Cancun, accordo al ribasso sul clima
Governanti d'accordo per tagliare del 25-40% le emissioni inquinanti. Traguardo modesto ma comunque un passo avanti importante
Photo: Cancun, sede del vertice sul clima
Il vertice di Cancun sul clima si è concluso con la firma di un documento in cui i governanti prendono atto della necessità di tagliare le emissioni inquinanti del 25-40% entro il 2020 e si impegnano a mettere in campo un fondo da 100 miliardi di dollari per aiutare le nazioni in via di sviluppo ad adattarsi ai cambiamenti climatici. A questo proposito, vengono istituiti un Comitato scientifico per valutare le opzioni in campo e un Centro per la tecnologia climatica incaricato di creare un network planetario per mettere in contatto le diverse soluzioni contro il cambiamento climatico adottate dalla comunità scientifica internazionale.
È stato quindi centrato l’obiettivo della vigilia: disegnare un percorso condiviso che riconoscesse la questione climatica tra le grandi emergenze internazionali. Un traguardo modesto, visto che mancano impegni precisi e scadenze vincolanti, frutto dello scetticismo diffuso dopo il fallimento di Copenaghen nel 2009 e alla luce della difformità di vedute tra i grandi del mondo sui destini del Pianeta.
Il fatto che i 193 paesi riuniti sotto l’egida delle Nazioni Unite nella località turistica messicana abbiano trovato un’intesa (con la sola opposizione della Bolivia) è comunque un passo in avanti. I paesi schierati su posizioni più radicali (quelli più colpiti dall’inquinamento globale) hanno accettato il compromesso in nome dello spirito multilaterale, dopo aver preso atto che la Cina accetterà controlli internazionali sulle emissioni di gas serra e dopo che gli Stati Uniti si sono mostrati più aperti che nel passato verso un percorso comune. Un risultato, quest’ultimo, frutto soprattutto delle pressioni esercitate dal Pentagono sulla Camera perché il legislatore americano si faccia carico della questione, tema cruciale per prevenire nuove tensioni a livello internazionale.
Alla fine, anche le associazioni ambientaliste – pur con diversi accenti- si sono dette soddisfatte del compromesso raggiunto, rimandando comunque un giudizio più completo alle trattative attese per i prossimi mesi.
Ora i governanti hanno davanti un anno – da qui al prossimo vertice sul clima che si svolgerà a Durban (Sud Africa) – per trovare un’intesa che permetta di definire in concreto le strategie post-Kyoto (che scade nel 2012). Tanti i nodi ancora da sciogliere: dal taglio delle emissioni inquinanti nell’atmosfera a nuovi fondi per il trasferimento delle tecnologie pulite nei paesi in via di sviluppo, dalle azioni poste in carico a ciascun paese agli incentivi ai paesi tropicali perché pongano fine alla deforestazione, fino alle modalità e all’ammontare delle sanzioni per quelli inadempienti.
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L'autore
Luigi Dell'Olio
Luigi dell'Olio, giornalista pugliese free-lance, vive a Milano, dove si occupa di temi legati all'economia, alla tecnologia e alle energie rinnovabili.
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