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Legno in energia, Fiper invoca chiarezza
Dopo la polemica sollevata dai produttori di pannelli, arriva la replica dell’associazione degli operatori delle rinnovabili, che evidenzia come il legno di riciclo non sia utilizzabile a fini energetici
Dopo l’attacco dei produttori di mobili e pannelli di legno, che avevano sostanzialmente bocciato l’uso dei materiali legnosi a fini energetici (appellandosi al Governo), arriva a stretto giro di posta la risposta della Fiper, Federazione Italiana dei Produttori di Energia da Fonti Rinnovabili, una delle principali associazioni del settore. “Occorre fare molta chiarezza sull’argomento – spiega Walter Righini, presidente Fiper – per non incorrere nel rischio di fare “di tutte le biomasse un fascio. Fiper fin dalla sua costituzione ha sempre esternato la propria contrarietà all’uso della biomassa legnosa per la sola produzione di energia elettrica in grandi impianti (sino e oltre 40 MWe), in quanto non viene perseguita la massima efficienza produttiva con l’utilizzo di detta risorsa. Condividiamo pertanto il dissenso riguardo a questo tipo di incentivazioni che arriva ed essere anche due volte superiore al valore del prodotto realizzato. Noi come Fiper abbiamo puntato viceversa su centrali cogenerative di piccola taglia in cui la produzione del calore è prevalente rispetto all’elettricità”.
Ma l’associazione vuole fare anche chiarezza sul tipo di biomassa impiegabile a fini energetici, evidenziando come Il “legno di riciclo” sia assolutamente escluso dalle biomasse legnose utilizzabili per la combustione. Il Testo Unico Ambientale ( Allegato X sezione V), infatti, autorizza l’impiego in combustione esclusivamente per le biomasse prevenienti da: coltivazioni dedicate; trattamento esclusivamente meccanico di coltivazioni agricole; interventi silvoculturali dati dalla manutenzione forestale. Riguardo gli scarti e residui industriali, consente l’impiego della biomassa legnosa derivante dalla lavorazione esclusivamente meccanica del legno vergine. Diversi sono dunque i sottoprodotti prevenienti da questa filiera: cippato, refili e tondelli di legno vergine, cortecce, segatura, trucioli, non contaminati da inquinanti.
“Come Fiper – conclude Righini – lo ribadisco diciamo NO agli incentivi alle centrali a biomassa che producono sola elettricità e siamo invece favorevoli a diversi utilizzatori che competono alla pari nel mercato di approvigionamento. A questo punto però le aziende del settore, in special modo quelle che realizzano pannelli truciolati di legno, devono essere disposte a pagare per approvvigionarsi di cippato. Ricordo infatti che, sino a pochi anni fa, le segherie lo conferivano quasi gratuitamente. Però ci vuole coerenza: occorre evitare che alcune aziende di questo comparto, per diversificare la propria attività, vendano gli scarti di lavorazione dei pannelli proprio alle imprese che producono energia elettrica che ora stanno contestando”.
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L'autore
Gianluigi Torchiani
Giornalista classe 1981, cagliaritano doc ormai trapiantato a Milano dal 2006. Da diversi anni si interessa del mondo dell’energia e dell'ambiente, con un particolare focus sulle fonti rinnovabili
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