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Clima-energia, arriva la strategia Ue per il 2030
Nella mattinata di oggi la Commissione Ue ha rilasciato le sue proposte per il post 2020: confermato l’obiettivo vincolante per le rinnovabili
Come nelle previsioni, nella mattinata di oggi la Commissione europea ha rilasciato il suo programma in materia di clima ed energia per il 2030, atteso da tempo visto ormai l’avvicinarsi della scadenza del 2020. I pilastri della nuova strategia sono la riduzione delle emissioni di gas a effetto serra (GHG) del 40% rispetto al 1990, un obiettivo vincolante a livello Ue per portare la quota delle energie rinnovabili al 27%, politiche più ambiziose in materia di efficienza energetica, un nuovo sistema di governance e una serie di nuovi indicatori per assicurare un sistema energetico competitivo e sicuro.
Più nel dettaglio, viene definito elemento centrale della politica climatica ed energetica dell’Ue per il 2030, l’obiettivo di ridurre le emissioni del 40% al di sotto del livello 1990. Ovviamente la Commissione è conscia che lo sforzo europeo potrebbe rivelarsi inutile su scala mondiale, perciò invita il Consiglio e il Parlamento europei a concordare, entro la fine del 2014, che l’Ue si impegni all’inizio del 2015 a realizzare la riduzione del 40% nell’ambito dei negoziati internazionali per un nuovo accordo mondiale sul clima, che si concluderanno a Parigi alla fine del 2015. Il punto più atteso era però quello relativo alle rinnovabili: nonostante l’opposizione delle lobby delle fonti fossili e di alcuni Paesi, la Commissione ha deciso di adottare un target vincolante in materia, anche se più basso (27%) rispetto alle previsioni (30%). “È necessario stabilire un obiettivo in materia di energia a livello dell’Ue per stimolare la continuità degli investimenti nel settore” si legge nel testo. A differenza di oggi, però, l’obiettivo comunitario non verrebbe però tradotto in obiettivi nazionali vincolanti attraverso la normativa unionale, “lasciando quindi agli Stati membri la flessibilità di trasformare il loro sistema energetico nel modo più consono alle preferenze e alle circostanze nazionali”; una formula che, al momento, appare abbastanza fumosa.
Per quanto riguarda l’efficienza energetica tutto è rimandato alla revisione della direttiva già esistente in materia, che si concluderà prevedibilmente entro la fine dell’anno. Infine, sulla riforma del sistema ETS (mercato del carbonio) la Commissione propone di stabilire una riserva per la stabilità del mercato all’inizio del prossimo periodo di scambio ETS, nel 2021. La riserva dovrebbe permettere sia di affrontare l’eccedenza di quote di emissioni che si è costituita negli ultimi anni che di migliorare la resilienza del sistema agli shock gravi, regolando automaticamente la fornitura di quote da mettere all’asta. Il pacchetto proposto dalla Commissione per il 2030 sarà discusso ai massimi livelli, in particolare in seno al Consiglio europeo (già nella sessione di primavera del 20-21 marzo) e al Parlamento europeo.
Il presidente della Commissione europea, José Manuel Barroso, ha dichiarato: “Se l’azione per il clima rappresenta una chiave di volta per il futuro del nostro pianeta, una politica energetica veramente europea lo è per la nostra competitività. Il pacchetto presentato oggi ci dimostra che agire contemporaneamente su questi due fronti non è in contraddizione ma, al contrario, contribuisce a vantaggi reciproci. È nell’interesse dell’Ue creare un’economia che offra sempre maggiori opportunità di occupazione e dipenda sempre meno da energia importata, grazie a una maggiore efficienza e al ricorso crescente a energia pulita prodotta internamente. Un taglio del 40% nelle emissioni di gas a effetto serra rappresenta un obiettivo particolarmente ambizioso ma è la pietra miliare più efficace in termini di costi nel nostro percorso verso un’economia a basse emissioni. Anche l’obiettivo di raggiungere il 27% di energie rinnovabili è un segnale importante: rappresenta stabilità per gli investitori, stimola l’occupazione verde e rende più sicure le nostre forniture energetiche”.
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L'autore
Gianluigi Torchiani
Giornalista classe 1981, cagliaritano doc ormai trapiantato a Milano dal 2006. Da diversi anni si interessa del mondo dell’energia e dell'ambiente, con un particolare focus sulle fonti rinnovabili
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