Politiche energetiche
Amici della Terra chiede lo stop agli incentivi per l’eolico
Secondo l’associazione ambientalista gli obiettivi nazionali al 2030 dovrebbero privilegiare le Fer termiche e l’efficienza energetica
Altro che le polemiche sullo spalma incentivi che tengono banco da diverse settimane. Le proposte di Amici della Terra, associazione ambientalista da sempre critica sul modello di sviluppo delle rinnovabili nel nostro Paese, sono destinate ad accendere ulteriormente il dibattito. Il punto di partenza del ragionamento dell’associazione è l’obiettivo al 2030 della Commissione europea (riduzione delle emissioni di gas serra del 40% rispetto al 1990) , ritenuto condivisibile, ma anche molto impegnativo sotto il punto di vista economico.
Secondo Amici della Terra il driver fondamentale per conseguire una decarbonizzazione virtuosa, coerente con una crescita dell’economia, è il miglioramento dell’efficienza energetica, che invece sinora è stato il pilastro meno solido della strategia ambientale europea. In questo scenario l’associazione ritiene possibile un obiettivo 2030 per l’Italia di penetrazione delle fonti rinnovabili pari al 30%, livello che, insieme a quello dell’efficienza energetica, consentirebbe di raggiungere il target di riduzione dei gas serra. Il punto è, però, come arrivare a questo 30%. L’opzione di Amici della Terra è netta: privilegiare le rinnovabili termiche, che dovrebbero coprire al 2030 il 35% della domanda nazionale di calore (14,5% nel 2013). A questo fine ci dovrebbero essere significative sinergie delle politiche di promozione (incentivi e regolazione) con il processo di riqualificazione energetica degli edifici (settori residenziale e terziario) sotto il profilo dell’efficienza energetica. Per i trasporti l’associazione ipotizza un ambizioso obiettivo di penetrazione delle FER al 20% (6% nel 2013).
Molto poco spazio di crescita è invece concesso alle rinnovabili elettriche (eolico, fotovoltaico, ecc), che potrebbero salire al 40% (33% nel 2013), con una crescita spontanea dello 0,5% annuo. In effetti la proposta degli Amici della Terra prevede una completa revisione delle politiche di sostegno: in particolare si chiede “la cessazione immediata degli incentivi per i grandi impianti eolici e per gli impianti di sola produzione di elettricità a fini commerciali, nonchè la tassazione delle extra rendite di cui stanno beneficiando molti impianti di produzione di rinnovabili elettriche realizzati nell’ultimo decennio (assegnate però liberamente dallo Stato con appositi contratti, ndr)”. Il gettito stimato di questa ultima misura è di un miliardo all’anno e andrebbe destinato al rafforzamento degli strumenti di incentivazione per la promozione dell’efficienza energetica (certificati bianchi, detrazioni fiscali, ecc). Difficile dire se queste misure saranno adottate ma, come dimostra lo spalma incentivi, le rinnovabili elettriche non godono più di un granitico sostegno politico e anche le scelte del passato potrebbero essere rimesse in discussione.
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L'autore
Gianluigi Torchiani
Giornalista classe 1981, cagliaritano doc ormai trapiantato a Milano dal 2006. Da diversi anni si interessa del mondo dell’energia e dell'ambiente, con un particolare focus sulle fonti rinnovabili
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