riqualificazione
Fotovoltaico su discarica: una soluzione contro il degrado
Il recupero del territorio può passare anche attraverso le energie rinnovabili, come nel caso degli impianti fotovoltaici di Goro e Solignano
L’uso del fotovoltaico per il recupero di terreni compromessi e per la riqualificazione architettonica è stata una delle strategie vincenti degli ultimi anni. Discariche, terreni inquinati e coperture realizzate in amianto sono stati bonificati o messi in sicurezza grazie al Conto energia per il fotovoltaico.
Spesso si è trattato di vere e proprie sfide tecniche come quelle dei due impianti fotovoltaici che sono entrati in funzione di recente a Goro, in provincia di Ferrara e a Solignano, in provincia di Parma, entrambi realizzati da Marano Solar.
Il primo campo fotovoltaico di potenza pari a 992,64 kWp è collegato in rete ed è installato su una ex discarica per inerti, all’interno del “Parco Regionale del Delta del Po” a seguito dell’aggiudicazione di un’asta pubblica indetta dall’Amministrazione comunale con “Concessione in diritto di superficie, dell’area dell’impianto”.
La particolare ubicazione dell’impianto ha richiesto un notevole sforzo di “fantasia” per risolvere i problemi di natura tecnica derivanti sia dall’eterogeneità del substrato di posa dell’impianto sia dal contesto paesaggistico. L’area era stata utilizzata per anni come deposito di inerti provenienti da attività edili ed era soggetta a fenomeni di degrado. Prima di tutto si è bonificato il sito da tutti gli elementi potenzialmente inquinanti e in seguito con una serie d’interventi di drenaggio si è arrivati a una sostanziale stabilizzazione delle superfici, dopo di che si è proceduto alla stesura di uno strato di terreno di riporto adeguatamente costipato e inerbito, garantendo all’ intervento una perfetta mimesi con il contesto e un risultato paesaggistico sostenibile. Ma non è stato sufficiente.
Data la natura del piano di posa si è reso necessario realizzare un sistema di supporto dei pannelli ad hoc che non interferisse in maniera invasiva con il terreno escludendo l’utilizzo di fondazioni in cemento armato. Sono state realizzate delle strutture in tecnopolimero totalmente riciclabili zavorrate con inerti riciclati il giusto compromesso in grado di garantire funzionalità e minimo impatto ambientale e visivo e inoltre si è proceduto alla piantumazione di essenze arboree idonee alla localizzazione, la recinzione è stata innalzata di 15 cm da terra per permettere il passaggio della fauna minore e soprattutto non sono stati dislocati volumi di terreno fuori dall’area dei lavori ma tutto il volume sbancato è stato reimpiegato come terreno di riporto nell’area di intervento.
L‘impianto fotovoltaico di Goro, inoltre, si caratterizza per essere il primo, di queste dimensioni, installato all’interno di un Parco Naturale, costituendo un esempio di inserimento di un sistema di produzione basato su tecnologia fotovoltaica, all’interno di un contesto naturalistico di pregio e soprattutto a seguito di opera di bonifica. L’impianto è stato realizzato, infine, senza alcun onere da parte dell’amministrazione comunale, anzi, rappresenta anche un vantaggio economico grazie al canone versato annualmente nelle casse comunali da parte dalla società realizzatrice in cambio della Concessione.
L’impianto fotovoltaico di Solignano è installato su un’area industriale di proprietà del Comune di Solignano, per una superficie di circa di due ettari e il lotto interessato fa parte di un’area di dimensioni molto maggiori che ha ospitato una polveriera dell’Esercito, bonificata e poi ceduta all’Amministrazione Comunale. La realizzazione dell’impianto deriva da un progetto della Provincia di Parma, in accordo con l’Amministrazione Comunale, per la conversione a uso produzione di energia di aree marginali o industriali di proprietà pubblica.
L’amministrazione ha ceduto il diritto di superficie sull’area e il comune riceve un corrispettivo annuo per la concessione del diritto di superficie. La potenza dell’impianto è di 999,925 kWp, prodotta da 4.255 moduli fotovoltaici policristallini Brandoni, della potenza di 235 Wp ciascuno. L’energia in CC prodotta dai moduli viene convertita in CA da un inverter Bonfiglioli Vectron RPS 1040 IT0100.
La particolarità dell’impianto, dettata anche dalle peculiarità del sito di installazione, è che le strutture di sostegno dei moduli sono posate e non infisse nel terreno e mantenute in posizione da zavorre costituite da piastre in cemento armato, appoggiate sul suolo. Questa soluzione si è resa necessaria per un principio di precauzione poiché il terreno era stato utilizzato in precedenza per scopi militari. La disposizione in monofile orizzontali e l’altezza contenuta dei moduli minimizza l’impatto visivo dell’impianto che è comunque mascherato dalla vegetazione perimetrale che si è voluta conservare.
Questi due esempi dimostrano come i terreni marginali, problematici e inquinati possano trovare un utilizzo che li metta contemporaneamente in sicurezza, trasformandoli, oltretutto da una voce di costo a una d’entrata per la PA.
Gli impianti su suoli marginali e degradati consentono di:
- valorizzare aree pubbliche, altrimenti destinate al degrado o all’abbandono;
- realizzare da parte della pubblica amministrazione opere altrimenti non eseguibili, in assenza di risorse finanziarie, con gli oneri di realizzazione a carico di un soggetto privato che a fronte del pagamento di un canone annuale può generare profitti, senza inquinare e creando opportunità di lavoro in un settore ad alto contenuto tecnologico e d’innovazione;
- non consumare territorio e non sottrarre terreno agricolo alla sua destinazione produttiva;
- creare una sinergia tra ente pubblico e aziende private costituendo per l’ente pubblico un’importante strumento per produrre ricchezza che può essere reinvestita al servizio della comunità;
- realizzare divulgazione e sensibilizzazione riguardo le tematiche ambientali e della produzione di energia pulita.
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L'autore
Sergio Ferraris
Sergio Ferraris, nato a Vercelli nel 1960 è giornalista professionista e scrive di scienza, tecnologia, energia e ambiente. È direttore della rivista QualEnergia, del portale QualEnergia.it e rubrichista del mensile di Legambiente La Nuova Ecologia. Ha curato oltre cinquanta documentari, per il canale di Rai Educational Explora la Tv delle scienze. Collabora con svariate testate sia specializzate, sia generaliste. Recentemente ha riscoperto la propria passione per la motocicletta ed è divenatato felice possessore di una Moto Guzzi Le Mans III del 1983.
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