Rinnovabili e previsioni
Rinnovabili, la crescita globale rallenta
La persistenza degli investimenti nelle energie fossili unita alla debolezza del quadro normativo, secondo la Iea, è destinata a pesare sullo sviluppo di queste fonti
Se non è un campanello di allarme poco ci manca: l’espansione delle energie rinnovabili rallenterà nei prossimi cinque anni. La cattiva notizia arriva dall’Agenzia internazionale dell’energia (IEA), in uno dei suoi consueti rapporti sul mercato dell’energia. Il dato iniziale è abbastanza noto: la produzione di energia da fonti rinnovabili (eolica, solare e idroelettrico) a fine 2013 valeva quasi il 22% della produzione mondiale di elettricità, sostanzialmente alla pari con il gas.
Ma da qui al 2020, nonostante il continuo aumento della generazione, i progressi saranno sostanzialmente limitati, tanto che al 2020 la percentuale coperta dalle energie verdi sarà inferiore al 26% della produzione mondiale di elettricità. Il rischio, avverta la Iea, è che non si raggiungano i livelli necessari per raggiungere gli obiettivi globali di contenimento del cambiamento climatico. La produzione di energia elettrica, infatti, lo ricordiamo, è in assoluto la prima causa dell’inquinamento, ovviamente quando la produzione avviene attraverso le inquinanti risorse fossili.
Da cosa dipendono queste problematiche? Le ragioni sono tante: in primo luogo la persistenza della generazione da fonti fossili, persino in un Paese come la Cina, che assorbirà nei prossimi anni la maggioranza della crescita futura delle rinnovabili. Inoltre, nei Paesi Ocse la corsa delle fonti pulite è frenata dalla debolezza della domanda elettrica, addirittura declinante in molti Paesi (tra cui l’Italia). Nell’Unione europea le incertezze sulla natura precisa del quadro post-2020 e sulla formazione di una rete pan-europea per facilitare l’integrazione delle energie rinnovabili intermittenti, non spingono certo gli investimenti. I quali, più che di elevati incentivi, avrebbero bisogno di un contesto di mercato che assicuri un rendimento ragionevole e prevedibile per gli investitori. Ecco perché, da qui al 2020, gli investimenti nelle rinnovabili saranno di circa 230 miliardi di dollari all’anno, una cifra inferiore rispetto circa 250 miliardi di dollari investiti nel 2013.
Eppure, grazie anche ai costi decrescenti della tecnologia, mai come oggi le energie verdi – in determinati Paesi- si stanno dimostrando competitive. Ad esempio, in Brasile, dotato di buone risorse naturali e di positive condizioni di finanziamento, gli impianti eolici terrestri sono risultati più competitivi di quelli a gas naturale in alcune aste bandite dal Governo. Nel nord del Cile, gli alti prezzi all’ingrosso dell’energia elettrica e gli elevati livelli di irradiazione hanno aperto un nuovo mercato per il solare non sovvenzionato.
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L'autore
Gianluigi Torchiani
Giornalista classe 1981, cagliaritano doc ormai trapiantato a Milano dal 2006. Da diversi anni si interessa del mondo dell’energia e dell'ambiente, con un particolare focus sulle fonti rinnovabili
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