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Il V Conto Energia sotto la lente | Tekneco

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Il V Conto Energia sotto la lente

In seguito alle indiscrezioni sul V Conto Energia, il mercato richiede chiarezza normativa per continuare a investire nel fotovoltaico

Scritto da il 13 aprile 2012 alle 8:05 | 4 Commenti

Il V Conto Energia sotto la lente

Dalla lettura del V Conto Energia circolate negli ultimi giorni si prevedono tempi duri per chi decidesse di investire nel fotovoltaico. Il nuovo sistema di incentivazione favorirà, infatti, i piccoli impianti e l’autoproduzione riducendo sensibilmente il sistema di incentivazione per i grandi impianti.

Se il Governo punta il dito sui costi generati in bolletta dagli incentivi garantiti al fotovoltaico e sottolinea come non ci si possa esimere dalla necessità di ripulire le bollette elettriche dagli oneri impropri, occorre sottolineare che nel 2011 il settore fotovoltaico in Italia è riuscito ad attrarre 40 miliardi di investimenti, per lo più privati, generando un gettito Iva per le casse dello Stato di 4 miliardi.

Un comparto che in Italia ha creato, negli ultimi cinque anni, ben 100mila nuovi posti di lavoro e ha contribuito alla de-carbonizzazione degli approvvigionamenti energetici riducendo, di conseguenza, la dipendenza del Bel Paese dall’approvvigionamento in mercati che risentono spesso di irrazionali pressioni sui prezzi dovuti alle instabilità geopolitiche. Inoltre va ricordato che il sistema incentivante a suo tempo definito e poi più volte rivisto, intendeva porre le condizioni perché l’Italia si allineasse agli impegni di riduzione delle emissioni inquinanti presi in sede europea.

L’eccellenza italiana

Con un parco fotovoltaico istallato di circa 13gwp che consente una produzione corrispondente al 5% del consumo energetico nazionale, l’industria fotovoltaica italiana, che genera un giro d’affari di circa 22 miliardi è una realtà in grado di creare innovazioni che hanno già consentito una riduzione del costo di installazione degli impianti dagli 7000 euro / kWp del 2010 agli attuali 3000 euro kWp.

Se da un lato sembra ineludibile una riduzione del sistema incentivante che genera costi che si riperquotono direttamente sulle bollette degli utenti, i tagli dovranno necessariamente tenere conto degli effetti che uno schock regolamentare potrebbe produrre sull’intero comparto, che oggi non sembra del tutto pronto a uno scenario con l’incentivazione garantita solo a impianti al di sotto di 3kWp.


Commenti

Ci sono 4 commenti.

  • ALBERTO ROSSI
    scrive il 13 aprile 2012 alle ore 09:40

    Salve a tutti, Il comportamento e l'irrazionalità delle scelte, in questa bozza di decreto, certificano la pochezza cerebrale degli intenti, o un acuto programma, tendente solo a far naufragare un settore, e in particolare mi riferisco alle piccole e medie aziende, che al contrario di altri settori, si stanno sviluppando portando dei benefici al nostro paese non indifferenti, che avete in parte citato nella presente, ma, purtroppo per loro, le lobby che ci governano, hanno altri interessi e ne è prova che nessuno parla che sulla bolletta Enel ci sono, carichi che non gli competono come, il nucleare, i trasporti, qualche alluvione, aiuti a Enel per la sottoproduzione delle centrali a carbone e cosi via, si riporta esclusivamente il carico degli incentivi che mi risulterebbe comunque autofinanziato in gran parte.

  • Tatiana
    scrive il 13 aprile 2012 alle ore 11:20

    Certo, ha ragione il Sig. Rossi. I giornalisti, gli unici che potrebbero far parlare di ciò dove sono? Quanto qui commentato devrebbe far ECO tra le varie trasmissioni quando si presenta il discrso dell ministro Passera che intende tagliare gli incentivi al fotovoltaico perchè quest'ultimi attingono ancora nelle tasche degli italiani già svuotate dalle nuovo programma di tassazione. Volendo fare un ulteriore commento, dico Ok, gli incentivi per il FV sono pagati da tutti noi ed alazano le nostre spese...Ma allora la notizia fresca fresca di ieri? Il governo vuole tassare gli SMS con 2 cent. di euro da destinare alla protezione civile ... ! E non stanno rimettendo le mani nelle ns tasche? Per non parlare poi di tasse fisse a cui forse non facciamo più caso, tipo "il canone rai" 110,00 euro da pagare per forza ogni anno - anche se hai sky :-) - e le accise sulla benzina? Vogliono abbassare gli incentivi, andando tendenzialmente ad eliminare il fotovoltaico, ma abbiamo raggiunto o raggiungeremo il limite imposto dall'Europa per il 2020 sulle emissioni di gas serra? No, e così non ci arriveremo mai: si intravedono all'orizzonte altri milioni di euro in multe per l'Italia. E chi le paga le multe che riceve il nostro Stato? Come sempre gli ITALIANI.

  • giovanna
    scrive il 13 aprile 2012 alle ore 11:56

    Hanno vietato gli impianti a terra senza considerare che, principamente nelle zone svantaggiate, molto spesso, i terreni restano incolti perchè non sufficientemente produttivi. Qui non si opera nell'interesse del Paese ma di "intgeressi personali"!

  • salimba
    scrive il 13 aprile 2012 alle ore 14:45

    Purtroppo i nostri capi capiscono solo una cosa. Se si pagassero le bollette per la sola quotaparte del costo energetico vero e proprio, allora presterebbe molta più attenzione all'opinione dei cittadini e degli addetti ai lavori (lobby escluse). Ci vorrebbe una azione coordinata da parte delle organizzazioni dei consumatori, magari con un convegno on.line dedicato a questo tema fondamentale. salimba

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L'autore

Luigi Dell'Olio

Luigi dell'Olio, giornalista pugliese free-lance, vive a Milano, dove si occupa di temi legati all'economia, alla tecnologia e alle energie rinnovabili.


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