Trasporti
All’Italia servono più treni per la mobilità sostenibile
Uno studio di Legambiente ha messo in luce come, con un investimento di 4-5 miliardi di euro nel prossimo decennio, potrebbe essere recuperato il gap con i Paesi europei
Per una vera mobilità sostenibile, in Italia servono più treni, mentre una buona parte di quelli attuali devono essere ammodernati. È quanto evidenzia lo studio “Nuovi treni per città più vivibili” realizzato da Legambiente, con il contributo di Ansaldo Breda, che ha analizzato la situazione infrastrutturale e del trasporto ferroviario nelle città. E conferma una realtà che tutti i passeggeri abituali o occasionali hanno sperimentato di persona, ossia che i treni italiani sono troppo vecchi, lenti e lontani dagli standard europei di frequenza delle corse. In Italia sono 3.290 i treni in servizio nelle regioni. L’età media dei convogli in circolazione sulla rete regionale è di 18,6 anni, con differenze da regione a regione, dove si trovano anche treni che hanno più di 20 anni di età come succede ad esempio in Abruzzo (84,7%), Puglia (64,4%) e Umbria (66,3%).
Anche se negli ultimi dieci anni sono stati realizzati da parte delle Regioni interventi per la sostituzione del materiale rotabile, secondo Legambiente il tasso di sostituzione è ancora però troppo lento, dato che ha riguardato solo il 19,8% della flotta totale di treni regionali attualmente in circolazione. La Lombardia è la regione che ha acquistato più treni nuovi, per un totale di 125 (circa il 19% del totale nazionale), seguita da l’Emilia-Romagna con 72 treni tra revamping e nuovi. È necessario dunque un rinnovamento del parco rotabile in circolazione, sostituendo i treni con più di 20 anni di età, un il potenziamento dell’offerta nelle tratte più frequentate delle aree metropolitane e il miglioramento del servizio nelle regioni meridionali (la Jonica e la Tirrenica in Calabria, Palermo-Messina, Palermo-Catania, Trapani-Palermo in Sicilia per citarne alcune).
La studio quantifica cosa servirebbe al nostro Paese per centrare questi obiettivi e avere un trasporto su rotaia realmente funzionante: precisamente dai calcoli servirebbero 1293 treni per il trasporto regionale, 150 per rafforzare il servizio sulle linee metropolitane, 184 tram per il servizio urbano. Per raggiungere questo obiettivo servirebbe un investimento importante ma non certo impossibile, compreso tra i 4 i 5 miliardi di euro, ammortizzabili in circa un decennio. I casi di successo, anche nel nostro Paese, non mancano: nella Provincia di Bolzano, gli investimenti in materiale rotabile e nelle stazioni hanno portato a un aumento dei passeggeri che sono passati da 11mila nel 2011 a 29.300 nel 2014. C’è poi il caso della metrotranvia di Firenze, che collega Firenze a Scandicci, che a quattro anni dalla sua attivazione registra oltre 13 milioni di viaggiatori all’anno.
“Lo studio che abbiamo presentato – ha dichiarato Edoardo Zanchini, vicepresidente nazionale di Legambiente – non è solo la descrizione della situazione che ogni giorno vivono i 5 milioni di italiani che ogni giorno prendono metropolitane e treni regionali. È soprattutto un contributo importante per ragionare del futuro del Paese, perché indica una direzione precisa e percorribile di cambiamento. Per un paese come l’Italia recuperare il ritardo negli investimenti sui treni, mettendo in campo un programma nazionale per 1600 tra treni regionali, metropolitani e tram, è una scelta che non solo aiuterebbe i pendolari e la vivibilità nelle città, ma che permetterebbe di creare lavoro e innovazione nella direzione della green economy”.
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L'autore
Gianluigi Torchiani
Giornalista classe 1981, cagliaritano doc ormai trapiantato a Milano dal 2006. Da diversi anni si interessa del mondo dell’energia e dell'ambiente, con un particolare focus sulle fonti rinnovabili
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