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Sostenibilità in edilizia contro la crisi
Quali strumenti in mano agli operatori per superare la crisi economica? "Rinnovarsi" è l'invito del dott. Basilio Lo Re, che spiega come fare
Photo: Concerted Action EPBD
«Stiamo affrontando una sfida di qualità, di innovazione e di riqualificazione». Commenta così Basilio Lo Re – membro del Cresme Consulting Roma nonché presidente del neonato Consorzio EdilNez – la situazione attraversata oggi dal mercato delle costruzioni. Secondo i dati dello stesso Cresme il mondo dell’edilizia vive questo 2012 come il sesto anno di recessione economica. Per questi motivi gli operatori stanno valutando nuove soluzioni per uscire da questo momento di impasse. In particolare si guarda al ruolo che l’edilizia sostenibile può avere nel rilancio del settore.
L’esperto indica come sostenibilità ambientale e sociale, processi innovativi, information tecnology possano rappresentare efficaci strumenti per un nuovo sviluppo. Aspetti differenti che vanno ad intersercarsi e necessitano del superamente di professionalità di tipo tradizionale: «Per realizzare dei progetti complessi sono necessarie competenze diverse: tecnologiche, gestionali, economico-finanziarie», dichiara Lo Re.
Un amalgama che va ad operare su fronti altrettanto variegati. Concentrarsi su patrimonio esistente, accellerare il processo di costruzione di Nezb (Nearly energy zero buildings, Edifici ad energia quasi zero) , massimizzare le limitate risorse pubbliche: questi i prossimi passi – segnalati dal nostro interlocutore – che, in base alle tendenze attuali, il comparto edile è chiamato a seguire.
Altra difficoltà da fronteggiare è data dal problema del reperimento di risorse. «Per questo il processo che porterà alla realizzazione di un progetto va sviluppato attraverso due macrofasi: una prima legata a sviluppo e fattibilità, a cui va affiancato uno studio per arrivare a rendere possibile il finanziamento tramite terzi. In questo senso è importante dimostrare la finanziabilità del progetto». Tra gli strumenti utili si segnala perciò il Cre (Contratto di rendimento energetico): «il fornitore – spiega l’esperto – è remunerato sulla base del risparmio energetico che si riesce a conseguire».
Intanto una nicchia del mercato delle costruzioni sembra guardare con vivo interesse a sistemi legati a partenariato pubblico-privato, facility management e project financing. Meccanismi che segnalano la tendenza ad accostare progettazione e realizzazione con distrubuzione di servizi, ovvero gestione del progetto. «Vi è un progressivo spostamento del comportamento della Pubblica Amministrazione verso la modalità di integrazione dei servizi – chiarisce Lo Re -. Il facility management e il partenariato pubblico-privato hanno diverse aree di intersezione».
Bisogna considerare poi che dal 2007 al 2012 il facility management applicato agli immobili ha visto un incremento del 48%. Strumenti da applicarsi senza perdere di vista le prospettive per il futuro: «Obiettivo fondamentale per l’edilizia – conclude l’esperto – resta la sostenibilità ambientale».
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L'autore
Giovanna Lodato
Web editor. Formazione umanistica alle spalle, ha collaborato con diverse testate on line. Ha scritto di cultura, arte, musica ma anche di cronaca e politica, fino ad approdare all'ambiente. Da quasi due anni ecologia nonché i temi legati alla green economy e all'edilizia verde la fanno da padrone nella sua produzione giornalistica.
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Case ecosostenibili
scrive il 30 maggio 2012 alle ore 21:08
Probabilmente quella della sostenibilità edilizia non è solo un'opzione ma una direzione obbligatoria.Non solo come leva per il rilancio del settore immobiliare, imprescindibile in questo momento, ma da un punta di vista ambientale. Siamo di fronte ad un punto di non ritorno in cui tutto ciò che può essere fatto per evitare di "calpestare" ulteriormente il pianeta deve esser fatto a priori. L'aspetto economico se si rispettano le practice suggerite dal dott. Lo Re sarà solo una naturale conseguenza.