energia termica
Con la geotermia si può fare teleriscaldamento
Nel nostro Paese, al contrario del Nord Europa, questa soluzione è ancora frenata da ostacoli economici e normativi
L’Italia, in particolare lungo la sua fascia tirrenica, è ricca di una risorsa importante come la geotermia, il calore della terra, che è stata sinora sfruttata soprattutto a fini di produzione elettrica. Ulteriori usi, legati alla geotermia a bassa e media entalpia (cioè con temperature più basse), si stanno provando ad affermare negli ultimi anni, non senza difficoltà.
Recentemente il CoSviG, il Consorzio per lo sviluppo delle aree geotermiche, ha organizzato un workshop nell’ambito del progetto europeo Geo-Dh,Geothermal District Heating, che ha l’obiettivo di superare le barriere amministrative e finanziarie che ostacolano lo sviluppo dei teleriscaldamenti geotermici.
Il teleriscaldamento, infatti, è uno dei modi più interessanti per utilizzare direttamente i fluidi geotermici a bassa temperatura (80-100 °C). Consiste nell’usare il fluido geotermico per scaldare direttamente, tramite degli scambiatori di calore, l’acqua circolante nei corpi scaldanti (radiatori, termoconvettori o pannelli radianti) dell’impianto di riscaldamento delle abitazioni.
Oltre al risparmio di combustibile fossile, il teleriscaldamento è in grado di assicurare un minore inquinamento dell’aria. In molte nazioni del Nord Europa, come i Paesi Bassi, il Regno Unito, l’Irlanda e la Danimarca, l’uso della geotermia per il teleriscaldamento ha cominciato da qualche anno ad avere una grande attenzione, nonostante questi territori possano contare su risorse estremamente minori rispetto a quelle italiane.
La sfida per il nostro Paese, piuttosto, è quella di semplificare le procedure per gli operatori, proporre innovativi modelli finanziari, implementare la formazione dei tecnici e la sensibilizzazione dei decisori al fine di promuovere le migliori condizioni per sviluppare l’utilizzo di fonti di energia geotermica per il riscaldamento e il raffrescamento.
Grande fermento, in particolare, c’è in Toscana, la Regione leader in Italia per la geotermia, dove molti piccoli e medi Comuni vorrebbero sfruttare questa opportunità. «Il problema per i nostri centri storici per la realizzazione delle reti di teleriscaldamento geotermico, rispetto alle grandi città di pianura – ha dichiarato nel corso del workshop Renzo Verdi, sindaco di Santa Fiora (Grosseto)- è quello dei costi di progettazione e di esecuzione prima e poi di gestione. Perché sono modeste le utenze su un territorio esteso e caratterizzato da edifici storici nei borghi, a fronte però di una grande soddisfazione degli utenti. Si tratta quindi di mettere a tema come superare questi problemi».
«Il mio cruccio- ha aggiunto il sindaco di Piancastagnaio (Siena), Fabrizio Agnorelli- è quello di avere la possibilità di utilizzare il calore della geotermia solo per le attività industriali e non per riscaldare le abitazioni della cittadina. L’auspicio è che anche Piancastagnaio, come altre paesi del distretto della geotermia, possa avere, presto un sistema di teleriscaldamento alimentato con questa risorsa».
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L'autore
Gianluigi Torchiani
Giornalista classe 1981, cagliaritano doc ormai trapiantato a Milano dal 2006. Da diversi anni si interessa del mondo dell’energia e dell'ambiente, con un particolare focus sulle fonti rinnovabili
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Vincenzo
scrive il 23 dicembre 2012 alle ore 17:03
Utilizzare questa fonte energetica rinnovabile e pulita ove è possibile, sia per le abitazioni che per gl'insediamenti industriali, sarebbe un enorme passo avanti per la nostra italia e potremmo cominciare a dire che sta entrando nella testa dei nostri politici, amministratori e classe imprenditoriale, finalmente un pensiero oltre che ecosostenibile ma di grande responsabilità.