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Scozia sulle ali del vento

Cresce l’attenzione alle rinnovabili: Scozia, Italia e Usa annunciano nuovi fondi destinati allo sviluppo delle energie alternative

Scritto da il 05 marzo 2012 alle 8:15 | 0 commenti

Scozia sulle ali del vento

Le energie rinnovabili del vento, delle onde e delle maree trasformeranno la Scozia in una potenza industriale. Ne è convinto il primo ministro Alex Salmond che ripone nella green energy le sue speranze di rilancio dell’economia nazionale. Quello delle rinnovabili, in effetti, è un settore in cui la Scozia potrebbe godere di un notevole vantaggio competitivo. Basti pensare che l’antica Caledonia offre “il 25% del potenziale delle maree d’Europa, il 25% del potenziale eolico off-shore e il 10% del potenziale di sfruttamento delle onde” come ha ricordato il premier in un intervento alla London School of Economics. “Niente male per una nazione dove si concentra meno dell’1% della popolazione europea”. Uno studio della Reform Scotland gli dà ragione, stimando che il paese potrebbe diventare leader in Europa per le esportazioni di energia a basso impatto ambientale entro il 2020, con un ricavo economico di 2 miliardi di sterline all’anno. Per raggiungere l’obiettivo di una Scozia energeticamente – oltreché politicamente – indipendente, Salmond ha discusso della possibilità di dar vita ad un fondo speciale dedicato proprio alle rinnovabili. Secondo i calcoli del governo, destinando un decimo del gettito fiscale da petrolio e gas – circa 1 miliardo di sterline l’anno -, il fondo potrebbe raggiungere una dote di 30 miliardi di sterline nel corso di una generazione.

Un fondo green made in Italy

Negli stessi giorni, a Roma, viene presentato il Fondo Kyoto: seicento milioni di risorse in tre anni da dedicare a investimenti per l’ambiente attraverso interventi a livello regionale e nazionale. Istituito dalla Finanziaria del 2007 per sovvenzionare iniziative aderenti al Protocollo giapponese, il fondo è gestito dalla Cassa depositi e prestiti e sarà operativo dal prossimo 15 marzo. Fra i suoi padrini di battesimo ci sono i ministri dello Sviluppo economico e dell’Ambiente, Corrado Passera e Corrado Clini, e il direttore generale dell’Abi, Giovanni Sabatini. Il fondo potrà contare su finanziamenti a tasso agevolato (0,50% annuo) per una durata massima di 6 anni (15 per i soggetti pubblici). ”E’ un meccanismo a sportello” ha spiegato Clini alla conferenza stampa di presentazione “e potrebbe generare investimenti per almeno il doppio della cifra; l’efficacia della soluzione tecnologica e i risparmi consentiti dall’efficienza energetica, infatti, hanno condotto in passato a proseguire gli investimenti senza bisogno di sussidi”.

Usa: nuova linfa alle rinnovabili

In vista delle prossime elezioni, anche il presidente degli Stati Uniti Obama torna a parlare di energia pulita e di fondi alle rinnovabili. Il leader uscente ha proposto di destinare quasi 28 miliardi di dollari del budget 2013 alla green economy (+3,2% rispetto a quanto approvato dal Congresso l’anno scorso), di cui 2,3 miliardi per la ricerca e lo sviluppo di soluzioni tecnologiche ispirate all’efficienza energetica e biocarburanti. Rinnovato anche l’appello della Casa Bianca a mettere un freno ai sussidi alle fonti fossili, come il petrolio. Nelle intenzioni di Washington c’è un taglio di circa 4 miliardi di dollari all’anno agli incentivi fiscali previsti per compagnie petrolifere e del gas.


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L'autore

Camilla Mastellari

29 anni, Camilla Mastellari è giornalista e si occupa di comunicazione dal 2006. In veste di redattrice freelance ha scritto e continua a scrivere di temi quali ecosostenibilità, tecnologie nei paesi in via di sviluppo e giustizia sociale. Laureata in lingue e letterature straniere è nata a Torino, ma vive a Milano da almeno un decennio.


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