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Energia da mari e oceani: nuove frontiere

Una start-up portoghese ha sviluppato una tecnologia per trasformare in energia il moto delle onde dell'oceano. Nel 2050 da questa fonte potrebbe arrivare il 50 per cento dell'energia UE

Scritto da il 18 ottobre 2010 alle 10:00 | 0 commenti

Energia da mari e oceani: nuove frontiere

Photo: Mike Baird


Anche mari e oceani sono fonti rinnovabili e lo sfruttamento del moto ondoso per ottenere energia pulita è l’obiettivo dell’ultimo progetto condotto dalla società Sea For Life, che dal Portogallo ha dato il via a WEGA (Wave Energy Gravitational Absorber), con l’intento di ricavare energia partendo dalla forza motrice ricavabile dalle onde dell’oceano.

L’iniziativa si fonda sull’applicazione di una tecnologia sviluppata attraverso un approfondito studio fisico delle onde del mare e considerando potenzialità e limiti di tecnologie già consolidate.

Il risultato è un impianto costituito da un’intelaiatura simile ad una gabbia – che deve essere saldamente ancorata al fondale – la cui sommità emerge dal mare. Ad essa viene appeso un cilindro, immerso nel mare per metà e lasciato libero di oscillare, mosso delle onde. Il corpo semisommerso oscilla in una traiettoria ellittica, trasmettendo movimento ad un cilindro idraulico che spinge fluido ad alta pressione attraverso un accumulatore e un motore idraulico, che azionano il generatore che produce energia.

Il corpo semisommerso è appeso alla struttura portante attraverso una testa rotante che permette l’adattamento alla direzione di propagazione dell’onda. Ogni meccanismo è posizionato sopra la superficie del mare, affinché sia possibile svolgere interventi di manutenzione in sicurezza. L’infrastruttura può essere considerata alla stessa stregua di un impianto offshore e installata in abbinamento, o come supporto, ad altre strutture realizzate per la produzione di energia da altre fonti come gli impianti per l’energia eolica.

Il progetto WEGA raccoglie in pieno l’invito lanciato da Eurocean 2010, evento che la scorsa settimana ha riunito i più grandi ricercatori marini a Ostenda (Belgio): dalla conferenza organizzata dalla presidenza Belga dell’Unione Europea è emerso che entro il 2050, sfruttando il mare come risorsa, si potrebbe ottenere metà dell’energia prodotta in ambito UE.

Esisono inoltre altre opportunità di sfruttamento del mare come risorse energetica, oltre agli impianti offshore di tipo eolico o che sfruttano il moto delle onde: il consorzio SURF (Sustainable Use of Renewable Fuels) formato da società quali Airbus, British Airways e dall’Università di Cranfiedl,  ha allo studio l’utilizzo di biocarburanti ottenuti dalla lavorazione delle alghe.

Il traguardo prospettato da Eurocean 2010 sarà conseguibile, come spiega la dichiarazione stesa dai ricercatori che vi hanno preso parte, con la cooperazione di ricerca, industria e istituzioni. E alla convergenza di intenti, sostenuta dall’auspicio di un supporto da parte dell’Unione Europea in tema di politiche di finanziamento, sarà dedicato ampio spazio nella prossima edizione della conferenza.


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L'autore

Dario Bonacina

Tecnico informatico, è collaboratore di alcune aziende industriali e si interessa di Internet e di tecnologia, con riguardo al loro impatto a livello economico e sociale, nonché di comunicazione e telecomunicazioni. E' autore di servizi e articoli per varie testate, emittenti radiofoniche e siti di informazione tecnologica.


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