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Edilizia sostenibile

Quando il grattacielo diventa passivo

Edifici complessi possono, con le tecnologie di mercato, diventare produttori di energia. E’ il caso del grattacielo Kristall a Muenster, in Germania

Scritto da il 06 dicembre 2012 alle 8:30 | 0 commenti

Quando il grattacielo diventa passivo

Anche i grattacieli possono essere molto virtuosi rispetto all’efficienza energetica, nonostante necessitino di grandi quantità d’energia. É questa la sfida che il gruppo assicurativo tedesco LVM vuole fare con la realizzazione della sua nuova sede il grattacielo “Kristall” a Muenster in Germania, alto 60 metri che promette risultati notevoli sul fronte energetico, rendendo l’edificio passivo.

«I calcoli ottenuti dalle nostre simulazioni dimostrano che i 294 kW di potenza frigorifera che sarà possibile recuperare direttamente dalle sonde geotermiche, forniranno circa il 30% del carico frigorifero totale richiesto dall’edificio», Afferma l’ingegnere Dieter Thiel, responsabile Ricerca e Sviluppo alla Schmidt-Reuter. L’investimento previsto per la realizzazione dell’edificio e di 43 milioni di euro, per una superficie di quasi 20mila metri quadri, nella quale troveranno posto 500 addetti e che sarà terminato nel 2014.

Gli impianti tecnici saranno realizzati con l’obiettivo di far scendere il consumo energetico del 50% rispetto agli edifici tradizionali di pari dimensioni. Il consumo di energia primaria è infatti inferiore del 58% rispetto ai valori di un edificio di riferimento e a ciò si aggiungono sia l’energia prodotta dai sistemi a pompa di calore, sia quella derivata dall’impianto fotovoltaico. Il risultato è che l’edificio produce più energia primaria di quanta ne consuma, esattamente 22 kWh/m2/anno, energia che sarà utilizzata negli altri edifici limitrofi della LVM. Insomma un Sistema efficiente d’utenza (Seu) interno all’azienda.

E il cuore del sistema è italiano. Al centro dell’impianto ci sono, infatti, due pompe di calore reversibili in freddo che offrono una potenza termica di 400 kW e frigorifera di 300 kW alle quali si aggiunge un’unità frigorifera da 233 kW. Il tutto fornito dalla Climaveneta. Ad alimentare le pompe di calore ci pensano due campi di sonde geotermiche, posti a una profondità di 140 metri.

Soluzione che dovrebbe diventare uno standard per gli edifici di nuova costruzione, viste grandi potenzialità della geotermia a bassa entalpia nel settore dell’edilizia. E non basta. Il calore di smaltimento dell’edificio viene utilizzato per un’altra pompa di calore ausiliaria con potenza termica di 63kW e frigorifera di 79kW. Insomma non si butta nulla.

L’edificio, grazie al suo complesso di sistemi ha ottenuto la precertificazione a livello Gold - quello massimo – da parte del “Deutschen Gesellschaft fuer nachhaltiges Bauen” (DGNB), Istituto tedesco per l’edilizia sostenibile, raggiungendo il 79,7% per la qualità ecologica, il 94,3% per quella relativa ai processi, l’84,1 per la funzionalità e l’aspetto socioculturale e l’81,9% per la qualità tecnica.


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L'autore

Sergio Ferraris

Sergio Ferraris, nato a Vercelli nel 1960 è giornalista professionista e scrive di scienza, tecnologia, energia e ambiente. È direttore della rivista QualEnergia, del portale QualEnergia.it e rubrichista del mensile di Legambiente La Nuova Ecologia. Ha curato oltre cinquanta documentari, per il canale di Rai Educational Explora la Tv delle scienze. Collabora con svariate testate sia specializzate, sia generaliste. Recentemente ha riscoperto la propria passione per la motocicletta ed è divenatato felice possessore di una Moto Guzzi Le Mans III del 1983.


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