Tekneco #16 - Investimenti
Se dieci anni vi sembrano troppi…
Secondo Alex Fabbro, product manager Hoval, il mercato maggiore per la geotermia a bassa entalpia è soprattutto nel Nord Italia
Un’azienda da tempo impegnata nel settore della geotermia è Hoval, la società di Grassobbio (Bergamo) attiva in diversi rami del riscaldamento e del comfort abitativo. Ne abbiamo parlato con Alex Fabbro, product manager Hoval.
All’interno della vostra variegata offerta per il riscaldamento domestico, che importanza ha la geotermia a bassa entalpia?
Il segmento delle pompe di calore a bassa entalpia ha già da anni un trend positivo di vendita. Confrontando però la crescita esponenziale delle pompe di calore ad aria, si nota che, per via del clima favorevole che abbiamo in Italia e per gli elevati costi di investimento di un impianto geotermico, la tendenza è di premiare soprattutto le pompe di calore aria/acqua, mentre sistemi con pompa di calore a bassa entalpia sono richiesti soprattutto su grandi impianti.
Si tratta di un settore che affrontate da diversi anni? Che evoluzione avete riscontrato nel tempo?
La nostra azienda costruisce già dagli anni Settanta pompe di calore e la richiesta aumenta ogni anno. Pompe di calore a bassa entalpia sono state installate all’inizio principalmente per l’uso domestico, poi, con il passare degli anni e con l’aumento dell’affidabilità e l’incremento della potenza, è aumentata anche l’installazione di queste macchine su impianti più grandi come condomini e industrie.
Quali sono i motivi principali che spingono i consumatori a scegliere una soluzione di questo tipo?
Un grosso passo, che ha fatto aumentare notevolmente l’interesse all’installazione di pompe di calore in generale, è stato il Decreto n. 28 del 3 marzo 2011, che prevede, per le nuove costruzioni, l’obbligo di una quota minima del consumo che deve essere soddisfatta da fonti rinnovabili. Attualmente una nuova costruzione deve soddisfare il fabbisogno complessivo per riscaldamento, raffrescamento, se presente, e produzione di acqua calda sanitaria con una percentuale del 35% e in contemporanea il 50% della produzione di acqua calda sanitaria da fonte rinnovabile. Proprio grazie a questo decreto anche la sensibilità delle persone a installare impianti ecosostenibili sta aumentando sempre di più. Oltre al Decreto Rinnovabili, anche il Conto termico e le detrazioni fiscali hanno dato un notevole contributo allo sviluppo positivo e all’aumento dell’interesse verso le pompe di calore.
Per quanto riguarda il costo d’investimento iniziale, secondo voi rappresenta una vera barriera per il cliente? In quanti anni si ha il payback?
Il costo dipende molto dalla tipologia di costruzione e dalla coibentazione, ma in media si aggira intorno ai 20.000 euro, dunque è elevato. Il tempo di ammortamento di un impianto con pompa di calore geotermica dipende da molti fattori. Fondamentale è con quale altro generatore di calore viene confrontato il sistema e se viene usato anche per il raffrescamento estivo. Per dare un’indicazione di massima, confrontando la pompa di calore per riscaldamento e raffrescamento con un impianto a gas e solare termico, necessario per coprire il fabbisogno prescritto dal decreto, l’impianto si ammortizza in 8-10 anni.
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L'autore
Gianluigi Torchiani
Giornalista classe 1981, cagliaritano doc ormai trapiantato a Milano dal 2006. Da diversi anni si interessa del mondo dell’energia e dell'ambiente, con un particolare focus sulle fonti rinnovabili
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