Stoccaggio dell’idrogeno, la via sicura c’è: l’Enea ci crede

Idrogeno a Venezia. Passa infatti dalla città sull’acqua uno dei primi traguardi dell’idrogeno come fonte energetica “pulita” del futuro: nel capoluogo veneto è in fase avanzata la realizzazione di prototipi funzionanti di serbatoi per imbarcazioni elettriche a idrogeno per le acque della Laguna. È uno dei primi risultati raggiunti dal progetto Hydrostore, nato proprio con l’obiettivo di trovare metodi sicuri, efficaci ed economici per stoccare idrogeno.
Facciamo un passo indietro. L’idrogeno è l’elemento più abbondante dell’universo. Già questo è motivo d’interesse, ma lo è molto di più il fatto che sia un vettore energetico come lo sono i prodotti petroliferi, e pure di elevata qualità, ma a differenza di questi prodotti può essere usato per ottenere un’elevata efficienza con emissioni prossime allo zero.
Finora però uno dei problemi a un impiego su larga scala dell’idrogeno come vettore energetico è stato quello di trovare soluzioni più efficaci ed economiche per accumularlo e trasportarlo. Per risolverlo ci sono diverse soluzioni, una delle quali è proprio quella portata avanti attraverso il progetto di innovazione industriale Hydrostore, cui partecipa l’Enea. Il progetto (avviato nel 2016 e con termine previsto nel 2016) è finanziato dal ministero dello Sviluppo economico nell’ambito del bando “Efficienza Energetica – Industria 2015″, che ha l’obiettivo di sviluppare tecnologie innovative per lo stoccaggio dell’idrogeno, sia nelle applicazioni mobili (ossia i veicoli) che per quelle stazionarie (produzione di elettricità per edifici residenziali), così da garantire alta capacità di accumulo e riduzioni di costi e dei consumi energetici.
Elemento centrale di queste tecnologie innovative è l’utilizzo per lo stoccaggio dell’idrogeno di speciali materiali assorbitori: gli idruri metallici, materiali solidi che presentano notevoli vantaggi in termini di sicurezza.
Come spiega l’Enea, attualmente in Italia non sono presenti produttori di tali materiali, che invece sono già commercializzati in altri paesi: “il progetto intende quindi, attraverso la collaborazione di aziende, Enti di Ricerca e Università, realizzare la prima filiera di produzione nazionale di idruri metallici per lo stoccaggio di idrogeno, che partendo dalla ricerca arrivi sino a impianti pilota e alla dimostrazione preindustriale”.
Il progetto, tra l’altro, punta a studiare l’integrazione e l’ottimizzazione dei prototipi sviluppati con sistemi di produzione dell’idrogeno mediante elettrolisi dell’acqua da fonti rinnovabili (fotovoltaico ed eolico) e del suo utilizzo in sistemi di generazione cogenerativi. A questo riguardo, in termini di generazione stazionaria, sono in fase sperimentale prototipi di serbatoi con sistemi di produzione dell’idrogeno da fonte rinnovabile da impiegare per sistemi cogenerativi di elettricità e calore: infatti con questi sistemi è possibile, oltre a produrre corrente elettrica, anche recuperare calore dai fumi esausti di combustione per effettuare il riscaldamento e/o il raffreddamento di ambienti.