Nuove forme di comunicazione contro il decreto rinnovabili
Gli operatori del settore si raccontano online e chiedono di non ostacolare la crescita del settore
L’attesa per il decreto di riordino degli incentivi sulle rinnovabili cresce. Le aperture fatte dall’Esecutivo nei giorni scorsi fanno ben sperare le associazioni ambientaliste e gli operatori del settore, che restano comunque sull’attenti.
In linea con l’evoluzione della comunicazione Web 2.0 da qualche ora è online in Rete l’iniziativa “Diamo voce al Fotovoltaico”, promossa da Enerpoint. “Un progetto”, spiega Paolo Rocco Viscontini, presidente e ad dell’azienda, ”pensato per dare una dimostrazione tangibile, attraverso racconti di vita, di quello che sta succedendo in Italia dopo l’approvazione del decreto Romani”
Dalle testimonianze raccolte emergono alcuni temi ricorrenti come la perdita di fiducia nelle istituzioni, il rischio di una paralisi totale del settore con impatto negativo sull’occupazione e su investimenti, un pericoloso salto indietro nella produzione di energia da fonti rinnovabili. La toscana Energy partner lamenta che “Nella ex Valle dei Jeans, vicino a Sant’Angelo in Vado, dopo il crollo del mercato tessile, con il fotovoltaico stiamo creando opportunità per i migliori talenti del territorio”. Quindi si chiede: ”Perchè uccidere questa speranza per il futuro dei nostri giovani?”
Alma Solare, azienda del Lazio, solleva un tema molto dibattuto in questi giorni: “Ci occupiamo prevalentemente di fotovoltaico, lavorando soprattutto nella provincia di Latina, la quale risente ancora della violenza della centrale nucleare di Borgo Sabotino; siamo la dimostrazione che ci può essere un’alternativa a queste centrali, un presente lavorativo per noi giovani e un futuro senza il pericolo dalle radiazioni per le prossime generazioni”.
Mixtrend, azienda piemontese, sottolinea il forte commitment verso un futuro pulito: “l’azienda è nata dall’intuizione di 4 giovani cinquantenni dotati di esperienze svariate da settori diversi, innamorati delle verdi valli cuneesi, armati di fantasia, coraggio e buona volontà… A causa del Decreto Romani lascerà a casa 40 addetti… uniamoci per salvare l’ambiente e i posti di lavoro”.
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L'autore
Pierluigi Fanghella
Editore. La passione per le tematiche legate alla sostenibilità ambientale l’ha spinto a progettare una rivista: Tekneco. Lo studio e l’approfondimento di questi temi lo impegnano in prima persona per sensibilizzare alla responsabilità e al rispetto delle risorse comuni. Un impegno che costruisce, giorno dopo giorno, grazie all’informazione.
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Solaricco
scrive il 31 marzo 2011 alle ore 20:06
Purtroppo il fotovoltaico è stato presentato come un investimento redditizio, non si è espresso quindi come un mezzo di produzione di energia ecologicamente e sopratutto culturalmente sostenibile, supportato da una presa di coscienza, ma come volontà di fare esclusivamente business. Sull'altare di questo business e dell' ottenere tutto e subito per guadagnare il più possibile , si è immolata da una parte la tecnologia che non ha fatto grossi passi avanti, perché si continua a produrre quello che già esiste da tempo, e dall’altra, l'opportunità di utilizzare uno strumento che poteva servire a sollevare le situazioni economiche delle famiglie a basso reddito, e delle amministrazioni comunali, con il contributo di tutti (bolletta elettrica), a vantaggio dei pochi che avevano disponibilità e favore dalle banche. Il Fotovoltaico è diventato uno strumento che dà ai ricchi il contributo dei poveri, proprio l'opposto di quello che doveva essere, è diventato il Robin Hood all’inverso. Gli incentivi non possono essere per tutti per il semplice fatto che sono prelevati dalle bollette di "quasi" tutti, quindi se l'aspirazione è avere il fotovoltaico per tutti, la strada è quella di fare cultura ecologica, non chiedere soldi a chi non ha la possibilità di farsi l'impianto. La retta via è far capire alla gente che invece di acquistare l'auto da 20-50 mila euro che l'anno dopo ha già perso 1/4 del suo valore, può installare a sue spese un impianto fotovoltaico e con enormemente meno un solare termico che si ripaga da solo, che rende autonomi e che fa il bene dell'ambiente e quindi di noi tutti. Solo quando passerà questo messaggio si potrà raggiungere l’obiettivo della produzione energetica sostenibile, non chiedendo soldi a chi ne ha di meno.
Luigi Dell'Olio
scrive il 01 aprile 2011 alle ore 07:30
Grazie per le riflessioni, che sottoscrivo in pieno. Luigi