mercati esteri
Le rinnovabili parleranno cinese
Il gigante asiatico sta adottando piani e investimenti nelle energie pulite, in particolare eolico e fotovoltaico
Nei mesi scorsi e ancora tutt’ora il dibattito in materia di rinnovabili (fotovoltaico in particolare) è stato dominato da caso cinese: le aziende del gigante asiatico, probabilmente anche attraverso pratiche commerciali scorrette, sono arrivate a controllare buona parte del mercato del solare del Vecchio Continente.
Questa polemica, però, che riserverà senz’altro altri capitoli, appare ormai legata al passato, perché nella geografia delle rinnovabili l’Europa sta progressivamente perdendo importanza, mentre la Cina, al contrario, sta assumendo un ruolo da assoluta protagonista. La fame di energia del Dragone e l’esigenza di limitare lo strapotere delle inquinanti fonti fossili sta infatti spingendo la Cina verso le energie verdi.
Il Paese è già il numero uno dell’eolico mondiale (62,4 GW installati a fine 2012) e in poco tempo è diventato una potenza anche nel fotovoltaico (6,5 GW). Ma i programmi futuri sono estremamente più ambiziosi: come comunicato recentemente da Xie Zhenhua, vice presidente della National Development and Reform, il gigante asiatico investirà, nei prossimi due anni, fino a 1,8 trilioni di yuan, pari a 294 miliardi di dollari, per combattere i cambiamenti climatici e favorire lo sviluppo delle fonti pulite.
Il Governo cinese intende allacciare alla rete elettrica nazionale, entro quella data, circa 100 GW eolici e circa 35 GW fotovoltaici. Altri 2,3 trilioni di yuan saranno destinati all’incentivazione del risparmio energetico. La corsa non si fermerà certo nel prossimo biennio: una media di 47 GW di nuovi impianti da fonti rinnovabili l’anno saranno aggiunti nel periodo compreso tra il 2012 e il 2030.
I gravi problemi economici evidenziati in questi anni da Suntech e da altri produttori del fotovoltaico, spingono però Pechino a un investimento calibrato, soprattutto nel solare. La Cina, infatti, cercherà di limitare la costruzione di nuovi industrie per la produzione di pannelli fotovoltaici, così da tagliare la sovrapproduzione e slegare il settore dalla dipendenza dagli investimenti, dopo che i prezzi dei pannelli solari lo scorso ano sono scesi di circa il 20% a livello globale.
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L'autore
Gianluigi Torchiani
Giornalista classe 1981, cagliaritano doc ormai trapiantato a Milano dal 2006. Da diversi anni si interessa del mondo dell’energia e dell'ambiente, con un particolare focus sulle fonti rinnovabili
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