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Ambiente

Legno illegale, Italia ancora senza regolamento

A un anno e mezzo dall’entrata in vigore della normativa europea, nel nostro paese il progetto di decreto è ancora lontano dall’adozione

Scritto da il 29 agosto 2014 alle 8:30 | 0 commenti

Legno illegale, Italia ancora senza regolamento

Sono 21 le procedure di infrazione della Commissione europea contro l’Italia in materia ambientale. Inquinamento dell’aria, trattamento delle acque reflue, gestione dei rifiuti, caccia, mappe acustiche, protezione dell’ambiente marino, emissioni industriali e così via, compresi casi specifici come Malagrotta a Roma, l’Ilva di Taranto, la bonifica industriale a Cengio, l’impatto dell’aeroporto di Malpensa a Milano, l’emergenza rifiuti campana. A questo poco lusinghiero elenco si potrebbe presto aggiungere anche il mancato recepimento del Regolamento europeo del legno (Eutr), adottato il 20 ottobre 2010 e in vigore da marzo 2013, che contrasta il commercio di legname e di prodotti del legno tagliati illegalmente. Il Regolamento legno dell’Unione europea rientra nel Piano d’azione Flegt (Forest Law Enforcement, Governance and Trade) volto a contrastare il disboscamento illegale in tutto il mondo.

Questa pratica ha gravi conseguenze economiche, ambientali e sociali su alcune delle foreste più importanti del Pianeta e sulle comunità che dipendono da esse. Comporta la perdita di proventi (stimata in 7 miliardi di euro all’anno), compromette gli sforzi degli operatori legittimi ed è associato alla deforestazione, alla perdita di biodiversità e all’emissione di gas serra, nonché a conflitti per il controllo di territori e risorse e alla perdita di potere da parte delle comunità indigene. Si tratta di 1,3 miliardi di persone povere che dipendono dalle foreste per la sopravvivenza.
Le foreste hanno anche un valore economico, dal momento che dal legname, dalla legna da ardere e dai prodotti forestali diversi dal legno si ricavano almeno 180 miliardi annui di euro.
Nel 2011, il 35% (37,8 miliardi di euro) degli scambi mondiali di prodotti primari del legno è avvenuto per opera dell’Ue all’interno dei suoi confini. È difficile stimare la percentuale di scambi che ha interessato il legname tagliato illegalmente, ma è noto che l’Ue è un importante mercato per le esportazioni dei paesi in cui il livello di illegalità e di scarsa governance nel settore forestale è molto elevato. Per questo l’Unione si è dotata del Flegt, che prevede una serie di provvedimenti per escludere il legname illegale dal mercato, migliorare la fornitura di quello legale e aumentare la domanda di derivati del legno prodotti responsabilmente. Il Regolamento legno, insieme agli Accordi volontari di partenariato (accordi commerciali bilaterali con i paesi che esportano legname) sono i due elementi chiave del Piano d’azione europeo. L’Italia non ha ancora adottato le norme sulle sanzioni e i controlli, senza le quali l’Eutr non può essere applicato. Inoltre, secondo Greenpeace, lo schema di decreto attualmente all’esame delle Commissioni parlamentari non prevede sanzioni adeguate per le violazioni, in particolare nei confronti degli operatori che violano gli obblighi di diligenza, e sono state ulteriormente ridotte dalla Conferenza Stato-Regioni, aggravando l’inadeguatezza del testo governativo.


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L'autore

Stefania Marra

Stefania Marra, giornalista professionista dal 1994, è stata per circa dieci anni caporedattrice della rivista Modus vivendi. Dal 2005 gestisce il modulo pratico di giornalismo al Master di comunicazione ambientale (CTS/Facoltà di Scienze delle comunicazioni Università La Sapienza). Scrive soprattutto di storia sociale dell'alimentazione e di ambiente, settore per il quale ha ricevuto diversi premi giornalistici.


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