativo agli shopper per la spesa e alle federe per la raccolta dell’umido, ovvero la frazione organica e gli sfalci erbosi.
Posate, bicchieri e…
Nel mondo del catering compostabile – oltre ai derivati da polpa di cellulosa come tovaglioli e alcune linee di piatti – con le tecnologie legate alle bioplastiche è stato possibile introdurre bicchieri per bevande fresche, spalmare con film i bicchieri di cartoncino per quelle calde (incluse tazze per caffè e cappuccini), realizzare coppette gelato, vaschette termoformate, cannucce, coperchi per bevande, barattolini di yogurt e posate di ogni tipo. Per le olimpiadi di Londra 2012 si è scelto di utilizzare stoviglie biodegradabili e compostabili: a vincere la gara, è proprio il caso di dirlo trattandosi di olimpiadi, è stata l’italiana Ecozema che, per il grande evento sportivo, ha realizzato più di 100 milioni di pezzi. L’utilizzo di prodotti per il catering biocombustibili è stato spesso favorito anche dalle amministrazioni pubbliche locali, tramite lo stanziamento di fondi per l’acquisto di prodotti utilizzati nelle mense, nelle sagre e nelle feste pubbliche, ovvero mediante l’adozione del divieto di uso di stoviglie monouso “tradizionali”, lasciando, come alternative, piatti, bicchieri e posate lavabili o quelli biodegradabili e compostabili. Tra i maggiori vantaggi nella ristorazione collettiva – ove sia attiva l’apposita filiera – vi è la comodità di non dover scindere il piatto dai residui organici, conferendo tutto assieme nella raccolta dell’umido.
Agricoltura e florovivaismo
In agricoltura le bioplastiche sono utilizzate soprattutto per la pacciamatura, ovvero lo strato di materiale che viene posto sul terreno attorno alle piante per mantenere l’umidità e il calore del suolo e prevenire la crescita delle erbacce, nella realizzazione di vasetti per la florovivaistica e corde realizzati in modo tale da potersi biodegradare nel suolo senza il rilascio di eventuali residui nocivi e garantendo un notevole risparmio di tempo.
Igiene e…
Sono sempre di più i prodotti che potreste avere in bagno realizzati, in tutto o in parte, con biopolimeri. Assorbenti e pannolini certificati compostabili sostituiscono lo strato di plastica con un film di bioplastica. Vengono poi prodotti spazzolini e recentemente, grazie alla società svedese Tectubes, è stato realizzato il primo tubetto di dentifricio biodegradabile e compostabile, la cui sfida è tanto più ardua se ci si ferma a pensare che tale prodotto nasce per contenere, per un periodo medio-lungo, una sostanza chimicamente aggressiva come il dentifricio.
EcoGadget, bambini e amici animali
Gli esempi di oggettistica sono davvero tanti. Si può spaziare dalle cover per il cellulare ai rivestimenti delle pen-drive o, sotto la voce “cartoleria”, annoverare righelli, temperini e penne di tutti i tipi, incluse quelle che “custodiscono” semi per un simbolico ritorno alla terra. Immancabili, ovviamente, tra i gadget, troviamo i portachiavi.
Per i più piccoli esiste un mondo colorato di mini-mattoncini con cui giocare attaccandoli tra loro con un po’ d’acqua e una spugnetta in maniera assolutamente ecologica ed atossica. Per bimbi e collezionisti, poi, un must è la collezione di soldatini realizzati in materBi®.
Non si potevano poi escludere da questo ambito i nostri amici a quattro zampe: per aiutare la masticazione degli amici animali quale scelta migliore di un finto osso in bioplastica.
La moda… delle bioplastiche
Tra i prodotti da annoverare vi sono delle cinture e bracciali ecologici in diverse fantasie e colori. Ma l’oggetto sicuramente più trendy è l’abito da sposa messo a punto interamente grazie ai biopolimeri: per realizzare gli 8 kg di tessuto sono stati impiegati 25 kg di risorse rinnovabili, in gran parte derivanti dall’amido di mais.
Bioplastiche in pista
Le bioplastiche hanno anche utilizzi a volte impensabili per i non addetti ai lavori. Dalla collaborazione tra Novamont e Goodyear è stato messo a punto un additivo tratto dall’amido di mais che sostituisce parte del nerofumo e della silice, solitamente contenuti nella mescola dei pneumatici, per realizzarne un nuovo tipo studiato per ridurre – come precisa Novamont – “in maniera sostanziale la resistenza al rotolamento (e quindi il consumo di carburante dell’autoveicolo), la rumorosità (inquinamento acustico), le emissioni di anidride carbonica (inquinamento atmosferico), nonché l’energia necessaria per il suo processo produttivo. (…) Oltre che nella produzione degli pneumatici, questi additivi possono essere utilizzati come filler nella produzione di gomme naturali e sintetiche per prodotti quali guarnizioni, cuscinetti, nastri trasportatori, pavimentazioni, nonché nel settore calzaturiero”.
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