rinnovabili
In arrivo quindici anni di investimenti e crescita
La competitività economica delle tecnologie verdi sarà la chiave dell’espansione, prevede Bloomberg
Si può essere ottimisti sul futuro delle energie rinnovabili, che sono destinate a correre a un buon ritmo nei prossimi 15 anni, non solo in Europa, ma anche nei Paesi emergenti. La previsione arriva da una fonte abbastanza neutra, ossia Bloomberg New Energy Finance, la società dedicata alle energie rinnovabili della famosa agenzia finanziaria americana. L’ottimismo deriva, soprattutto, dalle stime sugli investi- menti: da qui al 2030 le energie verdi dovrebbero riuscire a intercettare ben due terzi dei 7.700 miliardi di dollari di investimenti globali nell’elettricità. Per la precisione, si tratta di circa 5.100 miliardi di dollari di investimenti complessivi, che saranno destinati alle fonti rinnovabili (idroelettrico tradizionale compreso). La grande maggioranza (2.500 miliardi) saranno assorbiti dall’Asia, a seguire Europa (967 miliardi), Americhe (816 miliardi) e l’area Medio Oriente-Africa (818 miliardi). Cosa produrrà questo gigantesco sforzo finanziario? Bloomberg prevede che saranno messi in funzione entro il 2030 circa 4.000 GW di impianti alimentati a fonti pulite, mentre nello stesso intervallo temporale le diverse risorse fossili (carbone, gas e centrali a olio combustibile) non andranno oltre i 1.073 GW. Tanto che la quota delle risorse tradizionali nella produzione mondiale di energia elettrica è destinata a passare dal 64% del 2012 al 44% del 2030. Le vere e proprie energie alternative, eolico e fotovoltaico, al contrario, peseranno per circa il 16% della potenza installata mondiale (contro l’appena 3% di fine 2012). A livello europeo, a dispetto delle polemiche attuali che interessano il varo degli obiettivi europei al 2030 in materia di energia e ambiente, lo studio Bloomberg evidenzia una situazione di netto predominio delle rinnovabili nella generazione elettrica, che conteranno per il 60% in termini di capacità installata (rispetto al 41% attuale) e assicureranno circa la metà del fabbisogno continentale. Saranno, dunque, connessi alla rete ben 557 GW di nuovi impianti, ma non si deve pensare tanto a un boom di grandi installazioni: al contrario, i prossimi 15 anni vedranno il trionfo in Europa della generazione distribuita, con il fotovoltaico residenziale che si accaparrerà la fetta maggiore degli investimenti. In effetti, la competitività delle rinnovabili sarà tale (grazie alle smart grid e ai sistemi di storage) che l’unica fonte ad avere bisogno di un sistema di incentivi sarà l’eolico offshore. Percentuali importanti saranno raggiunte dalle energie verdi anche in Asia, con oltre 1.700 GW di capacità costruiti entro il prossimo quindicennio. A livello di singoli Stati la Cina farà la parte del leone, ma grandi progressi sono attesi anche in India (che quadruplicherà la sua capacità) e Giappone (chiamato a rinnovare il proprio sistema elettrico). Al di là dei singoli Paesi e dei numeri, però, il messaggio principale che arriva dallo studio Bloomberg è un altro: le rinnovabili, al contrario dello scorso quindicennio, non avanzeranno tanto per ragioni politiche (incentivi e altre modalità di sostegni), ma per cause economiche, ossia per la loro maturazione tecnologica e l’aumentata competitività sul mercato, grazie alla sensibile riduzione dei costi di generazione.
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L'autore
Gianluigi Torchiani
Giornalista classe 1981, cagliaritano doc ormai trapiantato a Milano dal 2006. Da diversi anni si interessa del mondo dell’energia e dell'ambiente, con un particolare focus sulle fonti rinnovabili
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