Politiche comunitarie
L’Unione europea spinge le rinnovabili
Un recente documento ufficiale evidenzia un rallentamento nella crescita delle fonti pulite e propone delle contromisure ai Paesi membri
La direttiva europea 2009/28 sulle energie rinnovabili ha fissato obiettivi vincolanti per l’uso di queste fonti energetiche, che dovranno coprire entro il 2020 una quota del 20% del fabbisogno totale dell’Unione europea. Ciascuno Stato membro deve conseguire degli obiettivi individuali così da raggiungere il target complessivo senza eccessiva sproporzione tra Stati membri.
Inoltre, nel settore dei trasporti tutti gli Stati membri devono raggiungere l’obiettivo comune di una quota del 10% di energia rinnovabile. Questi obiettivi possono essere conseguiti aumentando la quota di energia da fonti rinnovabili, come l’energia eolica (onshore e offshore), solare (termica, fotovoltaica e a concentrazione), idroelettrica, delle maree e da biomassa (compresi i biocarburanti e i bioliquidi).
L’adozione della direttiva e, soprattutto, di obiettivi giuridicamente vincolanti ha portato a una forte crescita delle energie rinnovabili. Gli ultimi dati Eurostat disponibili indicano che l’Unione Europea e la maggior parte degli Stati membri sono sulla buona strada per conseguire gli obiettivi 2020. Nel 2010 la quota di energie rinnovabili nell’Ue era del 12,7% e la maggior parte degli Stati membri aveva già raggiunto il rispettivo obiettivo intermedio 2011-2012 previsto dalla direttiva.
In un recente documento diffuso dall’Ue, però, non si nasconde una certa preoccupazione per il futuro: nell’ultimo biennio il recepimento della direttiva è stato più lento di quanto sperato, anche a causa dell’attuale crisi economica in Europa. «Le politiche attuali non bastano, da sole, ad assicurare la necessaria diffusione di energia da fonti rinnovabili nella maggior parte degli Stati membri. Pertanto agli Stati membri verrà chiesto un ulteriore impegno per proseguire nei prossimi anni sul cammino intrapreso», sostiene l’Unione europea.
Più precisamente, per superare gli attuali ostacoli, i Paesi membri dovranno prevedere l’adozione di misure volte a ridurre gli oneri amministrativi e i ritardi; lo sviluppo della rete elettrica e una migliore integrazione delle energie rinnovabili nel mercato; un miglioramento dei regimi di sostegno, a livello di stabilità e trasparenza, di sostenibilità economica e di orientamento al mercato.
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L'autore
Gianluigi Torchiani
Giornalista classe 1981, cagliaritano doc ormai trapiantato a Milano dal 2006. Da diversi anni si interessa del mondo dell’energia e dell'ambiente, con un particolare focus sulle fonti rinnovabili
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