Investimenti
Tuteliamo il biogas
Confagricoltura e il Consorzio Italiano del settore lanciano appelli al governo per tutelare un settore in decisa crescita
Photo: elFrank70
Nessuno tocchi il biogas. È questo il senso degli appelli giunti in questi giorni dalle associazioni di settore e indirizzati al governo perché possa garantire il necessario sostegno allo sviluppo di questa fonte energetica e a tutta la filiera legata ad essa. Lo ha detto chiaramente il presidente del Consorzio Italiano Biogas, Piero Gattoni, augurandosi che «venga proposta una struttura e dei valori del sistema incentivante in grado di indirizzare uno sviluppo virtuoso del settore che premi l’efficienza, la codigestione di colture dedicate e sottoprodotti, e impianti di dimensioni equilibrate al proprio territorio».
Negli stessi giorni la questione è stata anche evidenziata dal presidente di Confagricoltura Mario Guidi che ha inviato a tre ministri del governo Monti una lettera sulle agroenergie in vista della definizione del “decreto incentivi”. La preoccupazione sollevata da Guidi è legata all’attuazione del dlgs 28/11 sui regimi di sostegno per la produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili: a suo parere «si sta concretizzando una generale drastica riduzione degli incentivi per le biomasse e per il biogas, nonché un forte ridimensionamento del ruolo dell’agricoltura nel raggiungimento degli obiettivi fissati dall’Unione Europea al 2020».
È bene ricordare che, secondo quanto disposto dal Piano di azione nazionale per le rinnovabili, licenziato al 2010, alle biomasse (e al biogas) spetterebbe la metà della produzione delle agroenergie al 2020, con l’obiettivo di arrivare per quell’anno a una produzione annua nazionale di 18.870 GWh. A livello generale, le biomasse, sempre secondo il Pan sono accreditate quale terza voce più importante, dietro idroelettrico ed eolico, nel mix delle rinnovabili italiane sempre per l’anno considerato.
Quello del biogas d’altronde fa pensare davvero a un settore dinamico e in piena crescita, ponendosi quale leva occupazionale di tutto rispetto: basti considerare che nel 2010 si contavano circa 3500 tra dipendenti e collaboratori e se ne stimava un numero equivalente impegnato nelle attività complementari di realizzazione degli impianti. Tra l’altro, restando in tema di componenti impiantistici, l’Italia è reputata uno dei Paesi più avanzati al mondo nell’ambito di queste tecnologie. E ancora: stando ai dati presentati dall’Enel sulle fonti rinnovabili e sulla loro quota nel computo della produzione di energia elettrica si legge che, solo in Lombardia, si contano 232 centrali a biogas al 2011. E ancora: in Veneto, sempre dai dati Enel, si è registrata nell’anno appena concluso di un’inversione di tendenza rispetto al 2010 tra idroelettrico e biomasse dimezzandosi quello di tipo idraulico mentre sono triplicati gli impianti da biomasse passando da 41 del 2010 a 119 complessivi di fine 2011 e sono cresciute del 50% le centrali a biogas (da 66 impianti del 2010 ai 104 del 2011).
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L'autore
Andrea Ballocchi
Andrea Ballocchi, giornalista e redattore free lance. Collabora con diversi siti dedicati a energie rinnovabili e tradizionali e all'ambiente. Lavora inoltre come copywriter e si occupa di redazione nel settore librario. Vive in provincia di Milano.
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