Politiche comunitarie
Juncker punta sullo sviluppo delle rinnovabili
Il neo presidente della Commissione Ue vuole un’Europa che parli con una voce sola nel settore energia, per evitare un'eccessiva dipendenza dalle importazioni estere
La nuova Commissione europea guidata da Jean-Claude Juncker, la cui elezione è stata ratificata nei giorni scorsi dall’Europarlamento, sembra intenzionata a proseguire sulla strada delle rinnovabili e della sostenibilità, nell’ottica del pacchetto 20-20-20. Il discorso programmatico pronunciato dal nuovo presidente dell’esecutivo Ue, pur senza entrare eccessivamente nei dettagli, sposa – almeno a parole – la linea di sostegno alla green economy. Juncker innanzitutto evidenzia come “gli eventi geopolitici attuali (il riferimento è alle crisi libica e ucraina, ndr) e ci abbiano ricordato con forza che l’Europa si affida in misura eccessiva alle importazioni di combustibili e gas”.
L’obiettivo dell’ex premier del Lussembrugo è quello di fondare una nuova Unione europea dell’energia, ossia di una vera politica energetica integrata, ossia un qualcosa che sinora si è visto troppo poco: “Dobbiamo unire le nostre risorse, unire le nostre infrastrutture e unire il nostro potere negoziale nei confronti dei paesi terzi. abbiamo bisogno di diversificare le nostre fonti di energia, e ridurre l’elevata dipendenza energetica dei nostri Stati membri”. L’idea di fondo è quello di limitare la dipendenza energetica da un solo fornitore: se il prezzo per l’energia da Oriente dovesse diventare troppo costoso, sia in termini economici che politici, l’Europa dovrebbe essere in grado di passare molto rapidamente a una fornitura diversa.
Un canale di approvvigionamento interno è rappresentato dalle energie rinnovabili: Juncker dice esplicitamente di voler rafforzare la quota delle fonti pulite nel nostro continente. Anzi, si spinge oltre, tanto da voler fare dell’Unione europea il numero uno mondiale del settore. Non solo per risolvere l’annosa questione del cambiamento climatico, su cui il neo presidente dell’Esecutivo comunitario ha confermato lo sforzo europeo in vista della riunione delle Nazioni Unite a Parigi nel 2015 (obiettivo contenere il surriscaldamento entro i due gradi centigradi). Ma anche in un’ottica di politica industriale: la svolta green è ritenuta indispensabile per avere energia a prezzi accessibili nel medio termine.
Infine, Juncker ha speso parole importanti per quanto riguarda l’efficienza energetica, sinora il più bistrattato dei cardini della politica ambientale europea, tanto che i raggiungimento degli obiettivi al 2020 al momento appare difficile. Juncker si propone invece di superare questo target, in particolare per quanto riguarda la diminuzione dei consumi nel settore edilizio, tanto da dichiararsi favorevole all’introduzione di un obiettivo vincolante. Insomma, le intenzioni sono positive, anche se poi andranno verificate nel concreto, in particolare quando nei prossimi mesi saranno definiti gli obiettivi energetico ambientali al 2030.
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L'autore
Gianluigi Torchiani
Giornalista classe 1981, cagliaritano doc ormai trapiantato a Milano dal 2006. Da diversi anni si interessa del mondo dell’energia e dell'ambiente, con un particolare focus sulle fonti rinnovabili
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