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Per l’eolico un anno difficile a livello europeo
Nel 2013 le nuove installazioni si sono ridotte dell’8% rispetto al 2012. L’Ewea ha poca fiducia anche nei nuovi obiettivi Ue al 2030
Dopo i dati negativi del mercato italiano, arrivano anche quelli europei, a conferma di come per l’eolico il 2013 non sia stato certo un anno positivo. Lo scorso anno, infatti, nell’Ue a 28 sono stati installati soltanto 11,13 GW di nuovi impianti eolici, ossia l’8% in meno rispetto al 2012. Attualmente, dunque ci sono in funzione oltre 117 GW eolici nel Vecchio Continente, che garantiscono circa l’8% della domanda elettrica europea.
Il calo del 2013, in realtà, presenta diverse sfaccettature: alcuni Paesi sono stati interessati da un vero e proprio crollo delle installazioni; tra questi ci sono la Spagna (-84%), l’Italia (-65%) e la Francia (-25%). Nella classifica dei migliori paesi per nuova produzione di eolico nel 2013 regina incontrastata è rimasta la Germania che ha saputo produrre 2.998 MW, seguita da Regno Unito con 1.883 MW, Polonia con 894 MW e poi Svezia, Romania, Danimarca, Francia e, finalmente, l’Italia con i suoi 444 MW.
In buona sostanza, due soli Paesi (Germania e Regno Unito) hanno contribuito a circa il 46% della nuova potenza installata. Un cambiamento non da poco rispetto al passato, quando la diffusione degli impianti era piuttosto frammentata nel territorio continentale. La leadership anglo-tedesca non è un caso, ma riflette piuttosto il primato dei due Paesi nelle installazioni offshore, il segmento dell’eolico a maggiore crescita e con le migliori prospettive per il futuro, considerato anche che i migliori siti terrestri sono stati già occupati negli scorsi anni.
Non bisogna, infatti, dimenticare che in una dozzina d’anni sono stati installati in Europa oltre 100 GW eolici, in massima parte a terra, che hanno contribuito a circa il 28% della nuova capacità elettrica installata in Europa. Anche per quanto riguarda il 2013, un anno non certo d’oro, la prospettiva cambia un po’ se si prende in considerazione l’intero comparto elettrico: gli 11 GW eolici hanno rappresentato circa il 32% della nuova potenza elettrica europea, un dato molto vicino a quello del fotovoltaico.
Insomma, si è reduci da anni di sviluppo tumultuoso, con segni positivi anno su anno che giocoforza non potevano essere mantenuti in eterno. Il calo dell’8%, però, ovviamente non piace alla lobby europea dell’eolico, l’Ewea, secondo cui lo sviluppo dell’energia del vento è stato ostacolato dai problemi normativi (leggi: diminuzione degli incentivi). La speranza è ora riposta negli obiettivi al 2030 , ma la recente proposta della Commissione europea non è ritenuta capace di riportare l’eolico a una crescita stabile.
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L'autore
Gianluigi Torchiani
Giornalista classe 1981, cagliaritano doc ormai trapiantato a Milano dal 2006. Da diversi anni si interessa del mondo dell’energia e dell'ambiente, con un particolare focus sulle fonti rinnovabili
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