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Serre fotovoltaiche: analisti ottimisti, nonostante il taglio degli incentivi

La possibilità di sommare reddito agricolo e vendita dell'energia favorisce la crescita del settore. Ecco come usufruirne

Scritto da il 19 gennaio 2011 alle 8:56 | 9 Commenti

Serre fotovoltaiche: analisti ottimisti, nonostante il taglio degli incentivi

Photo: ddesroches


Le serre fotovoltaiche sono uno dei segmenti più promettenti nel campo delle energie alternative, nonostante il taglio degli incentivi in partenza a gennaio sia particolarmente drastico nei loro confronti. Una scelta dettata dalla necessità per il legislatore di frenare la speculazione in atto. Tuttavia, le serre consentono di combinare il tradizionale reddito agricolo con le entrate derivanti dagli incentivi del Conto Energia.

La coltivazione in serra fa bene all’agricoltura

“La serra fotovoltaica è un’installazione ancorata al terreno composta da due fonti di business: sotto la copertura si tratta di una normale serra dedicata alla coltivazione, mentre il tetto è ricoperto di pannelli fotovoltaici per la produzione di energia elettrica”, spiega Alvise Donà dalle Rose, ceo dello studio legale Eversheds Bianchini. Un’opportunità che potrebbe spingere un numero crescente di imprenditori agricoli a superare le tradizionali resistenze (dovute soprattutto all’investimento richiesto) verso la conversione delle colture all’aperto in produzioni in serra, che sono a maggior valore di mercato (primizie) e più facilmente difendibili dagli agenti aggressivi. Non solo: la diffusione delle serre finora è stata frenata anche dai costi elevati per il riscaldamento, un altro ostacolo che si può superare con l’opzione fotovoltaica, che offre disponibilità in loco di energia a basso costo. “Se si sceglie di installare i pannelli su una serra già esistenti”, aggiunge Donà dalle Rose, “il processo autorizzativo è più rapido dell’impianto a terra, non essendo richiesta l’autorizzazione unica. Inoltre l’impianto è esente dal pagamento dell’Ici, purché i redditi prodotti dagli impianti fotovoltaici su serra siano connessi all’attività agricola”.

Le previsioni fanno i conti con i tagli pubblici

Secondo il Solar Energy Report redatto dal Politecnico di Milano, le serre fotovoltaiche hanno ampi spazi di crescita nel medio termine, con una stima al 2020 di 5,8 Gw di potenza installata, contro i 459 Mw censiti a fine 2008. Una quota che significa arrivare per quella data a coprire con pannelli fotovoltaici circa un quinto della superficie delle serre oggi esistenti.

Previsioni ottimistiche che devono tuttavia fare i conti con il nuovo Conto Energia 2011-2013. Rispetto al sistema incentivante in uso fino al 31 dicembre di quest’anno, che considera gli impianti sulle serre come “totalmente integrati”, dal 2011 le nuove installazioni potranno contare su tariffe molto più basse, con valori calcolati secondo una formula complessa che porta il risultato vicino alla media aritmetica tra gli incentivi previsti per i pannelli su tetto e quelli destinati agli impianti a terra. Una decisione motivata dalla volontà di contrastare la speculazione, orientata a costruire sistemi fotovoltaici su delle serre che, in realtà, non avevano alcuna destinazione agricola.

I vincoli tecnici e quelli legali

Proprio per questo motivo la normativa di settore si è fatta sempre più stringente: “Affinché un impianto possa definirsi serra fotovoltaica sono richieste dimensioni e altezze minime che garantiscano le movimentazioni all’interno, oltre al rispetto di parametri precisi in tema di aereazione”, spiega Pietro Pacchione, consigliere dell’Aper (Associazione Produttori Energia da fonti Rinnovabili) per il fotovoltaico. Ci sono poi vincoli tecnici da considerare: “Il pannello crea ombreggiamenti sul terreno, quindi non tutte le piante possono essere coltivate in serra: vanno bene piante da sottobosco come fragoline e more, funghi e l’aloe, che vivono bene anche in condizioni di irraggiamento non diretto”.

Occorre, poi, fare i conti con il vincolo temporale degli incentivi: “Per usufruirne, è necessario garantire la produzione in serra per 20 anni”, spiega Donà dalle Rose, “e questo può costituire un freno per l’imprenditore agricolo, un vincolo a coltivare anche qualora il business si dimostrasse poco produttivo”.

Infine c’è l’aspetto economico: una serra fotovoltaica costa mediamente intorno ai 4 milioni di euro a MW, contro i 3 di un impianto a terra: così, i maggiori incentivi previsti vanno messi in relazione con il surplus di costo per valutare l’utilità dell’investimento.


Commenti

Ci sono 9 commenti.

  • bovio
    scrive il 05 febbraio 2011 alle ore 15:26

    per le serre fotovoltaiche è sufficente la DIA? grazie, bovio

  • Giovanni
    scrive il 11 febbraio 2011 alle ore 22:09

    Se non ci sono particolari vincoli ambientali è sufficiente la DIA per impianti (su serre) fino ai 20 Kw

  • bovio
    scrive il 26 febbraio 2011 alle ore 17:26

    oltre i 20 kwp, invece che tipo di autorizzazione si rende necessaria?

  • Luigi Dell'Olio
    scrive il 27 febbraio 2011 alle ore 14:32

    la normativa sulle autorizzazioni è molto frastagliata a livello regionale

  • Luca
    scrive il 26 marzo 2011 alle ore 17:31

    Per la Campania, in assenza di vincoli, per una serra con impianto integrato maggiore di 20 kw è sufficiente una Dia o un permesso di costruire?

  • Pasquale
    scrive il 04 aprile 2011 alle ore 23:57

    Ciao Luca, hai fatto la DIA già con i moduli ?

  • Antonio
    scrive il 13 aprile 2011 alle ore 20:20

    In Sicilia, oltre i 200 kw è necessaria l'autorizzazione unica. Ma da 21 kw a 200 kw è necessaria DIA, permesso di costruire o autorizzazione comunale?

  • Pina
    scrive il 20 aprile 2011 alle ore 16:03

    Nel Molise come siamo messi per i vincoli, si possono coltivare po CEE e drupacee banane ed aloe bio

  • francesco
    scrive il 30 gennaio 2012 alle ore 16:38

    Buonasera sono un esperto ed appassionato e produttore di piantine di asparago selvatico o realizzato più di una asparagiaia e secondo la mia esperienza si possono impiantare gli asparagi selvatici sotto le serre o campi fotovoltaici perché in natura l'asparago selvatico viene su bene anche a mezz'ombra e precisamente dove la vegetazione e molto fitta gli asparagi selvatici predilicono le zone ombrose .per informazioni e meil ramona_knup-kcor@libero.it (cell. (3479941380

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L'autore

Luigi Dell'Olio

Luigi dell'Olio, giornalista pugliese free-lance, vive a Milano, dove si occupa di temi legati all'economia, alla tecnologia e alle energie rinnovabili.


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