Klimahouse Puglia 2012
La Puglia e l’eccellenza nelle energie rinnovabili
Il primato pugliese è merito delle risorse naturali, ma anche di una normativa regionale che facilita gli investimenti in questi settori
Photo: flickr.com - Nicola Colella
C’è un’Italia che fa invidia alla Germania. Lo sviluppo delle energie rinnovabili nel nostro paese è considerato in tutto Europa un benchmark da seguire. Secondo l’ultimo studio dell’Ihs iSuppli Market Brief, nel 2011 la Penisola ha strappato alla Germania il primato mondiale nel fotovoltaico raddoppiando la potenza installata rispetto al 2010: siamo passati da 3,9 a 6,9 gigawatt, mentre in Germania le installazioni sono calate del 20% arrestandosi a quota 5,9 GW rispetto ai 7,4 GW del 2010. Al terzo posto, ma molto distanti, gli Stati Uniti, con 2,7 GW di nuove installazioni, quindi è la volta della Cina (con 1,7 GW), del Giappone (1,3 GW) e della Francia (1,1 GW).
Il record italiano è dovuto in particolare alle performance della Puglia, che si è aggiudicata il primato per la maggiore capacità produttiva con 1.486 megawatt di potenza proveniente da 16.803 impianti, mentre la Toscana, con 8347 impianti per 337 MW si è distinta soprattutto per l’attivismo delle piccole realtà come i territori montani. Ma nel Tavoliere non c’è solo il sole: anche sull’eolico la Puglia si difende bene, essendo al secondo posto nella classifica regionale dopo la Sicilia, con oltre 1.300 megawatt di pale a fine 2010, corrispondenti al 17% della potenza installata nella Penisola. Sul fronte delle bioenergie è terza con 220 megawatt, pari a poco meno del 10% della potenza nazionale. I dati, ricavati dall’ultima indagine di Terna, rivelano che nel 2010 la Puglia ha contribuito per un quinto di tutta l’energia prodotta in Italia dalle nuove fonti rinnovabili, vale a dire escludendo l’idroelettrico delle grandi dighe, tipicamente alpine, e il geotermico toscano. E, con molta probabilità, l’incidenza sarà confermata quando verranno pubblicati i dati del consuntivo 2011.
Il primato pugliese non è solo merito delle risorse naturali presenti sul territorio, ma anche di una normativa regionale che sin dall’inizio ha cercato di facilitare gli investimenti in questi settori, tagliando burocrazia e ridondanze a vari livelli, ma senza trascurare la tutela del territorio. Intanto, nelle scorse settimane la Regione ha deliberato una spesa di 32 milioni di euro per l’efficientamento energetico e il miglioramento della sostenibilità ambientale degli edifici pubblici. Soldi, ai quali si aggiungeranno altri 38 milioni d’ investimenti privati. In totale quindi circa 70 milioni perché ogni scuola, municipio, ospedale, parcheggio sia dotato di pannelli fotovoltaici. E altri stanziamenti potranno essere previsti dai singoli comuni.
Nell’Area vasta di Bari, il programma prevede 18 interventi, di cui 15 legati alle scuole di Molfetta, Polignano, Adelfia, Palo, Ruvo, Bitetto, Conversano, Rutigliano, Cellamare e tre per dare lustro ai palazzi di città di Giovinazzo, Binetto e Toritto. Costo: 9 milioni 200mila euro. Al Brindisino saranno assegnati 5 milioni 500mila euro, nel Salento finiranno 5 milioni 700mila euro, in Valle d’Itria 4 milioni 600mila, a Lecce 6 milioni, nell’ Area vasta di Taranto, infine, 6 milioni 400mila euro.
Le iniziative sul fronte energetico non si limitano al solo sviluppo delle fonti rinnovabili. Del resto l’Europa ha indicato nell’efficienza energetica una priorità con il suo programma 20-20-20 che impone una drastica riduzione delle emissioni inquinanti nell’ambiente. In questa direzione si muove, tra gli altri, l’accordo stipulato a Bari dall’Autorità Portuale del Levante e l’Enel che punta a ottimizzare l’uso dell’energia per tutte le attività portuali, con lo studio di un sistema di alimentazione elettrica delle grandi navi che permette, durante la loro sosta in porto, di spegnere i generatori di bordo, con il taglio di ingenti quantità di emissioni. La maggiore efficienza e i sistemi di abbattimento degli inquinanti che caratterizzano le centrali elettriche, infatti, consentono una riduzione di oltre il 30% delle emissionidi Co₂ e di oltre il 95% per gli ossidi di azoto e il particolato rispetto a quelli prodotti con i generatori di bordo.
Nuove regole sono state imposte anche per lo sviluppo delle nuove attività commerciali. Nelle scorse settimane la Giunta regionale ha approvato il regolamento per disciplinare l’apertura delle grandi strutture di vendita, che riduce i tempi autorizzativi solo per gli ipermercati a impatto zero che non sorgeranno su terreni agricoli e saranno agevolmente raggiungibili dai centri urbani. Oltre a presentare altre caratteristiche rispettose dell’ambiente come impianti per la produzione di energie rinnovabili, il risparmio idrico e il recupero dei materiali di scarto. Regole utili a favorire uno sviluppo imprenditoriale “amico” dell’ambiente.
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L'autore
Luigi Dell'Olio
Luigi dell'Olio, giornalista pugliese free-lance, vive a Milano, dove si occupa di temi legati all'economia, alla tecnologia e alle energie rinnovabili.
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