Concentrated Solar Power
Csp, le potenzialità sono buone anche in Italia
Il solare termodinamico nel nostro Paese è favorito dagli incentivi più generosi del quinto Conto energia. Numerosi i progetti in cantiere
Il fotovoltaico è la tecnologia più conosciuta e utilizzata per lo sfruttamento a fini energetici della radiazione solare. Ma non è l’unica: in ascesa da diversi anni è il solare termodinamico (Concentrated solar Power, Csp), con numerosi progetti già realizzati a livello globale e molti altri di più in cantiere.
A differenza del fotovoltaico, che trasforma direttamente la radiazione solare in elettricità, questa tecnologia permette di produrre notevoli quantità di energia sfruttando spazi relativamente ridotti, grazie a un sistema “a concentrazione” che si avvale di specchi per concentrare le radiazioni solari su dei condotti dove scorrono liquidi capaci di raggiungere e mantenere temperature elevatissime per lungo tempo. Tale processo permette quindi di produrre energia termica (che poi può essere convertita in elettrica) in grande quantità anche di notte, grazie al calore raccolto durante il giorno.
Questa tecnologia risulta particolarmente adatta allo sfruttamento dei vasti spazi delle aree desertiche del Pianeta, in grado di ospitare le distese di specchi solari. Anche in Italia, però, esistono spazi importanti per uno sviluppo utile a incoraggiare il rafforzamento della filiera industriale nazionale del solare termodinamico, che già oggi ha messo a punto una delle tecnologie più innovative del settore, quella a sali fusi realizzata con il contributo dell’Enea).
Al momento, l’unico impianto operativo nella Penisola è Archimede, di proprietà di Enel e installato a Priolo Gargallo, in Sicilia, ma molti progetti sono già a cantiere. A spingere il Csp c’è il quinto Conto energia approvato lo scorso anno dal Governo Monti, che ha abbattuto gli incentivi al fotovoltaico e innalzato il sostegno finanziario al solare termodinamico.
Le Regioni destinate a ospitare l’installazione di questa tecnologia nel nostro Paese sono soprattutto Sicilia e Sardegna, ma i target di capacità installata andranno poi messi alla prova dai classici ostacoli che rallentano la crescita delle rinnovabili nel nostro Paese: burocrazia, lentezza autorizzativa, stretta creditizia ed effetto Nimby (ossia l’opposizione sociale agli impianti, di cui per il Csp si intravedono le prime avvisaglie).
Nel resto del mondo si sta sperimentando la progettazione di impianti di dimensione più contenuta rispetto a quelli tradizionali: una proposta innovativa è quella di Global Csp, che ha realizzato un impianto da 15 kW in Francia e si appresta a realizzarne altri due da 70 kW in Nuova Zelanda e Inghilterra.
Condividi
Tag
L'autore
Gianluigi Torchiani
Giornalista classe 1981, cagliaritano doc ormai trapiantato a Milano dal 2006. Da diversi anni si interessa del mondo dell’energia e dell'ambiente, con un particolare focus sulle fonti rinnovabili
Ultimi articoli
Più letti della settimana
- Come scegliere una stufa a pellet : Consumi, costi e dati tecnici sono i parametri riportati sull’etichetta dell’apparecchio e le caratteristiche della stan...
- NovaSomor vince la prima edizione del Klimahouse Startup Award : La startup di Rimini ha ideato un motore solare termodinamico a bassa temperatura applicato al sollevamento delle acque...
- Tutti gli studi : ...
- Amianto, quando la minaccia si nasconde in casa : Chi chiamare se sospettiamo di avere manufatti o coperture in cemento-amianto a casa nostra...
- Pellet di qualità, istruzioni per l’acquisto : Quali sono i parametri utili per il consumatore all’acquisto del pellet? Qualità, innanzitutto, ma anche la lettura dell...