Industria alle prese con lo spettro carbon tax
Dopo aver spinto in Italia per il taglio agli incentivi sulle rinnovabili, le aziende energivore rischiano di dover fare i conti con le restrizioni europee
Photo: Vistavision
Si avvicina la vittoria in campo nazionale, ma anche la sconfitta su base internazionale per le grandi aziende energivore del nostro paese. Dopo aver spinto il Governo a rivedere in senso restrittivo gli incentivi allo sviluppo delle rinnovabili – obiettivo quasi raggiunto, con il decreto ormai in via di approvazione -, infatti, ora l’industria si trova a fare i conti con l’incubo della Carbon Tax.
Il provvedimento, che introduce una tassa a carico dei grandi inquinatori, sarà discusso domani dalla Commissione Europee. L’annuncio è arrivato dal Commissario alla Fiscalità, il lituano Algirdas Semeta, secondo il quale l’attuale tassazione dei prodotti energetici, infatti, “non e’ coerente” e si muove su basi sbagliate. In particolare, – ha sottolineato – concede “incentivi sbagliati per prodotti inquinanti” e non contribuisce sufficientemente alla politica europea e al raggiungimento degli obiettivi Ue su efficienza energetica e clima.
Le caratteristiche del provvedimento
Gli elementi principali della proposta che verra’ formulata in sede europea riguardano in primo luogo l’introduzione di due elementi nuovi nella struttura fiscale: uno basato sulle emissioni di CO2, l’altro sul contenuto energetico di ciascun prodotto. “La tassazione sara’ quindi basata su criteri oggettivi e fornira’ un trattamento coerente per fonti e consumatori di energia”. In secondo luogo, con l’introduzione dell’anidride carbonica nella tassazione dei prodotti energetici, gli Stati membri potranno “coprire” anche tutte quelle aree in cui il sistema di scambio delle emissioni dell’Unione europea non si applica.
I timori degli industriali
L’industria guarda a questa prospettiva con timore perché comporterebbe un appesantimento del carico fiscale. In sostanza, il suo costo sarebbe proporzionale alle emissioni inquinanti nell’ambiente per cui il peso sarebbe maggiore per aziende dell’automotive e dell’energia. Che, date le attuali condizioni dell’economie, difficilmente potrebbero scaricare i costi sui consumatori. Tuttavia, un peggioramento eccessivo dei conti aziendali potrebbe spingere queste aziende a una pioggia di licenziamenti, con un generale rallentamento dell’economia e della stessa capacità di consumare. Prospettive che stanno spingendo la stessa Commissione Ue a cercare un difficile equilibrio tra i fattori in gioco.
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graziano simula
scrive il 15 aprile 2011 alle ore 18:59
salve buon pomeriggio vi disturbo solo per farvi sapere che come energia non c'è solo il fotovoltaico o l'eolico ma anche il nostro brevetto nato dopo anni di studi noi possiamo recuperare l'energia cinetica di mezzi in movimento per poi trasferirla in energia elettrica ma dovremo andare all'estero per poter vendere il prodotto perchè l'italia e sorda a questo grazie per l'attenzione saluti