rinnovabili
Biogas, una tecnologia con tanti impieghi
Questa risorsa, prodotta sostanzialmente a partire dagli scarti, può essere utile per la produzione di elettricità, calore e come combustibile
Il biogas, in questi anni, si è affermato tra le fonti rinnovabili più utilizzate. Tecnicamente, si tratta di una miscela di vari tipi di gas che si ottiene dalla fermentazione in assenza di ossigeno, denominata digestione anaerobica, di materiali e residui di origine organica, animale o vegetale fermentazione batterica di sostanze organiche in assenza di ossigeno. L’intero processo avviene in ambienti a temperatura controllata, a opera di microrganismi attivi che convertono la materia prima in biogas costituito per il 50-70% da metano e per la restante parte da Co2 e altri componenti.
Uno degli aspetti più importanti del biogas è che questa risorsa è ottenuta sostanzialmente a partire da diversi tipi di scarti e rifiuti: da discarica, dalla frazione organica dei rifiuti (in genere con umidità superiore al 50-60%), da impianti di depurazione di acque reflue e dalla fermentazione anaerobica di reflui zootecnici e agricoli.
Inoltre anche il digestato, un altro prodotto della digestione anaerobica, può essere riutilizzato proficuamente: si tratta di un materiale che, rispetto alle biomasse di partenza, si presenta omogeneo, con un tenore di umidità più elevato, perché parte della sostanza secca è stata degradata biologicamente, cioè demolita dai batteri per la produzione di biogas. La sostanza organica che ne rimane risulta più stabile e contiene elementi utili per la fertilità dei terreni, quali azoto, fosforo e potassio.
Altro punto di forza del biogas deriva dalle sue possibilità di impiego molteplici: mentre eolico e solare assicurano soltanto la produzione di elettricità, il biogas può essere impiegato come carburante per l’autotrazione, per la sola generazione di energia termica o elettrica, oppure per la cogenerazione simultanea di energia elettrica e calore.
Quest’ultima soluzione permette un notevole miglioramento dell’efficienza complessiva rispetto al caso di produzione separata delle stesse quantità di calore ed energia elettrica, consentendo ritorni economici importanti, anche dal punto di vista dell’incentivazione vigente.
Altro impiego importante e a cui si guarda con crescente attenzione è quello per i trasporti: in questo caso si parla di biometano, con cui si intende un biogas che ha subito un processo di raffinazione per arrivare a una concentrazione di metano del 95% , così da poter essere utilizzato come biocombustibile per veicoli a motore in sostituzione del gas naturale (o metano fossile).
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L'autore
Gianluigi Torchiani
Giornalista classe 1981, cagliaritano doc ormai trapiantato a Milano dal 2006. Da diversi anni si interessa del mondo dell’energia e dell'ambiente, con un particolare focus sulle fonti rinnovabili
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GIANPIETRO LABATI
scrive il 31 maggio 2013 alle ore 11:49
Complimenti per le informazioni che dal Vs. sito vengono divulgate,perchè oltre essere culturalmente valide,servono ad elevare la coscienza energetico/ambientale della massa utente ed in tal modo le scelte (soprattutto in edilizia) per acquisti di prodotti e/o materiali ed altri generi dove il risparmio di energia e il disinquinamento ambientale sono gli argomenti in prima linea,vengono perfezionati ed incentivati nel miglior modo possibile. Venendo all'argomento Biogas,le due caratteristiche per le quali gli esponenti politici : alias governanti,dovrebbero ammazzarsi a spingerne la realizzazione sono secondo me due "dettagli" straimportanti per l'economia dello Stato e precisamente : il lavoro in agricoltura (più stalle con bestiame sul territorio,più giovani impegnati con lavoro sicuro) e i carburanti derivati (meno impegno nei confronti dei produttori di petrolio e gas quindi abbattimento dei costi,dell'inflazione ecc.) Speriamo che qualcuno intuisca !