***ATTENZIONE***
VERSIONE OLD DI TEKNECO AGGIORNATA SINO A GENNAIO 2017
Clicca qui per visualizzare il nuovo sito
La birra che produce energia

ricerca energia alternativa

L’energia arriva dagli scarti della birra

L'Universitá del Colorado ha sviluppato un processo di bioproduzione che, dalle acque reflue dei birrifici, crea materiali necessari alle celle elettrochimiche

Scritto da il 19 ottobre 2016 alle 9:00 | 0 commenti

L’energia arriva dagli scarti della birra

L’economia circolare fa la birra. No non parliamo di qualche bizzarro esperimento di un ecologista appassionato di birre, ma di una ricerca che potrebbe portare a nuove batterie. Negli ultimi tempi la ricerca di nuovi materiali per l’accumulo dell’energia non è stata, solo, appannaggio degli ingegneri. A tentare di risolvere questi problemi ci si sono messi anche i biologi che stanno tentando di mettere a punto sistemi che utilizzano la biomimesi, ossia l’ispirarsi a sistemi naturali per sviluppare applicazioni industriali. Nel campo dell’accumulo energetico si stanno sperimentando, per esempio, batterie che nascono dai funghi o componenti di supercondensatori ispirati alle vitamine e che sono solo alcune delle innovazioni che identificano un nuovo modo di pensare all’accumulo dell’energia. Questa metodologia è stata utilizzata dai ricercatori Zhiyong Jason Ren e Tyler Huggins all’Universitá del Colorado dove è stato sviluppato un nuovo processo di bioproduzione che utilizza un organismo cresciuto nelle acque reflue dei birrifici, per creare i materiali a base di carbonio necessari alle celle elettrochimiche. Si tratta di una soluzione win-win, ossia nella quale vincono tutti. Da una parte si riducono i costi di smaltimento rifiuti dei birrifici, mentre dall’altra si ottengono incubatori di biomateriali per i produttori di batterie. E il tutto si basa su una muffa.

«I birrifici utilizzano circa sette barili d’acqua per ogni barile di birra prodotto. – spiega Huggins – E non possono semplicemente scaricare i sottoprodotti così come sono nelle fogne, perchè sono necessari alcuni passaggi di filtraggio».

Il processo di conversione dei materiali biologici in strutture a base di carbonio per l’accumulo energetico è un procedimento giá in uso in diversi settori dell’industria energetica. Ma la biomassa in natura è intrinsecamente limitata sia dalla carenza delle risorse, sia dall’impatto durante l’estrazione che dalla sua composizione chimica intrinseca, rendendo il processo costoso e difficile da ottimizzare.

Per questi motivi i ricercatori hanno deciso di impiegare l’efficienza degli stessi sistemi biologici per produrre strutture chimiche sofisticate e uniche, facendo crescere nelle acque di scarto della birra, una muffa: la Neurospora crassa. «L’acqua di scarico è ideale per far crescere il nostro fungo», continua Huggins. Coltivando la loro materia prima nelle acque reflue, i ricercatori sono stati in grado di migliorare i processi chimico-fisici delle muffe fin dai primi esperimenti, creando uno dei piú efficienti elettrodi di derivazione naturale per batterie al litio conosciuto fino a ora. I risultati sono stati pubblicati di recente sulla rivista American Chemical Society Materiali e Interfacce Applied dove gli autori spiegano: «se il processo fosse applicato su larga scala, le fabbriche di birra potrebbero potenzialmente ridurre i loro costi di smaltimento rifiuti mentre i produttori avrebbero accesso ad un mezzo conveniente per l’incubazione di componenti tecnologici avanzati per le batterie». Insomma non è proprio la Delorean di “Ritorno al futuro”, ma ci si sta avvicinando.

 


Rispondi

Nome (richiesto)

Email (richiesta, non verrà pubblicata)

Sito web (opzionale)


Condividi


Tag


L'autore

Sergio Ferraris

Sergio Ferraris, nato a Vercelli nel 1960 è giornalista professionista e scrive di scienza, tecnologia, energia e ambiente. È direttore della rivista QualEnergia, del portale QualEnergia.it e rubrichista del mensile di Legambiente La Nuova Ecologia. Ha curato oltre cinquanta documentari, per il canale di Rai Educational Explora la Tv delle scienze. Collabora con svariate testate sia specializzate, sia generaliste. Recentemente ha riscoperto la propria passione per la motocicletta ed è divenatato felice possessore di una Moto Guzzi Le Mans III del 1983.


Il solare termico, corso online
Focus, la rivoluzione della domotica
Klimahouse 2017
RUBNER
AQUAFARM
BANCA ETICA
SIFET
BUILDING INNOVATION

ANICA
tekneco è anche una rivista
la tua azienda su google maps

Più letti della settimana



Continua a seguire Tekneco anche su Facebook:

Altri articoli in Energia Alternativa
Parchi fotovoltaici
Grandi impianti solari, tagliare le perdite si può

Il corretto monitoraggio può aiutare a ridurre le perdite di resa nei parchi fotovoltaici di oltre il 99,5%. L’analisi di Solarplaza

ILL2016_expo
LED lighting, domotica e nuove tecnologie, i numeri di Illuminotronica 2016

Con oltre 7.000 operatori intervenuti e un +15% di crescita, Illuminotronica si conferma punto di riferimento italiano

Close