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Investimenti Asiatici

Chi scommette sul futuro e chi ancora ci sta a pensare

Le necessità elettriche dei Paesi emergenti trainano la domanda di smart grid. In Europa, per il momento, c’è ancora poca concretezza

Scritto da il 26 novembre 2014 alle 7:00 | 0 commenti

Chi scommette sul futuro e chi ancora ci sta a pensare

Se è vero che siamo appena agli inizi del cammino verso le smart grid, la mole di investimenti globali fa già una certa impressione. Secondo gli ultimi dati disponibili, resi noti da Bloomberg New Energy Finance, nel 2013 gli investimenti nelle reti intelligenti di nuova generazione hanno raggiunto quota 14.9 miliardi di dollari, in leggera crescita rispetto ai 14,2 miliardi registrati nel 2012. Il dato positivo non va sottovalutato, perché è avvenuto in un anno in cui le risorse finanziarie impiegate nelle rinnovabili hanno invece segnato il passo. Interessante è capire in che cosa consistano gli investimenti nelle smart grid, visto che dietro questa parola c’è sempre la tentazione di ricomprendere un po’ di tutto.

Ad oggi, poco meno della metà della spesa totale è assorbita dai contatori intelligenti che, però, ormai non sono più l’unica soluzione smart implementata nel Pianeta. In particolare, le tecnologie di automazione della distribuzione – ossia quelle che servono a individuare e correggere automaticamente gli errori e mettere a punto livelli adeguati di tensione sulla rete – hanno raggiunto quota 5,4 miliardi di dollari nel 2013. A livello geografico c’è da registrare il sorpasso della Cina ai danni degli Usa. Il gigante asiatico ha speso ben 4,3 miliardi di dollari nelle smart grid nel 2013, in gran parte destinati all’installazione di 62 milioni di smart meter, che ora sfiorano quasi i 250 milioni di unità e sono quindi presenti in buona parte delle abitazioni cinesi. Al contrario, la spesa americana nelle smart grid è nettamente rallentata, con un calo del 33% rispetto al 2012 (3,6 miliardi di dollari), per effetto della fine degli ultimi progetti di stimolo pubblici. Negli Usa, comunque, la ripresa dovrebbe arrivare già nei prossimi anni, con le smart grid che aiuteranno una maggiore integrazione della gran mole di informazioni già oggi rese disponibili dal sistema elettrico, ad esempio per la gestione delle interruzioni, la segmentazione della clientela e il rilevamento furti.

Un po’ a sorpresa, invece, l’Europa, nonostante il tanto parlare sul tema, è ancora poco concreta, tanto da essere definita da Bloomberg come “il gigante addormentato delle smart grid”. In effetti sul suolo del Vecchio Continente sono installati soltanto 55 milioni di contatori intelligenti, una buona parte dei quali in Italia, ma questo numero dovrebbe salire progressivamente a 180 milioni entro il 2020. Le aspettative per il futuro sono comunque positive, perché i presupposti fondamentali per lo sviluppo futuro delle reti intelligenti – una maggiore affidabilità della rete, l’integrazione delle energie rinnovabili e una migliore gestione della domanda – restano tutti in piedi.

Lo studio di Bloomberg non fa riferimento all’Italia, ma una stima delle possibili dimensioni del mercato si può ricavare da una ricerca commissionata da ANIE Energia al Politecnico di Milano. Da qui al 2020 gli investimenti in soluzioni ‘smart’ per la rete nazionale oscilleranno da un minimo di 3 miliardi di euro fino a un massimo di addirittura 10 miliardi. In particolare, sulla base dei dati storici degli ultimi anni e dei piani di sviluppo rete degli operatori, lo studio quantifica in oltre 8 miliardi di euro gli interventi su Cabine Primarie e Cabine Secondarie esistenti e nelle loro nuove installazioni. Però, più che nel Vecchio Continente, che perlomeno può contare su una rete elettrica di vecchia generazione piuttosto capillare, le smart grid sono strettamente necessarie ai Paesi in via di sviluppo.

In particolare nel Sud-Est asiatico che, per via della crescita economica, deve fare i conti con un rapido incremento della domanda di energia elettrica. Entro il 2022, i Paesi del Sud-Est asiatico probabilmente avranno un profilo di domanda di energia elettrica simile a quello dei Paesi dell’Europa orientale e dell’America latina. Purtroppo, questa ampia regione sconta una situazione di partenza non delle migliori, con bassi livelli di elettrificazione e un’infrastruttura di rete sottosviluppata. A tutto questo si aggiunge anche la rivoluzione delle fonti pulite, che sta coinvolgendo anche questi Paesi. Per questi motivi, nazioni come Vietnam, Thailandia, Malaysia, Indonesia e Filippine stanno avviando piani per implementare le tecnologie smart grid in modo diffuso. L’istituto di analisi Pike Research stima che gli investimenti legati a tecnologie di trasmissione, sottostazioni e distribuzione di nuova generazione (così come i contatori intelligenti) nella regione passeranno da circa 1,9 miliardi di dollari nel 2011 a 4,5 miliardi di dollari nel 2020.

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L'autore

Gianluigi Torchiani

Giornalista classe 1981, cagliaritano doc ormai trapiantato a Milano dal 2006. Da diversi anni si interessa del mondo dell’energia e dell'ambiente, con un particolare focus sulle fonti rinnovabili


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