Studi
Le rinnovabili possono aiutare il sistema elettrico nazionale
L'integrazione delle fonti pulite potrebbe assicurare 9,5 GW per i servizi di rete
I detrattori delle energie rinnovabili accusano queste fonti di aver perturbato il tradizionale funzionamento del sistema elettrico nazionale. Effettivamente, la diffusione di fonti così nuove in un sistema unidirezionale, basato cioè sulla generazione assicurata da grandi impianti centralizzati, non poteva che creare qualche scompenso. Ma la colpa non è in sé delle rinnovabili: come ha messo in luce un nuovo studio realizzato da Althesy, un nuovo disegno del mercato elettrico, basato su un’integrazione strutturale delle fonti rinnovabili, potrebbe mettere a disposizione 9,5 GW di energia rinnovabile per i servizi di rete (trasporto, distribuzione e misura dell’energia elettrica).
Le rinnovabili, che già oggi soddisfano oltre il 30% del fabbisogno elettrico nazionale, in Italia potrebbero infatti dare un contributo significativo ai servizi di rete, generando benefici per il sistema. Il potenziale stimato al 2013 è di circa 9,5 milioni di chilowatt: impianti eolici e fotovoltaici contano rispettivamente per circa 4.400 megawatt e 410 megawatt, mentre il parco idroelettrico ad acqua fluente idoneo (cioè quello senza diga) è stimato in 4.600 megawatt. Insomma, per conferire maggiore affidabilità e competitività al sistema elettrico nazionale, sarebbe quindi necessario un percorso di riassetto del mercato elettrico che assegni alle rinnovabili un ruolo più strutturale.
Tutto questo sarebbe possibile innanzitutto attraverso una sempre maggiore partecipazione delle rinnovabili ai servizi di rete, con l’introduzione di disposizioni tecniche e regolatorie e una remunerazione dei servizi ben definita; la riduzione dei tempi di chiusura del mercato per avvicinarlo al tempo reale, in modo da ridurre consistentemente gli oneri di dispacciamento, come già avviene in Paesi come la Germania, dove incidono solo per il 4% del mercato. “Uno strumento di stabilizzazione del mercato a medio termine e, al contempo, di integrazione delle rinnovabili potrebbe essere quello dei contratti a lungo termine. Allo stato in Italia e in Europa, a differenza del resto del mondo, la regolazione non ne favorisce la diffusione”, ha spiegato Alessandro Marangoni, ceo di Althesys.
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L'autore
Gianluigi Torchiani
Giornalista classe 1981, cagliaritano doc ormai trapiantato a Milano dal 2006. Da diversi anni si interessa del mondo dell’energia e dell'ambiente, con un particolare focus sulle fonti rinnovabili
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