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Smart Energy Expo

Un 55% in conto energia per l’efficienza

Dal Comitato Scientifico di Smart Energy Expo arriva una proposta normativa per l'efficienza energetica: un credito d'imposta di 600 € per ogni tonnellata equivalente di petrolio (Tep) risparmiata

Scritto da il 10 dicembre 2013 alle 18:21 | 0 commenti

Un 55% in conto energia per l’efficienza

Arriva una sorta di 55% in conto energia per l’efficienza. Così si potrebbe sintetizzare la proposta normativa che è stata fatta dal Comitato Scientifico di Smart Energy Expo a Roma, con EfficiencyKNow partner tecnico di Veronafiere perSmart Energy Expo.

Si tratta di un credito d’imposta, da qui l’analogia con il 55%, di 600 euro per ogni tonnellata equivalente di petrolio (Tep) risparmiata, spendibile in tre anni. Si tratta di un nuovo assetto normativo che potrebbe “risvegliare” il mercato dell’efficienza che stenta a decollare secondo le proprie vere potenzialità e che è rivolto alle imprese e, specialmente alle Energy Service Company (ESCo) che nonostante il grande potenziale di business non sono mai decollate.

«Se solo il 10% di 100.000 utenti potenzialmente interessati prendesse in considerazione questa proposta, a fronte di un costo per il sistema compreso tra 20 e 35 milioni di euro l’anno, si potrebbe generare un risparmio compreso tra 100 e 200 milioni di euro  a seconda del livello di efficienza raggiunto. Con questa norma vogliamo cambiare un paradigma: concedere incentivi non alle tecnologie ma ai risultati raggiunti», ha detto Federico Testa, Direttore del Dipartimento di Economia Aziendale dell’Università di Verona e Presidente del Comitato Scientifico di Smart Energy Expo.

I vincoli di questa proposta sono quelli di una riduzione dell’intensità energetica almeno del 5%, mentre l’importo è suddiviso in 400 euro per le imprese e 200 per le ESCo o ai venditori d’energia che sono tra i soggetti ammessi alla detrazione.

«L’efficienza energetica rappresenta uno dei pilastri su cui costruire una moderna politica industriale sostenibile – ha detto Ettore Riello, Presidente di Veronafiere – Attraverso Smart Energy Expo e il Verona Efficiency Summit che nella prima edizione hanno registrato la presenza di 9.000 operatori e 120 espositori, Veronafiere si fa soggetto attivo nel riunire i più importanti stakeholder del mondo dell’energia e nel fare chiarezza all’interno di questo settore».

Le aziende interessate dal provvedimento sono quelle che nel 2013 hanno superato i 300MWh/anno di energia elettrica oppure gli 80mila metri cubi annui di gas naturale di consumi e sono previste una serie clausole di tipo “sociale”- e questa è una novità per il settore energetico anche perchè non siano possibili “scorciatoie”.

Per avere il bonus, infatti bisogna attenersi ad alcuni vincoli nel progettare gli interventi quali non ridurre il costo degli addetti, il numero delle ore lavorate, non variare servizi e tipologie produttive e non esternalizzare produzioni che abbiano un’intensità energetica superiore alla media aziendale. Insomma deve essere vera efficienza e non sono ammesse operazioni di sottrazione. Di qui l’analogia con il Conto energia dove conta l’energia prodotta. Una piccola rivoluzione nel settore della green economy connessa all’efficienza settore al quale crede anche Confindustria.

«La green economy ha un ruolo chiave nella sfida ambientale lanciata a livello europeo con l’accordo 20 20 20, deve essere trasformata in un’opportunità di crescita tecnologica e industriale” per il nostro paese. – ha detto Giorgio Squinzi, presidente di Confindustria – Il pilastro portante della green economy in Italia è individuabile nell’industria dell’efficienza energetica. Lo sviluppo di una politica stabile e di lungo periodo sull’efficienza è un importantissimo volano per attivare la domanda interna e cogliere l’opportunità di crescita. Ogni euro di investimento pubblico nel settore dell’efficienza ne produce oltre quattro di beneficio collettivo. Abbiamo realizzato uno studio sull’impatto economico dell’efficienza energetica. Oggi ci sono 250 mila imprese coinvolte nella domanda per investimenti per l’efficienza”. Nel periodo 2014-2020 con l’adozione delle proposte suggerite dal nostro studio si potrebbe avere un incremento della produzione industriale di 65 miliardi di euro all’anno e un aumento dell’occupazione di circa 500 mila unita».

La proposta ha come obiettivo quello di promuovere la concorrenza e la competitività attraverso la riduzione dei costi energetici per unità di prodotto o servizio che si ha grazie all’efficienza energetica, riprendendo la logica di un fortunato slogan dell’Unione europea: Fare di più con meno.

«L’efficienza energetica – afferma Ermete Realacci, presidente della Commissione Ambiente Territorio e Lavori Pubblici della Camera - è un ragionamento che attraversa tutto il sistema produttivo e per la quale servono due cose: stabilità per gli incentivi, altrimenti le imprese e i cittadini non si attrezzano per intervenire sull’efficientamento, e istituzioni intelligenti, capaci di accompagnare l’attitudine delle aziende italiane a fare efficienza. Tutto ciò potrebbe favorire la ripresa poiché darebbe una leva in più all’economia, basta guardare al settore agricolo nel quale le macchine agricole italiane sono le più vendute al mondo perché consumano meno. Ecco in molti settori la spinta all’efficienza c’ è, basta favorirla con gli strumenti e politiche adeguate».

In pratica si tratterebbe, come ha detto Testa, di un cambio di paradigma passando da un sistema d’incentivazione che agevola le soluzioni impiantistiche a uno che premia i risultati ottenuti. Cosa che favorirebbe anche la Pubblica Amministrazione (PA). «Su 85 milioni di mq di edifici della PA e delle scuole la bolletta di 1 miliardo e 250 milioni potrebbe essere ridotta di 750 milioni l’anno con un investimento di 23 miliardi di euro» ha detto Massimo Mucchetti, Presidente della 10ª Commissione Industria del Senato, citando dati del Nomisma – Serve la regolazione perché le forme di risparmio energetico, le tecnologie per l’efficientamento e le fonti di produzione combattano ad armi pari, mentre sui finanziamenti degli interventi bisogna dire che purtroppo la Ragioneria dello Stato considera la somma un costo, non un investimento».

Queste considerazioni da parte di Muchetti, hanno trovato sponda in Guido Bortoni, Presidente dell’Autorità per l’Energia Elettrica e il Gas che ha detto: «È necessario un aumento della trasparenza della bolletta nel rispetto dell’utente finale e della selettività nei processi di incentivazione. È uno stimolo su cui siamo chiamati a riflettere, trovando nella disciplina dei sistemi efficienti di utenza il giusto equilibrio tra efficienza allocativa e sostenibilità ambientale».

E qui si è aperto il tema caldo del momento, ossia i Sistemi Efficienti d’Utenza che aspettano di essere normati da cinque anni. «Entro la fine dell’anno, disciplineremo i sistemi efficienti di utenza e i loro equiparati, ma devono avere incentivi commisurati al loro valore e avranno uno sconto sui costi di trasmissione e sugli oneri generali di sistema. – ha proseguito Bortoni – Bisogna superare la dicotomia fra fonti programmabili e non, tutti devono partecipare alla vita del sistema». Insomma anche in un incontro sull’efficienza si riaccende la miccia delle rinnovabili contro le fossili che terrà banco di sicuro per i prossimi mesi, perchè da questo provvedimento scaturirà l’orientamento della politica energetica italiana del futuro.


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L'autore

Sergio Ferraris

Sergio Ferraris, nato a Vercelli nel 1960 è giornalista professionista e scrive di scienza, tecnologia, energia e ambiente. È direttore della rivista QualEnergia, del portale QualEnergia.it e rubrichista del mensile di Legambiente La Nuova Ecologia. Ha curato oltre cinquanta documentari, per il canale di Rai Educational Explora la Tv delle scienze. Collabora con svariate testate sia specializzate, sia generaliste. Recentemente ha riscoperto la propria passione per la motocicletta ed è divenatato felice possessore di una Moto Guzzi Le Mans III del 1983.


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