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Energia del vento

Eolico italiano: numeri negativi per il 2013

Soltanto 450 MW i nuovi impianti installati nel 2013: ma è l’effetto previsto del nuovo sistema di incentivazione

Scritto da il 30 gennaio 2014 alle 8:30 | 2 Commenti

Eolico italiano: numeri negativi per il 2013

Come da copione, il 2013 è stato un anno negativo per l’eolico italiano. La conferma è arrivata dai dati diffusi da Anev e dal Coordinamento Free, che hanno divulgato i numeri sulle installazioni dello scorso anno: si parla di vero e proprio anno nero per l’eolico in Italia, con meno di 450 MW installati e un calo della nuova potenza di oltre il 65% rispetto al 2012.

Il 2013, in effetti, si chiude,  con un totale installato di 8.551 MW e un incremento complessivo annuale inferiore ai 450 MW, contro i 1.272,8 MW installati nel 2012 (che era stato però un anno abbastanza posiitivo). Persino il minieolico, che era atteso a una crescita significativa, ha messo a segno un trend considerato positivo ma non ancora sufficiente, con circa 20 MW complessivi di nuova potenza installata.

In realtà i segni meno devo essere interpretati e analizzati alla luce del sistema di incentivazione in vigore dall’inizio del 2013, basato su un complicato sistema di aste e registri che ha rigidamente contingentato la potenza massima incentivabile dell’eolico. Come avevamo scritto in passato, infatti, l’eolico italiano era atteso a un massimo di 532 MW, non lontano dai 450 MW effettivamente installati. Insomma, il ridimensionamento o, meglio, il dimezzamento del mercato italiano era stato già deciso diverso tempo fa dal Governo, con l’obiettivo prioritario di contenere la spesa pubblica per il sostegno alle rinnovabili elettriche, in realtà schizzata verso l’alto in buona parte per colpa del fotovoltaico.

I numeri del 2013, sono però ovviamente l’occasione per le associazioni di categoria di tornare all’attacco di un regime incentivante mai digerito fino in fondo: “Il settore eolico ha dimostrato in questi anni di avere enormi potenzialità – diventando anche un esportatore di tecnologia – e determinando, crescita economica, occupazionale (creando un’industria solida, con oltre 30.000 addetti) oltre ad apportare significativi benefici ambientali. Il Governo prenda atto sin da subito che le norme approvate negli scorsi anni stanno comportando un blocco del settore e che hanno già avuto come effetto la riduzione della forza lavoro di oltre 10.000 occupati, oltre ad aver portato al fallimento numerose aziende. Ci aspettiamo quindi che l’esecutivo intervenga quanto prima con politiche mirate che spostino gli incentivi dalla bolletta a meccanismi fiscali, definendo, inoltre, il quadro regolatorio post 2015 per consentire la sopravvivenza di un settore strategico per la green economy”.

In effetti la partita appare ora spostata al post 2015, quando scadrà il nuovo sistema di aste e incentivi: l’Italia per quella data dovrà capire in che modo sostenere le rinnovabili elettriche, eolico compreso, per stare al passo con i nuovi target europei al 2030.


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L'autore

Gianluigi Torchiani

Giornalista classe 1981, cagliaritano doc ormai trapiantato a Milano dal 2006. Da diversi anni si interessa del mondo dell’energia e dell'ambiente, con un particolare focus sulle fonti rinnovabili


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