Fantasia e sostenibilità ambientale tratti comuni delle sei archistar del momento
Da Frank Gehry a Zaha Hadid, le star dell'arte contemporanea puntano su soluzioni green
Photo: Garzhia
Cosa hanno in comune Frank Gehry, Tadao Ando, Zaha Hadid, Rem Koolhaas, Norman Foster ed Eduardo Souta de Moura? E’ la prima domanda che viene in mente dopo aver scorso i sei “nomi magici” individuati da Voice of America come star assolute dell’architettura contemporanea. Artisti con un background socio-culturale, orientamenti nel lavoro e inclinazioni di gusto molto differenti tra loro, ma che si ritrovano su posizioni comuni sul fronte della progettazione sostenibile. A dimostrazione che sono proprio il risparmio energetico, la produzione di energia da fonti rinnovabili e l’attenzione all’ambiente circostante i temi dominanti dell’architettura di questi anni.
L’anima verde dell’edificio si vede dalle piccole cose
Vediamo brevemente chi sono i grandi nomi indicati dalla rivista statunitense. Frank Gehry è un architetto ebreo nato in Canada, ma da tempo residente negli Usa, noto al grande pubblico per la progettazione del museo Guggenheim a Bilbao. Una struttura interamente rivestita in titanio, che è diventata la principale attrattiva del centro basco. Voce spesso fuori dal coro, in patria si è distinto ultimamente per le feroci critiche verso il Leed sistema di certificazione ambientale degli edifici. A suo modo di vedere non hanno senso patenti di sostenibilità basate sui punteggi, secondo la logica che a maggiori interventi corrisponde una ”pagella più verde”. Sono più utili le piccole cose, come il giusto sistema di illuminazione o il solare termico sul tetto.
Tadao Ando è un architetto giapponese che si è avvicinato al settore da autodidatta e si è fatto strada puntando su una tecnica minimalista, che non rinuncia a un massiccio ricorso a materiali naturali. Zaha Hadid, 60enne irachena trapiantata a Londra, è autrice – tra le altre cose – del nuovo Tribunale civile di Madrid a impatto zero, molto apprezzato dagli addetti ai lavori per la capacità di combinare sostenibilità ambientate e cura del disegno.
Soluzioni hi-tech per risparmiare energia
Rem Koolhaas, professore all’Università di Harvard, ha apposto la sua firma sul nuovo municipio di Rotterdam, composto di moduli che possono essere smontati in caso di necessità e con i piani superiori occupati da terrazzi verdi. La copertura è composta da vetrate dotate di un isolante hi-tech traslucente per ottimizzare i consumi energetici. Il ricorso a soluzioni tecnologiche è una costante per Norman Foster, progettista di Masdar, città che sorgerà nel mezzo del deserto rifiutando gli sfarzi della vicina Dubai per puntare sull’ottimizzazione delle risorse naturali. Un work in progress in cui soluzioni per l’efficienza energetica (allo stuio anche del Mit) sono affiancate da sistemi innovativi per la gestione dei rifiuti a la mobilità.
Chiude il gruppo delle archistar Eduardo Souta de Moura, architetto portoghese, vincitore quest’anno del premio Pritzker (il Nobel degli architetti). La giuria ha accompagnato il riconoscimento citando il suo lavoro sullo stadio della città portoghese di Braga, per la sua struttura ”muscolare, monumentale e perfettamente a suo agio con il paesaggio”, in quanto incorportato nel fianco di una montagna.
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L'autore
Luigi Dell'Olio
Luigi dell'Olio, giornalista pugliese free-lance, vive a Milano, dove si occupa di temi legati all'economia, alla tecnologia e alle energie rinnovabili.
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