Gli incentivi a una svolta?
Alla luce della manovra finanziaria il panorama normativo sembra aver perso chiarezza.
Il patrimonio immobiliare italiano è caratterizzato da un basso livello qualitativo, ma cinque anni di detrazioni fiscali hanno portato una graduale assimilazione dei temi del risparmio energetico attraverso interventi di riqualificazione energetica degli edifici (da quelli più semplici, come la sostituzione degli infissi o delle caldaie, a quelli più complessi come i cappotti murari) da parte di un sempre maggior numero di consumatori finali o progettisti. Anche se, finora, non sono state tutte rose e fiori. Secondo l’architetto Daniele Valentini, professionista con studio a Forlì che si occupa di edilizia residenziale e pubblica, già lo spostamento da cinque a dieci anni del recupero di parte della spesa ha demotivato una buona fetta di utenti, soprattutto privati, a intraprendere opere edilizie all’insegna del risparmio energetico. Oltretutto, le incognite sulla durata delle apparecchiature dei pannelli solari e del fotovoltaico contribuiscono a generare scetticismo. Dopo una decina di anni la produzione comincia a creare problemi e, in più, secondo Valentini, tutta la normativa di questa materia è gravata da una complicazione burocratica ancora molto elevata della quale l’utente finale non viene a capo senza l’aiuto di un consulente.
Incognita incentivi
Anche per Patrizia Zanelli, proprietaria di un rustico nella provincia di Grosseto di cui ha seguito personalmente la ristrutturazione che lo ha trasformato in un’abitazione di circa 120 mq su due livelli, il problema iniziale è stato legato alle difficoltà da parte degli enti a portare avanti le impostazioni di base riguardo le richieste di incentivi. «Oggi – dice Zanelli le aziende tipo Enel o Sorgenia propongono impianti personalizzati chiavi in mano e le cose si sono semplificate rispetto a due-tre anni fa. Il nostro impegno, però, per ora ha dato i suoi frutti. I lavori di ristrutturazione e l’installazione dei pannelli solari sono rientrati nel 36% di detrazione. Per l’installazione del solare abbiamo usufruito anche di un finanziamento del 20% a fondo perduto da parte della Regione Toscana. L’impianto fotovoltaico, che ha usufruito della detrazione del 55%, è stato tarato sulla copertura dei nostri fabbisogni in base al consumo negli anni precedenti e alimenta in parte anche l’acqua calda della caldaia a pellet. La casa energicamente vive da sé, noi paghiamo solo la bolletta dell’acqua e i pellet per il riscaldamento».
Le regole, per ora
Per tutto il 2011, il bonus 55%, cioè la detrazione fiscale per i costi sostenuti per lavori di riqualificazione energetica di edifici esistenti, è stato prorogato. Con nuove regole, però, a partire dalla ripartizione a rate del costo. Nel 2010, infatti, il bonus era fruibile suddividendolo in cinque rate di pari importo, mentre per nel 2011 la ripartizione si è allungata, passando a dieci rate annuali di pari importo. Questa la situazione a tutt’oggi, ma la manovra Finanziaria ha aperto nuove incognite. L’art. 40, comma 1-ter della legge 111/2011 prevede la riduzione di molte agevolazioni fiscali, alcune delle quali riguardano gli immobili: le detrazioni fiscali del 36% sulla ristrutturazione edilizia e del 55% per gli interventi di riqualificazione energetica potrebbero subire tagli del 5% nel 2013 e del 20% a partire dal 2014. Al fine di capire quali sono i rischi reali per chi è interessato a queste forme di agevolazione fiscali è necessario fare chiarezza su alcuni punti. Innanzitutto, i tagli si applicheranno solo se entro il 30 settembre 2013 il Governo non varasse una riforma fiscale in grado di produrre un risparmio per lo Stato di almeno 4 miliardi di euro per il 2013 e di 20 miliardi di euro annui a decorrere dal 2014; i tagli sono stati infatti introdotti nella manovra soltanto come ipotesi “paracadute” nel caso in cui il Governo non riuscisse entro il 2013 a recuperare con i risparmi sulla spesa queste somme. Il secondo punto riguarda la retroattività con cui verrebbero applicati. Non è ancora chiaro se il taglio dei bonus è da intendersi come una riduzione di nuove forme di incentivo emanate a partire dal 2013 (per esempio su una proroga delle detrazioni del 55% e 36%, in scadenza rispettivamente a fine 2011 e fine 2012) oppure come mancata restituzione sulle tasse per tutti i contribuenti che attualmente godono delle detrazioni. Nel primo caso, si delineerebbe una semplice diminuzione dell’efficacia delle agevolazioni. Il 36% scenderebbe al 34% per il 2013 e a poco meno del 29% dal 2014, mentre il 55% sulla riqualificazione energetica si ridurrebbe al 52% nel 2013 e al 44% dal 2014. Nella seconda ipotesi, si ridurrebbero invece le quote che lo Stato sta rimborsando a tutti i contribuenti per lavori effettuati negli scorsi anni.
Un bilancio positivo
Secondo i dati dell’Enea, dal 2007 al 2010, nei primi quattro anni di vigenza del bonus del 55% sono stati realizzati interventi per 11,1 miliardi di euro, sui quali i contribuenti stanno recuperando in cinque anni 6,1 miliardi di euro (il 55% di 11,1 miliardi). Se a questa cifra si aggiunge la spesa a carico dello Stato per i lavori realizzati nel 2011 e detraibili in dieci anni, che è intorno a un miliardo e 700 milioni, si arriva a un totale di 7,6 miliardi di euro. La riduzione del bonus del 55%, che riguarda oltre 756.000 cittadini, restituirebbe circa 1.455 euro in meno a testa, per un risparmio in favore dello Stato di oltre un miliardo e 100 milioni di euro. In questo scenario il taglio sulla detrazione del 36%, che interessa 4 milioni e 780mila utenti, farebbe risparmiare allo Stato quasi due miliardi di euro e restituirebbe in media 410,5 euro in meno per ogni contribuente. Dal momento che queste somme si avvicinano alla stima di rientro economico in bilancio, sembrerebbe più plausibile ma resta comunque un’ipotesi l’applicazione retroattiva dei tagli.
La parola alle associazioni
Certo che interrompere nel 2012 un sistema di incentivazione fiscale per queste tipologie di interventi significherebbe compromettere il processo di sensibilizzazione della committenza sulle tematiche ambientali, oltre che provocare danni consistenti a un comparto industriale, come osservano Uncsaal (Unione nazionale costruttori serramenti acciaio alluminio e leghe) e FederlegnoArredo che hanno elaborato una proposta di stabilizzazione degli incentivi fiscali per la riqualificazione energetica degli edifici sottoposta ai ministri dell’Economia e dello Sviluppo economico. Partendo dal presupposto che la manovra Finanziaria non accenna alla cancellazione del 55% e non esclude la riconferma del provvedimento, bensì prevede il taglio lineare del 5% nel 2013 e del 20% nel 2014 di tutti i benefici fiscali e riduce dal 10% al 4% la ritenuta di acconto sugli interventi che beneficiano delle detrazioni fiscali del 36 e 55%, la proposta trae motivazioni concrete dall’analisi del piano d’azione Italiano per l’e fficienza energetica 2011 e dai provvedimenti mirati al raggiungimento del pareggio di bilancio nel 2014. Incentivare il risparmio energetico nell’edilizia residenziale rappresenta un risparmio di spesa anche per il bilancio dello Stato, un investimento fruttuoso in grado di intercettare e agire sull’economia sommersa e metterci al riparo da infrazioni comunitarie in tema di emissioni nocive e mancato risparmio energetico. Cosa si può fare secondo Uncsaal e FederlegnoArredo? Confermato il provvedimento legislativo relativo agli incentivi per quattro anni (dal 1° gennaio 2012 al 31 dicembre 2015), si passerebbe alla rimodulazione: dell’attuale aliquota del 55% al 45% (in armonia con i tagli lineari alle deduzioni, esenzioni e detrazioni contenute nella manovra correttiva); della possibilità di recupero del credito da parte del contribuente che passerebbe dai cinque ai dieci anni e infine anche dei tetti di spesa per tipologia di intervento.
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L'autore
Paola Pianzola
Paola Pianzola, giornalista freelance, vive a Milano. Ha curato la realizzazione editoriale di alcuni libri e diretto periodici specializzati nel settore dell’architettura, dell’industrial design e del legno come materia prima; collabora con pubblicazioni rivolte all’utente finale occupandosi di progettazione, materiali e prodotti edilizi ecosostenibili.
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F.Lanati
scrive il 08 novembre 2011 alle ore 13:01
Rivedrei alcune info: i pannelli fotovoltaici con detrazione 55% ?? i Pannelli solari con detrazione 36% ?? F.Lanati
paola pianzola
scrive il 10 novembre 2011 alle ore 09:25
Gentile Lanati, i suoi interrogativi penso si riferiscano all’esperienza riportata dalla proprietaria di un rustico ristrutturato in Toscana tra il 2007 e il 2008: le confermo che in quel caso l’installazione dei pannelli solari è rientrata nelle opere eseguite per la ristrutturazione edilizia dell’edificio e quindi ha goduto della detrazione fiscale del 36%; per le spese di acquisto e posa dei pannelli fotovoltaici la proprietaria del rustico ha goduto della detrazione d'imposta del 55% definita per gli interventi di risparmio energetico previsti dalla legge 27 dicembre 2006 n. 296 (legge finanziaria per il 2007). Come si evince anche dall’articolo, a tutt’oggi il quadro delle detrazioni e degli incentivi sulle ristrutturazioni edilizie è evoluto.
tom
scrive il 17 novembre 2011 alle ore 11:35
Vi segnalo la pagina di Uncsaal sulle detrazioni fiscali: http://www.uncsaal.it/approfondimenti/detrazioni-fiscali.html continuamente aggiornata sulle varie iniziative presso le autorità.