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Tekneco #12 – Trasporti

Biocarburanti, il futuro è nelle nuove generazioni

L’Unione Europea, pressata da più parti, è pronta a limitare i combustibili bio ricavati direttamente da prodotti agricoli

Scritto da il 19 agosto 2013 alle 8:30 | 0 commenti

Biocarburanti, il futuro è nelle nuove generazioni

La rivoluzione delle rinnovabili dell’Unione europea non riguarda soltanto il settore elettrico e termico, ma anche quello dei trasporti. L’obiettivo europeo al 2020 è coprire il 10% dei consumi di carburanti per l’autotrazione del Vecchio Continente con risorse pulite.

Camion e auto, insomma, dovranno essere alimentati in parte con combustibili prodotti non a partire dal petrolio; in particolare, sinora l’Europa si è affidata quasi esclusivamente ai biocarburanti di prima generazione, ricavati cioè a partire da grano, colza, olio di palma e dallo zucchero, importati in prevalenza da Paesi extracomunitari. Il problema è che, secondo molte organizzazioni umanitarie, questi combustibili alternativi avrebbero un impatto negativo devastante sulla filiera agroalimentare globale (a causa della sottrazione di suolo all’agricoltura) e conseguenze pesanti anche da un punto di vista ambientale.

In sostanza, l’abbattimento delle foreste, necessario per assegnare nuovi spazi alle coltivazioni da destinare alla produzione di biocarburanti, causerebbe una perdita netta di CO?. Così come le fonti pulite elettriche e termiche, inoltre, i combustibili bio sono debitamente foraggiati: nel 2011 i biocarburanti nella Ue hanno goduto di 10,7 miliardi di euro di incentivi (di cui 5,8 miliardi pagati direttamente dagli automobilisti).

Tutto questo spiega perché l’Ue stia meditando di rivedere la sua politica in materia: l’idea di una recente proposta di direttiva è di destinare più spazio ai carburanti bio di seconda e terza generazione, quelli cioè ricavati dagli scarti agricoli, che dovrebbero avere un impatto notevolmente inferiore su ambiente e catena alimentare. Secondo la Commissione europea, che ha avviato trattative con l’industria produttrice dei biocarburanti, si dovrebbe fissare un tetto di incentivi, abbassando il peso della prima generazione sul totale dal 10% al 5%. Proposta che non piace, come prevedibile, ai produttori, che chiedono la salvaguardia degli investimenti effettuati, ma una mediazione appare possibile.

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