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Tekneco #11 – Case History

Bene il Conto Termico, ma servono incentivi statali

Valeria Verga, segretaria generale dell’Assolterm, non nasconde le difficoltà del solare termico nazionale nell’ultimo biennio

Scritto da il 10 giugno 2013 alle 8:30 | 0 commenti

Bene il Conto Termico, ma servono incentivi statali

Il solare termico italiano, reduce da un biennio sostanzialmente negativo, guarda con maggiore ottimismo al futuro, anche per effetto delle novità sul fronte del sistema d’incentivazione che potrebbero portare a un’inversione del trend. Abbiamo parlato delle prospettive del settore con Valeria Verga, segretaria generale di Assolterm (Associazione italiana solare termico).

Quali sono le condizioni attuali del solare termico italiano?
Dopo i dati negativi del 2011 (-20%), il mercato nazionale del solare termico ha continuato a perdere terreno anche nel 2012 dove, con ogni probabilità, la discesa si dovrebbe aggirare intorno al -15-20% (ma stiamo ancora aspettando di avere i dati definitivi). Dunque il mercato, che nel 2010 aveva fatto registrare circa 500.000 metri quadrati installati, in appena un biennio ha subito una perdita significativa. Le cause risiedono sostanzialmente nella crisi economica che ha toccato anche il nostro settore, oltre a un quadro legislativo che si è dimostrato negli ultimi anni piuttosto inaffidabile, poco coerente, con misure che sono andate a sovrapporsi tra di loro. La detrazione fiscale del 55%, che per i primi tre anni di funzionamento è stata un ottimo incentivo, poi ha perso di efficacia a causa delle continue modifiche e dell’incertezza sul rinnovo. Inoltre, il fatto che l’incentivo sia stato spalmato su 10 anni lo ha reso poco appetibile per gli utenti finali, soprattutto in un momento di crisi economica come quello attuale.

In confronto ad altri Paesi, il solare termico in Italia è più o meno sviluppato?
In realtà in numeri assoluti continuiamo ad essere il secondo mercato europeo, molto dopo la Germania. Ovviamente potremmo fare molto di più in rapporto al nostro livello di irraggiamento. Anche a livello europeo il solare termico sta soffrendo un po’, benchè complessivamente nel 2011 abbia tenuto abbastanza con una perdita di poco superiore a un punto percentuale. Una situazione a macchia di leopardo, dove troviamo la Germania che dopo un periodo negativo è tornata a crescere (+ 11%), alcuni Paesi emergenti in netta crescita, come la Polonia che nel 2011 è cresciuta del 73%, Paesi dove la tecnologia è conosciuta e consolidata, come la Grecia (+7,5%) e Paesi, quelli subito dietro alla Germania, che hanno continuato a crescere fino al 2009 e che negli ultimi 2-3 anni hanno subito una battuta d’arresto (oltre all’Italia, la Francia, la Spagna e l’Austria).

Com’è composta la filiera del solare termico?
Come numero di addetti siamo intorno ai 5.000 a tempo pieno, che salgono se consideriamo gli indiretti. La filiera comprende i produttori, distributori nazionali che importano prodotti esteri, grossisti, progettisti e installatori. Per quanto riguarda i produttori e distributori, una buona metà può essere iscritta nel novero dei cosiddetti “solaristi specializzati” (soprattutto Pmi) e per il resto da grandi aziende termoidrauliche. Il solare termico italiano prevede tre diversi canali di vendita: ci sono produttori che si affidano ai grossisti, altri che lavorano con gli installatori e altri ancora che vendono direttamente al cliente finale.

Che prospettive vedete per il futuro e che influenza potrebbero avere sul settore gli incentivi in vigore?
La novità è ovviamente rappresentata dal nuovo strumento d’incentivazione, il cosiddetto Conto termico che, sino a fine giugno, sarà in concomitanza con altri due incentivi: le detrazioni fiscali del 55% per le misure di efficienza energetica negli edifici esistenti e quelle del 50% sulle ristrutturazioni edilizie. Sia il 55% che e il 50% sono in scadenza il prossimo 30 giugno di quest’anno, poi entrambi questi strumenti dovrebbero tornare al 36%, anche se da più parti se ne sta chiedendo la proroga. In alternativa alle detrazioni, l’utente può scegliere di avvalersi del neonato Conto termico che, in questo momento (fine febbraio 2013), di fatto non è ancora partito, in quanto devono essere ancora pubblicate le regole applicative e definite nel dettaglio le procedure. Va comunque detto che, per tutti gli interventi realizzati a partire dal 3 gennaio di quest’anno, è possibile fare richiesta dell’incentivo. Ci sono senza dubbio una serie di aspetti positivi, ma non è ancora possibile prevedere quali effetti questo incentivo avrà sul mercato. Però possiamo dire che per alcune aree geo-grafiche e alcune tipologie di impianti, già si avverte oggi un qualche influsso positivo. Per quanto riguarda la dotazione finanziaria del Conto termico, ritenuta da molti troppo esigua, bisogna ricordare che si tratta di circa 900 milioni di euro (700 milioni ai privati e 200 alla Pa) che andrà divisa anche con le altre tecnologie.
Certo, è un dato di fatto che lo Stato destini meno risorse al termico piuttosto che all’elettrico e non si capisce il perché, però potrebbe essere che il solare termico riesca ad aggiudicarsi una fetta importante dei fondi stanziati, anche perché le altre tecnologie dovranno fare i conti con alcune limitazioni. Altro fattore positivo è che il Conto termico consente di avere l’incentivo in due anni, ossia in tempi molto più rapidi rispetto alle detrazioni fiscali. Un difetto di questo strumento è rappresentato dal fatto che non è permesso il cumulo con i Certificati bianchi, che invece era possibile con il 55%. Non si capisce quale sia la ratio di questa scelta, perché la combinazione dei due strumenti avrebbe potuto rappresentare una leva per le aziende in un momento di crisi economica.

Cosa chiedete quindi alla politica? Quando il solare termico raggiungerà la grid parity?
È importante che il settore possa contare su un incentivo stabile, affidabile e proiettato sul lungo periodo. I prossimi mesi serviranno proprio a chiarire quali strumenti risultano più efficaci e remunerativi per le aziende e per gli utenti.
Per quanto riguarda i costi, premesso che la nostra tecnologia è stata finora penalizzata da un sistema incentivante inaffidabile e con un orizzonte temporale limitato, da un eccessivo sbilanciamento degli incentivi sul comparto elettrico e dal fatto di avere ridotti margini di compressione dei costi sul fronte delle materie prime, è stata avviata a livello italiano ed europeo una riflessione seria che servirà a capire come e in quali segmenti della filiera è possibile agire per ridurre ulteriormente i costi.

Esiste dunque un problema di concorrenza con altre tecnologie?
Ad esempio c’è chi sostiene che l’abbinato pompe di calore-fotovoltaico potrebbe rendere non necessario l’investimento nel solare termico. Per quanto riguarda il fotovoltaico, in realtà il problema non è la tecnologia in sé, quanto piuttosto l’averlo incentivato eccessivamente, cosa che ha determinato il dirottamento di molte risorse dal termico verso l’elettrico. Solare termico e fotovoltaico non sono due risorse tecnologiche in competizione, bensì, due tecnologie che si prestano a essere integrate. Per quanto riguarda le soluzioni pompa di calore-fotovoltaico è una delle tante alternative possibili, ma che deve essere attentamente valutata rispetto alle particolari condizioni climatiche, alle caratteristiche dell’abitazione, ecc. Resta il fatto che il solare termico è la soluzione migliore quando si tratta di coprire i fabbisogni di acqua calda sanitaria nel residenziale. In ogni caso, il futuro di queste tecnologie è nell’integrazione e in una progettazione che valuti nel suo complesso i fabbisogni energetici di un’abitazione e scelga in base a questi parametri e una serie di altre variabili (latitudine, orientamento, ombreggiamenti, ecc.) quali soluzioni tecnologiche implementare e con quale livello di integrazione.

 

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L'autore

Gianluigi Torchiani

Giornalista classe 1981, cagliaritano doc ormai trapiantato a Milano dal 2006. Da diversi anni si interessa del mondo dell’energia e dell'ambiente, con un particolare focus sulle fonti rinnovabili


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