Energie verdi
L’Italia risale nella classifica delle rinnovabili
Nel nostro Paese il dibattito è però di nuovo dominato dal tema degli incentivi, per effetto dell’annunciato intervento governativo
Nonostante tutte le incertezze e le preoccupazioni sullo stato di salute delle fonti pulite nel nostro Paese, l’Italia resta sempre un protagonista delle energie rinnovabili su scala globale. La conferma arriva dal Renewable Energy Country Attractiveness Index‘, la classifica dei Paesi che attirano più investimenti, pubblicata nei giorni scorsi dalla società britannica Ernst & Young.
Il Belpaese, infatti, risale dall’undicesimo al decimo posto tra i mercati mondiali più interessanti per le energie rinnovabili. L’Italia, in particolare, scalza dal decimo posto il Belgio, che scende all’undicesimo, grazie a una crescita più consistente dell’elettricità verde e a condizioni più favorevoli sul fronte dei tassi di rendimento delle obbligazioni a lungo termine e dei tassi di interesse a breve termine.
Ai primi tre posti della classifica si confermano Stati Uniti, Cina e Germania. Segue il Regno Unito, che guadagna una posizione grazie alla serie di annunci con cui il governo ha spiegato come intende sostenere in futuro le energie verdi. La top ten prosegue con Giappone, Australia, Canada, Francia e India. Tra i primi venti entrano in classifica anche le europee Spagna (13/ma), Danimarca (14/ma), Portogallo (17/ma), Olanda (18/ma) e Svezia (19/ma).
I risultati della classifica indicano, insomma, che il nostro Paese presenta ancora buone potenzialità nel settore delle energie verdi, eppure il dibattito di queste ultime settimane appare ancora inchiodato al passato. La proposta del ministro dello Sviluppo economico, Flavio Zanonato, di intervenire sugli incentivi già assegnati agli impianti rinnovabili negli anni passati per limitarne il peso sugli utenti elettrici, ha riaperto il dibattito in materia.
Il provvedimento definitivo dell’Esecutivo dovrebbe essere varato nei prossimi giorni, però appare probabile che i diritti acquisiti dei produttori non saranno toccati: non ci sarà, perciò, la temuta spalmatura dei sussidi da 20 a 30 anni. Il Governo, piuttosto, appare intenzionato a stabilizzare il peso degli incentivi a quota 9 miliardi di euro l’anno (oggi viaggiamo intorno agli 11 miliardi) tramite l’emissione di bond da collocare sul mercato.
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L'autore
Gianluigi Torchiani
Giornalista classe 1981, cagliaritano doc ormai trapiantato a Milano dal 2006. Da diversi anni si interessa del mondo dell’energia e dell'ambiente, con un particolare focus sulle fonti rinnovabili
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