l'intervista a Walter righini
Fiper: bene il Governo con il recepimento della direttiva efficienza
Il presidente di Fiper, Walter Righini, chiede ora al Governo di favorire l’uso del legno in un’ottica di sviluppo locale
Il recente decreto di recepimento della direttiva Ue sull’efficienza energetica sembra essere andato incontro alle richieste degli operatori attivi nel settore del teleriscaldamento da biomassa. Ne abbiamo parlato con Walter Righini, presidente di Fiper, associazione di riferimento del settore.
Come giudicate complessivamente il decreto di recepimento della direttiva Ue sull’efficienza energetica?
Un risultato importante; per la prima volta l’Italia si è dotata di una legge quadro che comprende diverse misure per la promozione e il miglioramento dell’efficienza energetica nella pubblica amministrazione, negli edifici privati, nella produzione e distribuzione di energia termica ed elettrica. Misure che concorrono al conseguimento dell’obiettivo nazionale di risparmio energetico ossia alla riduzione, entro l’anno 2020, di 20 milioni di tep dei consumi di energia primaria, pari a 15,5 milioni di tep di energia finale conteggiati a partire dal 2010. Il recepimento della Direttiva è stata l’occasione per riconsiderare gli interventi di efficienza energetica in un’ottica di “sistema”, quale strumento primo per conseguire gli obiettivi previsti dalla Direttiva 20-20-20. Certo, si sarebbe potuto fare di meglio; ora gli operatori rimangono in attesa dei decreti attuativi per fornire un giudizio complessivo al recepimento della Direttiva.
Siete soddisfatti per la creazione di una sezione specifica del fondo di efficienza per la realizzazione delle reti di teleriscaldamento?
Siamo soddisfatti perché riprende l’impostazione dell’art. 22 del Decreto n.28/2011 che istituiva specificatamente un fondo di garanzia destinato alla reti di teleriscaldamento, che nella bozza iniziale del decreto veniva inglobato tout court nel fondo di efficienza. Ci siamo battuti affinché venisse ripristinata una sezione specifica, perché la tipologia di investimenti prevista per la realizzazione di reti di teleriscaldamento è di natura diversa rispetto gli interventi di efficienza energetica negli edifici. Gli investimenti per le reti richiedono cospicui capitali, nell’ordine di 800.000 Euro/km, con tempi di ammortamento di medio-lungo periodo (20-30 anni).
Avete valutato positivamente la regolamentazione del teleriscaldamento con indirizzi del Mise in logica di concorrenza. Cosa cambia rispetto alla precedente formula (che parlava di pubblica utilità)?
La differenza è sostanziale. Alla prima impostazione si accompagna, infatti, la piena apertura del settore alla concorrenza nel mercato, nel secondo caso, invece, si presuppone l’affidamento con gara del servizio e la definizione delle tariffe secondo la disciplina del servizio pubblico locale. Rispetto all’impostazione iniziale, l’aver eliminato il riferimento al servizio pubblico locale e aver introdotto nella definizione del DM “l’indirizzo del MISE” al fine di promuovere il teleriscaldamento/raffrescamento e concorrenza, ci fa sperare che sia stata colta da parte del MISE la necessità espressa più volte da Fiper di fare chiarezza sulla definizione della natura del servizio. La stessa Autorità Antitrust sollecitava il Governo ad emanare una legge quadro sul comparto.
Come siete riusciti a strappare queste modifiche? Avete trovato una buona disponibilità con i vostri interlocutori del Mise?
La Conferenza Stato-Regioni, la X Commissione del Senato hanno recepito il rischio più volte manifestato da parte degli operatori di bloccare un settore, quale quello del teleriscaldamento, riconosciuto quale asse prioritario nella riduzione dei consumi da parte della Direttiva sull’efficienza energetica se si fosse consolidato l’approccio Servizio pubblico locale indipendentemente dalle specificità ed eterogeneità presenti nel comparto. Anche la segnalazione dell’Autorità Antitrust ha favorito un’apertura al confronto nell’ottica di promuovere la concorrenza e tutelare il consumatore finale.
Pensate che, con queste ultime disposizioni, il teleriscaldamento a biomasse sia ora nelle condizioni di svilupparsi adeguatamente?
Il fattore specifico che determina lo sviluppo del teleriscaldamento alimentato a biomassa legnosa vergine è la sicurezza dell’approvvigionamento del bio-combustibile in ambito locale. Ciò presuppone da un lato, l’aumento delle utilizzazioni boschive a fini produttivi ed energetici, dall’altro la rimodulazione tra gli incentivi riconosciuti alla produzione di energia elettrica e termica. Fiper è impegnata nei tavoli “filiera Legno” e “”bio-energia” promossi dal Ministero dell’Agricoltura, con l’obiettivo di favorire l’uso del legno e suoi cascami in un’ottica di sviluppo locale. E’ un obbligo morale soprattutto in questo momento di profonda crisi economica, incrementare le utilizzazioni forestali nazionali. Attualmente in Italia solo il 25% dell’accrescimento forestale è destinato al taglio. E’ un paradosso del tutto italiano, non considerare il capitale produttivo derivante dalla gestione del bosco anche in termini economici, occupazionali e di salvaguardia del territorio.
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L'autore
Gianluigi Torchiani
Giornalista classe 1981, cagliaritano doc ormai trapiantato a Milano dal 2006. Da diversi anni si interessa del mondo dell’energia e dell'ambiente, con un particolare focus sulle fonti rinnovabili
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