osservatorio sviluppo sostenibile
L’Italia non è sostenibile
Secondo il nuovo rapporto Rapporto dell'ASviS l'Italia è ancora molto lontana dall'obiettivo di sostenibilità delineato dall'Agenda 2030
Arriva la doccia fredda sul green italiano. Secondo il portavoce dell’Alleanza italiana per lo Sviluppo Sostenibile, Enrico Giovannini, infatti, l’Italia è ancora molto lontana dall’obiettivo di sostenibilitá delineato dall’Agenda 2030 e dagli impegni sottoscritti all’Onu nel 2015. Questo è ciò che emerge dal Rapporto dell’ASviS – che riunisce circa 130 organizzazioni della societá civile – “L’Italia e gli obiettivi di Sviluppo Sostenibile”, la prima analisi della situazione dell’Italia circa i 17 Obiettivi e 169 Target dell’Agenda 2030. L’ASviS. Il Rapporto contiene una serie d’approfondimenti dei 17 obiettivi dell’Agenda 2030 e una rassegna delle strategie disegnate da altri paesi europei, e illustra le proposte dell’Alleanza per interventi di natura istituzionale e ordinamentale, e per politiche economiche, sociali e ambientali integrate. E la cosa molto interessante è il fatto che il rapporto, caso raro in Italia, mette a fuoco la sostenibilità, in questo caso in negativo, unendo sociale, ambiente, lavoro e welfare.
«Con oltre 4,5 milioni di poveri assoluti, un tasso di occupazione femminile inferiore al 50%, oltre 2 milioni di giovani che non studiano e non lavorano; con investimenti in ricerca e sviluppo di poco superiori all’1% del PIL, tassi di abbandono scolastico del 27,3% per i figli di genitori meno istruiti a fronte del 2,7% per i figli di genitori in possesso di laurea e un rapporto tra ricchi e poveri tra i piú squilibrati dell’area Ocse; con significative disuguaglianze di genere e un’inaccettabile violenza sulle donne (76 femminicidi dall’inizio dell’anno); con tutte le specie ittiche a rischio, un degrado ambientale forte soprattutto in certe zone del Paese; con il 36% di persone che vive in zone ad alto richio sismico e un’alta mortalitá a causa dell’inquinamento atmosferico nei centri urbani; con una transizione troppo lenta alle fonti rinnovabili rispetto agli accordi di Parigi, l’Italia dimostra di essere ancora molto lontana dal percorso di sostenibilitá delineato dall’Agenda 2030 e dagli impegni sottoscritti all’ONU un anno fa. Eppure sappiamo di non avere alternative per garantire un futuro al Paese», ha detto Enrico Giovannini.
L’organizzazione propone di trasformare il Cipe nel “Comitato Interministeriale per lo Sviluppo Sostenibile”, di coinvolgere la Conferenza Unificata per valutare le responsabilitá delle Regioni e dei Comuni rispetto alle materie dell’Agenda 2030 e di creare un Comitato consultivo sull’Agenda 2030 e le politiche per lo sviluppo sostenibile, cui partecipino esperti nelle varie materie rilevanti e rappresentanti delle parti sociali e della societá civile, come avviene in Francia e Germania.
«È quanto mai urgente la definizione di una Strategia di Sviluppo Sostenibile che guidi le scelte di tutti gli operatori economici e sociali – ha proseguito Giovannini – e l’adozione di immediati provvedimenti da inserire nella prossima Legge di Bilancio. Con spirito di servizio verso l’intero Paese, l’Asvis offre alla politica italiana un insieme concreto di proposte per fare dello sviluppo sostenibile il paradigma di riferimento del nostro Paese».
Ma siamo ancora a una fase che si potrebbe definire “molto preliminare” poichè a un anno dalla firma dell’Agenda2030 l’Italia non dispone ancora di una base dati con gli indicatori esistenti per ol paese tra gli oltre 230 selezionati dalle Nazioni Unite.
«Se vogliamo gestire al meglio la globalizzazione, siamo chiamati a mettere in atto senza indugi gli obiettivi dell’Agenda 2030. La crisi economica, la disoccupazione, le migrazioni, i cambiamenti climatici, il terrorismo, le guerre, sono fenomeni globali che richiedono risposte globali, senza le quali avranno campo libero i nazionalismi e i populismi già oggi così aggressivi. – ha detto commentando il rapporto la presidente della Camera Laura Boldrini - Ma le soluzioni non arriveranno se non punteremo ad un nuovo modello di sviluppo, uno sviluppo sostenibile, che sappia coniugare crescita economica, rispetto dell’ambiente e promozione dei diritti. Sono questi gli obiettivi messi a punto dall’Agenda 2030, sottoscritto un anno fa da tutti i governi delle nazioni Onu. Ma questi impegni vanno concretamente fatti vivere nelle agende politiche di ogni Paese».
Secondo l’ASviS sarebbe necessario fare dello sviluppo sostenibile il punto di riferimento di tutti gli operatori economici e sociali e questo principio dovrebbe essere inserito nella Costituzione italiana.
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L'autore
Sergio Ferraris
Sergio Ferraris, nato a Vercelli nel 1960 è giornalista professionista e scrive di scienza, tecnologia, energia e ambiente. È direttore della rivista QualEnergia, del portale QualEnergia.it e rubrichista del mensile di Legambiente La Nuova Ecologia. Ha curato oltre cinquanta documentari, per il canale di Rai Educational Explora la Tv delle scienze. Collabora con svariate testate sia specializzate, sia generaliste. Recentemente ha riscoperto la propria passione per la motocicletta ed è divenatato felice possessore di una Moto Guzzi Le Mans III del 1983.
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