rinnovabili
Germania: la rivoluzione verde non è a costo zero
La produzione da fonti rinnovabili tedesca segna nuovi record, ma per sostenerla occorrono investimenti per 32 miliardi di euro entro il 2022
Nella corsa delle fonti rinnovabili la nazione capofila del Vecchio Continente è evidente: la Germania, grazie a politiche adottate oltre un decennio fa, detiene una forte leadership sia da un punto di vista della quantità di impianti installati che nella produzione tecnologica. L’addio al nucleare, deciso dal Governo Merkel un anno fa a seguito della catastrofe di Fukushima, sembra aver ulteriormente rafforzato la convinzione di Berlino nel perseguire questa strategia.
Ne sono una prova i dati record diffusi dal direttore del Forum economico internazionale per le energie rinnovabili (IWR), Norbert Allnoch, sulla produzione solare tedesca: tra venerdì 25 maggio e sabato 26 gli impianti fotovoltaici tedeschi hanno prodotto 22 GWh di energia elettrica. Una generazione pari a quella di 20 centrali nucleari a pieno regime. L’energia del sole è così riuscita a soddisfare un terzo del fabbisogno del Paese il venerdì, percentuale salita al 50% al sabato, quando fabbriche e uffici sono rimasti chiusi.
La produzione rinnovabile, insomma, sembra aver assorbito il sostanziale addio all’atomo, mentre il sistema elettrico germanico non ha patito le conseguenze disastrose paventate da alcuni analisti. Qualche contraccolpo, però c’è stato: le esportazioni di energia tedesche sono scese da 70 TWh a soli 7 TWh in un solo anno. Anche l’attesa esplosione delle emissioni di CO2 è stata scongiurata, ma la scelta di autorizzare la costruzione, entro il 2020, di 69 nuove centrali elettriche a gas e a carbone è destinata a produrre a lungo termine degli impatti ambientali.
Inoltre, la decisione di puntare sulle fonti pulite, avrà un costo non indifferente: la stima è di 32 miliardi di euro da qui al 2022, in buona parte per ammodernare le reti elettriche. Dalla Germania, insomma, arriva una lezione: la scelta di puntare sull’energia verde è lungimirante, ma non può essere a costo zero.
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L'autore
Gianluigi Torchiani
Giornalista classe 1981, cagliaritano doc ormai trapiantato a Milano dal 2006. Da diversi anni si interessa del mondo dell’energia e dell'ambiente, con un particolare focus sulle fonti rinnovabili
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cosimo
scrive il 12 giugno 2012 alle ore 12:17
se i tedeschi non erano cosi autarchici bastava che si compravano o affittavano in Italia l'uso degli impianti a turbogas moderni belli pronti che attualmente sono abbastanza disoccupati per via della produzione di energia fotovoltaica durante il giorno. Solo noi possiamo campare per decenni acquistando l'energia di altri paesi (vedi il nucleare della Francia)? In questo modo erano tutti contenti: i tedeschi che compravano energia finchè non avevano messo su tutti gli impianti fotovoltaici ed eolici che hanno in testa di installare, gli italiani che ammortizzavano un investimento già fatto